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Gli eserciti privati di Dick Cheney

di Eufemia Giannetti - 01/04/2006

Fonte: Rinascita



“L’ultimo scandalo sul conto del ministro della difesa USA Donald Rumsfeld e del vice presidente Dick Cheney rigurda non soltanto gli appalti a privati di attività d’intelligence ma anche di quelle militari”. John Negroponte, primo responsabile dell’intelligence USA, e alcuni magistrati hanno infatti aperto inchieste sui versamenti fatti dal Dipartimento della Difesa ai ‘private contractors’. Si tratta di un aspetto centrale della strategia, seguita sia dai repubblicani che dai democratici, di delocalizzazione di tutte o quasi le funzioni del governo statunitense, affidandole ai privati. E’ quanto scrive nel suo bollettino settimanale la rivista geopolitica Executive Intelligence Review (Eir), che come al solito mette a fuoco alcuni aspetti poco conosciuti della politica degli Stati Uniti, in quanto taciuti dai media embedded, ma che risultano essere di fondamentale rilevanza per comprendere cosa avviene dall’altra parte dell’Atlantico.
Per l’Eir, “la politica di privatizzazione a tutto campo delle operazioni militari cominciò quando Cheney era segretario alla Difesa nell’amministrazione di Bush padre”. Tra il 1991 e il 1992 il Pentagono versò alla Brown&Root (KBR), filiale di Halliburton, 9 milioni di dollari affinché preparasse due rapporti segreti sulla possibilità di affidare le funzioni della logistica militare a imprese private. Nel 1992 quindi la KBR ottenne il primo contratto quinquennale per fornire sostegno logistico al genio militare, l’Army Corps of Engineers. Ben presto Cheney stesso beneficiò della decisione, in quanto nel 1995, lasciato il Pentagono, diventò amministratore delegato di Halliburton, proprietaria di KBR. E ancora: “Oltre a privatizzare funzioni essenziali delle forze armate, Cheney avviò un drastico ridimensionamento di capacità e strutture militari”. Nel luglio 1990 Cheney, infatti, propose al Congresso di ridurre le forze armate del 25% nel corso dei cinque anni successivi, portando gli effettivi da 770 a 520 mila e le divisioni da 18 a 14. Pochi mesi più tardi, la proposta fu accettata dal presidente Bush.
Negli anni di Clinton - si legge -la delocalizzazione militare trasse vantaggio da due fattori: la spinta alla privatizzazione e la campagna “Reinventing government” di Al Gore, che in un rapporto “elogiava la Halliburton per come aveva eseguito i lavori logistici appaltati dal Pentagono”. Appena l’amministrazione Bush-Cheney si fu insediata, ancor prima che si lanciasse nella guerra in Iraq, Halliburton e KBR si aggiudicarono “sostanziosi contratti” per la Marina militare e il dipartimento di Stato. Nel 2001 ottennero poi un contratto decennale per la logistica dell’esercito. Qualche giorno dopo l’invasione dell’Iraq il Pentagono rese noto che la Halliburton/KBR si era aggiudicata appalti per 7 miliardi di dollari. Con appalti per 11,4 miliardi dall’inizio 2002 all’estate 2004 la Halliburton è senz’altro il principale contractor per la delocalizzazione. La seconda in classifica è la Parson Corp., che ha totalizzato meno della metà di quella cifra. In pratica i “private contractors” si arrichiscono grazie allo smantellamento della difesa USA.