Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Cellula cancerosa secondo Wilhelm Reich

Cellula cancerosa secondo Wilhelm Reich

di cellulacancerosa.it - 03/04/2006

Fonte: cellulacancerosa.it


 

Introduzione
Lo scopo di questo sito e' quello di far conoscere la teoria di Wilhelm Reich sulla organizzazione naturale dei protozoi e sul conseguente meccanismo di formazione della cellula cancerosa.
Reich ha perfettamente ragione quando afferma che uno dei maggiori ostacoli alla comprensione del cancro e’ proprio il modo meccanicistico di intendere la malattia.
Attualmente molti ricercatori ipotizzano cause virali, biochimiche o genetiche. Altri pensano ad un deperimento dei meccanismi immunitari, molti credono che presto si troverà un vaccino. Di fatto tutta la oncogenesi brancola nel buio e molte delle sofferenze del malato di cancro sono dovute più ai mezzi adoperati per la cura piuttosto che alla malattia in se stessa.
Per la medicina ufficiale il tumore è l’aspetto più visibile della malattia.

Esso è considerato la malattia stessa e la cura consiste nella sua asportazione o nel tentativo di distruggere con irradiazioni o sostanze chimiche la cellula cancerosa. In altre parole essa e’ considerata l’unico bersaglio dell’intervento terapeutico a causa della premessa meccanicista che la cellula cancerosa insorge ed aggredisce un organismo per altri versi sano.
Individuare il meccanismo di formazione della cellula cancerosa e’ quindi una delle tappe fondamentali per la comprensione di questa malattia. L'obiettivo di questo breve riassunto e’ quello di riuscire a fare un po’ di luce su questo processo svelando e documentando i passaggi cruciali  scoperti da Reich tramite i quali esso si compie.
Le incredibili immagini qui di seguito riportate non danno una risposta a tutte le domande ne’ risolvono tutti i dubbi.  Sono piuttosto dei fatti che interpretati con una nuova chiave di lettura ci porteranno ben oltre i limiti raggiunti fino ad oggi dalla medicina ufficiale.

Sta di fatto che, per i non addetti ai lavori, senza conoscere la funzione biofisica dell’orgasmo come splendidamente spiegata da Reich, non sarà facile capire il processo nella sua vera essenza ma per rendere comprensibile in grandi linee, a quante più persone possibile il meccanismo di formazione della cellula cancerosa, non e’ necessario che tale funzione sia rispiegata e intimamente compresa ora.
Lasciamo agli scritti di Reich chi vuole approfondire l'argomento.  Come piccola premessa di quanto sia invece importante l'impostazione caratteriale di chi fa ricerca in ambito naturale, diciamo subito che se caratterialmente  un organismo  spende la maggior parte della sua energia a soffocare ciò che in se stesso e’ naturale e vivo, non sarà mai in grado di cogliere ciò che di vivo e naturale esiste al di fuori di esso. 
Soprattutto nella ricerca, questa distorsione influenza negativamente l’interpretazione dei processi naturali osservati facendo interpretare i fatti in modi più o meno mistici o meccanicisti. Nell’ambito della ricerca naturale il concetto di “dogma” che circola su alcuni argomenti di biologia, rende già l’idea dell’impostazione mistica che la scienza ufficiale ha per quello specifico argomento. Questo e’ purtroppo vero ed importante. Ne consegue che la ricerca e la scienza che se ne vuole far derivare, non e’ oggettiva come si vuol far credere, essa passa sempre e comunque attraverso la valutazione di un organismo che vive e sente e che attraverso le proprie sensazioni trae le proprie conclusioni rendendola di fatto soggettiva.

Messi in guardia a queste premesse andiamo a vedere come si forma la cellula cancerosa ed addentriamoci nel suo meccanismo di formazione. Per meglio comprendere i fatti liberiamo momentaneamente la mente da ciò che abbiamo imparato a scuola ed osserviamo solo quello che la natura ha da mostrarci.

1)  Abbandoniamo la teoria del germe atmosferico.
2)  Ammettiamo lo sviluppo di materiale vivente da altra sostanza vivente o non vivente.

La soluzione del problema cancro cominciò con la scoperta dei BIONI.
Essi sono “vescichette energetiche”. 
Sono strutture di passaggio tra la materia vivente e non vivente. 
Contengono un fluido, sono delimitati da una membrana ed alla periferia mostrano un campo energetico. 
Si formano dalla disintegrazione di sostanze organiche ed inorganiche. Sono GRAM POSITIVI e rappresentano la premessa per la vita.

I bioni sono l’unità funzionale elementare di tutta la materia vivente ancor prima della cellula. Hanno la proprietà di attrarsi secondo la legge del potenziale orgonomico, hanno radiazione orgonica, ad alti ingrandimenti formano ponti di radiazione luminosa tra due bioni vicini, possono fondersi e compenetrarsi l'uno con l'altro. 
I bioni che perdono la loro carica energetica perdono progressivamente anche le caratteristiche qui descritte.
Il protoplasma vivente non funziona come una macchina, esso funziona senza essere strutturato e si conserva grazie alla funzione piuttosto che alla struttura materiale infatti non appena la funzione cessa, la materia va in decadimento.

Per comprendere come praticamente si forma la cellula cancerosa bisogna quindi fare conoscenza con il processo della disintegrazione vescicolare (o bionica) della materia organica.
Anche con un microscopio giocattolo e’ impossibile non accorgersi di tale fenomeno. Non cambieremo i fatti, cambieremo la loro interpretazione.
Nel giro di qualche settimana, i fili d’erba messi in infusione si decompongono in vescicole bioniche, dopo altri pochi giorni ancora possiamo già vedere al microscopio i primi piccolissimi unicellulari muoversi nel liquido sotto osservazione.

La disgregazione vescicolare e’ un processo naturale e spontaneo. 
Per ottenerlo e’ sufficiente mettere in infusione dei tessuti biologici (per i nostri esperimenti sono sufficienti delle fibre vegetali come erba, fieno o muschio) ancora meglio se sterilizzati in autoclave. 
Le tecniche di sterilizzazione sono quelle comunemente adoperate nella normale sterilizzazione batteriologica.
Se a basso ingrandimento osserviamo al microscopio ottico un campione appena uscito dall’autoclave, possiamo notare subito la
disintegrazione vescicolare che nel frattempo e’ avvenuta. Essa appare come agglomerati vescicolari attaccati alle fibre vegetali e sono formati da ammassi di vescicole più o meno luminescenti e verdi-azzurrognole ovvero i BIONI.

Osservando attentamente i bordi di questi ammassi, un occhio esperto e allenato riuscirà a vedere innumerevoli zone in cui si stanno verificando incredibili cambiamenti. Con il microscopio che io adopero, la mia tecnica consiste nell'osservare il campione ad un ingrandimento di 100x. Una volta individuata una zona interessante, posiziono la telecamera ed uso lo zoom per ingrandire i dettagli. La maggior parte delle riprese avvengono quindi ad un ingrandimento di 100x del microscopio moltiplicato per 8x o 9x o 10x che riesco ad ottenere con lo zoom della telecamera. Ho quindi lavorato  quasi sempre tra gli  800x-1000x.

A volte i veri e propri cambiamenti possono iniziare anche dopo diversi giorni. 
Occorre molta e molta pazienza e molto probabilmente e’ questa lentezza del processo che ha nascosto il fenomeno agli osservatori meno pazienti o che ha fatto desistere subito i più scettici. 
Per chi può adoperare una camera digitale le cui riprese possono essere più volte registrate e cancellate, conviene prendere confidenza con gli ammassi bionici filmando con il temporizzatore delle zone a caso. Rivedendole accelerate, a volte si possono scoprire delle piccole cose interessanti che ci permetteranno di prendere confidenza con l'argomento ed allenano l'occhio.
Sconsiglio un confronto con la medicina ufficiale. Quando dopo diversi giorni dalla sterilizzazione accade che si ritrovino forme di vita che nuotano nel fluido sotto esame, la spiegazione della scienza ufficiale e’ che la sterilizzazione non e’ stata fatta bene o il preparato si e’ nel frattempo inquinato a causa del germe atmosferico. Queste saranno le due sole, monotone spiegazioni senza possibilità di dialogo.

Poiché e’ impossibile rimanere per giorni e giorni al microscopio ad osservare i cambiamenti che avvengono, per seguire questi eventi da vicino possiamo servirci di apparecchiature capaci di riprese a bassa velocità ovvero della possibilità di effettuare riprese con pochi fotogrammi per unità di tempo in modo da poter rivedere l’evoluzione di tutto il processo in pochi minuti. 
Va quindi anticipato che quasi tutti filmati qui  riportati sono in realtà il frutto di riprese molto lunghe, a volte ci sono voluti diversi giorni di riprese temporizzate. 
Per ogni campione, sicuramente molte ore dove la telecamera temporizzata e' stata accesa anche per tutta la notte.
La tecnologia oggi a disposizione ci permette queste riprese con telecamere digitali acquistabili anche a poco prezzo e con piccoli accorgimenti possiamo registrare filmati di qualità eccellente.

I problemi che dobbiamo risolvere sono fondamentalmente due: 

1) Eseguire riprese temporizzate.
2) Fare in modo che il preparato rimanga umido e sterile per tutto il tempo.

Il primo problema e' possibile risolverlo acquistando due temporizzatori da montare in serie e collegando la telecamera in modo tale che essa scatti nei tempi e per la durata da noi programmata. Questo e' un lavoro molto semplice ed e' stato possibile modificando il comando portatile esterno della telecamera e facendo in modo che l'impulso che giunge dal temporizzatore agisca direttamente sullo scatto della telecamera. Qualsiasi tecnico che si intenda di elettronica e' capace di farlo senza difficoltà.
Il secondo problema e' risolto con una
micropompa e con un altro temporizzatore che permette lo svuotamento di una siringa anche in 24 ore rilasciando quindi sul vetrino, micro quantità di liquido sterile tarato in modo tale da non permettere al campione in esame di asciugare. 
Per il vetrino si può invece adoperare la vecchia "
camera di Burker". Le grosse scanalature laterali ci fanno da serbatoio e permettono una buonissima riserva di liquido.

Carichiamo il campione sul vetrino usando una Pasteur,  infiliamo l'ago a farfalla sterile in una delle scanalature del vetrino e accendiamo  tutti i temporizzatori tarandoli nel modo appropriato. Tutte le procedure e tutti i materiali usati devono rimanere sterili. I più pignoli possono anche adoperare accorgimenti che rendano sterili i dintorni del microscopio durante tutto il tempo delle riprese.
In questo modo possiamo osservare l’evoluzione del processo che riteniamo in quel momento interessante e lo possiamo cogliere sin dall’inizio quando ancora non esiste nessuna formazione preesistente. Possiamo vedere tutta l’evoluzione dei processi osservati e convincerci  che non esiste il germe atmosferico che cade proprio sotto il nostro obbiettivo ma una vera e propria metamorfosi.
Attenzione, quello che vediamo non e’ la cellula cancerosa ma piuttosto il meccanismo con cui essa si forma.

All’interno dell’organismo la cellula cancerosa si forma con lo stesso meccanismo. Quando la disintegrazione bionica dei tessuti provoca un aumento considerevole di bioni  (vescicole), essi agglutinano innescando lo stesso meccanismo osservato nei filmati.
La cellula cancerosa e’ un organismo unicellulare che nell’organismo si forma dalla disintegrazione bionica tissulare come amebe e protozoi si sviluppano dalla disintegrazione bionica di infusioni sterili di tessuti biologici. 
E’ così che si forma la cellula cancerosa.

RIASSUNTO
1. Quando la materia inorganica viene riscaldata ad alte temperature e fatta gonfiare, o quella organica spontaneamente muore, esse subiscono una disintegrazione vescicolare.
2. Benché le alte temperature uccidano la vita, esse producono vescicole di energia (bioni) che agglutinandosi tra loro possono di nuovo svilupparsi in organismi viventi.
3. Quando questo avviene in un organismo energeticamente scarico, il processo si verifica spontaneamente senza l’intervento delle alte temperature come in vitro.
4.   I bioni sono portatori di un quanto di energia e rappresentano uno stato di transizione dal non vivente al vivente.
5. Questi esperimenti NON CREANO LA VITA.   Essi rivelano soltanto un processo naturale e spontaneo mediante il quale gli organismi unicellulari e le cellule cancerose si formano.

La formazione della cellula cancerosa può essere sinteticamente paragonata alla costituzione di una nuova piccola azienda artigianale da parte di operai (i nostri bioni) che, dopo essere stati licenziati, decidono di associarsi e mettersi in proprio organizzandosi un'altra attività.

Dalle osservazioni fatte da Reich vengono spontanee diverse considerazioni:
1)  La cellula cancerosa non e’ la causa del cancro bensì la
conseguenza.
2)   La cellula cancerosa per se stessa non e’ una cellula “cattiva o malata”. Essa e’ accettata dall'organismo energeticamente debole come il tentativo naturale e spontaneo dell’organismo stesso di ripristinare un tessuto che per altre cause sta morendo. 
3)  Tutte le terapie che attualmente colpiscono la cellula cancerosa sono destinate al fallimento.  Esse colpiscono la conseguenza e non la causa.              
4) Non esistono vari tipi di cancro, il cancro e' sempre e solo uno.  Il meccanismo base di formazione della cellula cancerosa e’ lo stesso e vale per tutti i tipi di tumori solidi. 
5)  La formazione della cellula cancerosa ci introduce alla organizzazione naturale dei protozoi.

La teoria dei bioni ci porta ancora molto più avanti e ci apre la porta ad altre applicazioni come per esempio alla diagnosi precoce di cancro. 
Il modo in cui si verifica la disintegrazione bionica dei tessuti e del sangue ci informa della carica energetica dell’organismo e quindi della propensione al cancro del paziente. 
Qui di seguito e’ mostrato il risultato di un test per la diagnosi precoce di cancro con la sua la reazione sana o B e la reazione malata o T. 
Nella zona filmati e' disponibile una ripresa in vivo e in tempo reale del processo di disintegrazione sana dei globuli rossi. Le immagini sono eccezionali e sconosciute alla medicina ufficiale.

Foto disintegrazione bionica del sangue

La valutazione della reazione B o T, richiede molta esperienza. 
Devono prima essere esaminati molti campioni e devono essere paragonati l'uno con l'altro prima di avventurarsi in diagnosi impegnative. 
Reich spiega come l'aspetto dei bioni all'interno dello stroma dei globuli rossi e' dovuto al fatto che l'uniforme distribuzione dell'energia e' stata modificata. 
Ciò comporta una sua graduale perdita da non poter mantenere la tensione caratteristica delle cellule sane. 
L'energia si contrae nei bioni che rappresentano un più primitivo livello di funzionamento vivente. 
Sia nel sangue sano che in quello malato il processo e' lo stesso, la sola differenza e' che in un sangue sano la disintegrazione bionica comincia da un livello più alto di energia.  
E' giusto far risaltare che questo esame e' un test bio-energetico, in contrasto con gli usuali test della medicina tradizionale che del globulo rosso, ci informano  per esempio sulla sua quantità di emoglobina piuttosto che sul suo potere bio-energetico