Bioetica cattolica e bioetica laica
di Giovanni Fornero - 04/04/2006
Fonte: www.recensionifilosofiche.it/
Fornero, Giovanni, Bioetica cattolica e bioetica laica.
Milano, Bruno Mondadori (Sintesi), 2005, pp. xi-210, € 19,00, ISBN88-424-9032-6.
Recensione di Rosangela Barcaro – 20/01/2006
Etica (bioetica)
Nei recenti dibattiti sulla fecondazione medicalmente assistita il concetto di ‘laicità’ è stato molto invocato nella convinzione che l’appello ad una visione priva di riferimenti di ispirazione religiosa potesse contribuire ad abbattere, tramite il referendum abrogativo indetto per il giugno 2005, alcuni divieti contenuti nel testo della legge n. 40/2004 che disciplina la materia oggetto del contendere. Da taluni studiosi ‘laici’ quei divieti sono stati giudicati anacronistici e frutto di un’indebita ingerenza religiosa – segnatamente cattolica – incompatibile con la società pluralista contemporanea e con le esigenze della ricerca scientifica, mentre sono stati accettati da altri pensatori, anche essi autoproclamatisi ‘laici’ ma vicini alle tesi del Magistero cattolico. Tra i molti elementi che hanno probabilmente contribuito a disorientare l’opinione pubblica (‘specialisti’ hanno fornito pareri medici di segno completamente opposto ad esempio circa la possibilità di impiegare con successo terapeutico le cellule staminali degli embrioni ottenuti da fecondazione in vitro), e a condurre all’esito referendario che tutti conosciamo, trova posto anche una serie di quesiti sul significato di ‘laicità’. A chi spetta di diritto la denominazione di ‘laico’? Soltanto a quanti rifiutano posizioni morali di ispirazione cattolica, o anche i pensatori cattolici possono dirsi ‘laici’? Esistono realmente una bioetica ‘laica’ ed una bioetica ‘cattolica’? Le differenze tra esse sono sostanziali o sono soltanto il risultato di un’acritica ‘etichettatura’ conformista, impiegata per ‘mettere al tappeto’ certi tipi di argomentazioni?
Le risposte a tali quesiti non possono emergere da una superficiale osservazione dello stato attuale del dibattito bioetico, ma soltanto da un’attenta analisi, la quale – come dichiara l’A. della presente opera – metta in luce “i quadri teorici e fondativi in cui si collocano i paradigmi dominanti della bioetica odierna” (p. IX), nella consapevolezza che esistono espressioni di “due distinte concezioni del mondo” incarnate rispettivamente dalle dottrine della indisponibilità (‘bioetica cattolica’) e della disponibilità della vita umana (‘bioetica laica’) e che questa discordanza paradigmatica genera “atteggiamenti antitetici rispetto ai quesiti bioetici più dibattuti e controversi” (ivi). Fornero privilegia il livello metabioetico e filosofico del dibattito, e ricorre a delucidazioni di natura linguistico-concettuale, ad analisi della struttura teorica e dell’orizzonte categoriale della bioetica cattolica e della bioetica laica (p. 4), con il proposito di fornire una ricostruzione storiografica del dibattito bioetico italiano; una ricostruzione che non si configuri come un puro ‘inventario’ di teorie, o un mezzo di radicalizzazione dei contrasti esistenti, ma risponda ad imprescindibili esigenze di chiarezza e rigore.
Unitamente alla disamina del neologismo ‘bioetica’, della natura, origini e compiti di tale disciplina, nel Cap. 1 Fornero evidenzia lo stretto legame tra etica, bioetica e filosofia in una riflessione che affronta problematiche “che esulano dalla dimensione puramente scientifica e che, concernendo le massime questioni dell’esistere, risultano di pertinenza della filosofia” (p. 9). Proprio a questo legame con la filosofia sono ricondotti i due modelli teorici – introdotti nel Cap. 2 dell’opera ‑, che “si ispirano a due concezioni generali del mondo e a due distinte filosofie: una di matrice ‘religiosa’ e l’altra di matrice ‘laica’” (p. 15). Il primo modello è rappresentato dalla bioetica cattolica della sacralità della vita, il secondo dalla bioetica laica della qualità della vita.
Prima di descrivere i tratti caratterizzanti dei due paradigmi, nel Cap. 3 l’A. delimita l’ambito di applicazione della locuzione ‘bioetica cattolica romana’, nella quale - egli sostiene - “si riconoscono la Chiesa cattolica di Roma e gli studiosi in sintonia con le sue concezioni antropologiche e metafisiche” (p. 24). La ricerca delle caratteristiche fondamentali di tale paradigma è circoscritta a testi del Magistero, con particolare enfasi alle encicliche Veritatis Splendor ed Evangelium Vitae, che negli ultimi anni hanno segnato il dibattito su questioni come l’eutanasia, l’aborto, la fecondazione assistita. Principi fondamentali su cui poggia la ‘bioetica cattolica’ sono: la teoria della indisponibilità della vita umana; la credenza dell’esistenza di un progetto di Dio sull’uomo e per l’uomo; l’esistenza di divieti che l’uomo è tenuto a rispettare - “deontologismo rigoroso” (p. 42).
Il. Cap. 4 è dedicato all’esame delle possibili definizioni di ‘bioetica laica’ presenti in letteratura. Il vaglio critico conduce Fornero a distinguere tra due sensi del vocabolo ‘laico’, un senso debole (più generalmente esemplificato da speculazioni improntate da un atteggiamento critico ed antidogmatico, caratterizzate dall’appello alla tolleranza e all’autonomia) ed uno forte. Quest’ultimo “indica la dottrina di coloro che non si limitano ad una generica adesione ai valori dello spirito critico e della tolleranza […], ma ragionano indipendentemente dall’ipotesi di Dio […] e da ogni fede o metafisica di matrice religiosa” (p. 67). Mentre il primo senso di ‘laico’ sottende una definizione di laicità a maglie così larghe da rendere impossibile una descrizione rigorosa di ciò di cui si sta parlando, il secondo è quello prescelto da Fornero, che apprezza in particolare l’aspetto metodologico del pensare etsi Deus non daretur, ossia prescidendo dall’assunto dell’esistenza di Dio e di una metafisica razionale in grado di cogliere il disegno divino (p. 73).
Sotto il profilo dei contenuti, specificati dall’A. nel Cap. 5 dell’opera, capisaldi della ‘bioetica laica’ sono: la teoria della disponibilità della vita; l’indipendenza ed autonomia decisionale; l’assenza di divieti assoluti. Il confronto tra posizioni laiche e cattoliche in bioetica esprime una dicotomia, discussa nel Cap. 6 del volume, alla luce di affermazioni di alcuni autori che la negano con fermezza (come fanno ad esempio Elio Sgreccia e Francesco D’Agostino) e di pensatori che con pari fermezza sostengono la tesi opposta (ad esempio Maurizio Mori). Nel mettere in evidenza la problematicità dei contrasti che realmente sussistono tra laici e cattolici romani, l’A. dichiara di non voler fare di questa dicotomia “una specie di categoria eterna dello spirito destinata necessariamente a riproporsi come tale”, ma di “prendere atto di una situazione storico-contingente di manifesta diversità e di endemico contrasto” (p. 139). Secondo Fornero la spaccatura tra le due posizioni potrà forse ridursi con il trascorrere del tempo, soltanto con cambiamenti di rotta del Magistero. Con questa precisazione l’A. passa a considerare le “prospettive di matrice religiosa (di ispirazione riformata, ma anche cattolica) in cui la spaccatura tra laici e credenti tende progressivamente a ridursi” (p. 139), e le interpretazioni laiche del principio della sacralità della vita umana (Cap. 8). Come possono essere classificate queste posizioni? Proprio la distinzione tra laicità in senso debole e forte consente di trovare una risposta: secondo tale distinzione, di grande valore euristico, i cattolici romani si possono definire laici nel senso debole del termine nella misura in cui essi fanno propri autonomia e tolleranza (p. 152); per ragioni sostanziali e procedurali, essi non possono invece essere considerati laici in senso forte. Quali conseguenze si evincono da questo complesso panorama intellettuale? Nel Cap. 9 l’A. ne enuncia due: la prima è che non può più parlare di una generica antitesi tra bioetica laica e bioetica religiosa, “ma soltanto di una specifica contrapposizione fra la bioetica cattolica (ufficiale) della sacralità della vita (umana) e la bioetica laica della qualità della vita” (p. 165). La seconda conseguenza, nelle parole di Fornero, “è che tale contrapposizione rappresenta soltanto il caso particolare o l’espressione circoscritta di una contrapposizione più ampia fra coloro (laici o credenti) che ammettono il potere, da parte degli individui […] di disporre della propria vita e coloro che […] negano tale possibilità” (p. 166). Per delineare con maggiore chiarezza tale affermazione l’A. ricorda pensatori come Tommaso d’Aquino, Thomas More, Immanuel Kant, Karl Jaspers, Carlo Maria Martini, Dionigi Tettamanzi, Indro Montanelli, Emanule Severino – soltanto per citarne alcuni – che hanno affrontato il tema del suicidio e dell’eutanasia. Tali premesse consentono a Fornero di ritenere che la contrapposizione tra fautori della indisponibilità della vita e fautori della tesi opposta stia plasmando la bioetica odierna in termini di “contrapposizione fra etiche della vita ed etica della scelta, cioè di un’antitesi fra coloro che, privilegiando il valore ‘vita’ (pro-life), sono contro la possibilità di decidere liberamente di sé (anti-choice) e coloro che, privilegiando il valore ‘scelta’ (pro-choice) e quindi il principio di autonomia, sono a favore di tale possibilità” (p. 177).
Nel Cap. 10, al momento di tirare le somme, Fornero si pone l’interrogativo che tutti ci aspettiamo: “è possibile un superamento della frattura teorica tra i due paradigmi dominanti della bioetica contemporanea?” (p. 178). L’A. cita, tra le altre, la risposta di Patrizia Borsellino, secondo la quale l’incontro fra bioetica laica e bioetica cattolica risulta “assai difficile, se non addirittura impossibile” sui principi di fondo. Tuttavia questo non deve determinare l’arresto della ricerca di “soluzioni convergenti” in grado di attenuare i contrasti più netti e di mantenere aperto uno spazio per il dialogo (p. 203). Un dialogo che è reso ancora più urgente “nel panorama multietnico e multiculturale delle società odierne”, le quali necessitano di “un’intesa minimale fra le parti” e di “una bioetica planetaria strutturata nei termini di un postmoderno laboratorio del dialogo e del pluralismo” (p. 204).
Con la consueta competenza Fornero, erede del filosofo Nicola Abbagnano, ha condotto a termine un’impresa di cui c’era più che mai necessità: chiarire i concetti, per evitare che fraintendimenti ed ambiguità li rendano inutilizzabili, e delimitare la loro corretta applicazione. Un’operazione troppo spesso ritenuta superflua da quanti, magari con scarse conoscenze della materia, intervengono nel dibattito bioetico. La suddivisione proposta dall’A. potrà essere rifiutata da autori che preferiscono ammantarsi del titolo di ‘laici’ (senza ulteriori specificazioni) nel tentativo di non essere incasellati in una classificazione troppo costrittiva. Ma ciò non costituisce un demerito, semmai dimostra ancora una volta come lo scontro tra ‘laici’ e ‘cattolici’ è ancora lontano dalla tregua.
Senza privilegiare una certa posizione teorica, con equidistanza nel mostrare come taluni studiosi siano giunti a sostenere autorevolmente posizioni ‘intermedie’ a quella laica e a quella cattolica, Fornero lascia intravedere nuovi scenari, nei quali soltanto la volontà personale di prescindere da pregiudizi potrà creare i presupposti per un dialogo serio, finalmente libero da pedisseque ripetizioni di ‘lezioni preconfezionate’ (di matrice laica o cattolica).
Indice
Prefazione
Un “sapere a vantaggio dell’uomo”: etica, bioetica e filosofia
I due paradigmi dominanti della bioetica odierna: problemi storiografici e critici
La bioetica cattolica della “sacralità della vita”
La bioetica laica della “qualità della vita”
L’articolazione del “paradigma” laico: prospettive, autori e modelli
Una dicotomia arbitraria o una realtà di fatto?
Bioetiche di matrice religiosa vicine alle posizioni laiche
Interpretazioni laiche del principio della sacralità della vita
Indisponibilità e disponibilità della vita come chiavi di lettura della bioetica contemporanea
Ancora su bioetica cattolica e laica. Tentativi di mediazioni e persistenti differenze di paradigma
Indice dei nomi
L'autore
Giovanni Fornero, allievo e continuatore delle opere di Nicola Abbagnano, è autore e coautore dei manuali di storia della filosofia attualmente più diffusi.
Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: Protagonisti e testi della filosofia, Torino, Paravia, 1999-2000; Itinerari di filosofia, Torino, Paravia, 2002; G. Fornero – S. Tassinari, Le filosofie del Novecento, Milano, Bruno Mondadori, 2002; Tracce del pensiero, Torino, Paravia, 2005