L’ultima foresta primaria europea
di Andrea Bertaglio - 24/11/2009
La Foresta di Białowieża, conosciuta anche col nome di Belovežskaja Pušča in Bielorussia e Puszcza Białowieska in Polonia, è un'antica foresta vergine situata appunto lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, a 70 chilometri a nord di Brěst. Essa rappresenta tutto ciò che resta dell'immensa foresta che migliaia di anni fa, prima dell’intervento umano, si estendeva su tutta l’Europa, Gran Bretagna inclusa. Ma la sua esistenza, come quella di altri posti simili nel mondo, è in pericolo.
La foresta primaria di Bialowieza, vasta circa 380 mila acri, è uno dei terreni boscosi più vasti rimasti (spopolati) in Europa
Quest’ultimo lembo di foresta vergine è minacciata, oltre che dai cambiamenti climatici in corso, anche da alcune dispute fra i due Paesi interessati e dall’opposizione di molti residenti all’allargamento dell’area di foresta protetta. Il principale motivo di tali conflitti è il timore che possa essere compromessa la crescita economica delle aree interessate.
Sul lato polacco del confine i residenti si stanno opponendo ai piani del governo di Varsavia, che prevedono di estendere la zona protetta di questo habitat unico, minacciato da temperature in aumento e pioggia in declino. Incoraggiato da agenzie di conservazione internazionali, l’esecutivo polacco vuole allargare il parco nazionale, proponendo alle nove comunità interessate (e “colpite” da regolamentazioni più severe riguardo la salvaguardia di piante ed animali selvatici) 100 milioni di zlotys (circa 25 milioni di euro).
Il problema principale è che la regione è fra le più povere della Polonia, ed i 2400 residenti del distretto di Bialowieza sono scettici, temendo perdite di posti di lavoro e conseguenti perdite per le casse degli Enti locali. "Lei può pensare che noi siamo sciocchi se non prenderemo i soldi", ha dichiarato il sindaco Albert Litwinowicz ad un giornalista della Reuter, "ma questi saranno usati solamente per investimenti verdi, mentre noi abbiamo bisogno di strade"!
La foresta è è l’habitat di oltre 3000 specie di funghi, 178 generi di uccelli e 58 di mammiferi. Queste includono lupi, linci e 800 bisonti europei selvatici
Il distretto di Bialowieza sarebbe incorporato pienamente nel parco sotto la proposta corrente, ed il Sig. Litwinowicz si fa portavoce di tutti coloro che vorrebbero, invece regole di conservazione severe nel parco nazionale, "sviluppare il trasporto e le infrastrutture" nonostante la quasi assoluta mancanza di centri industriali nelle vicinanze, e nonostante la disoccupazione nella zona sia quasi inesistente, anche per la bassa densità di popolazione.
I segnali di cambiamenti climatici che possono minacciare la foresta sono ormai evidenti, secondo alcuni impiegati nella conservazione del parco. "La temperatura annuale media è salita di 0.8 C negli ultimi 50 anni. Questo è molto per una foresta primaria", afferma Elzbieta Malzahn dell'Istituto di Ricerca Forestale. "C'è meno pioggia in estate, gli inverni sono più miti e finiscono più presto, incitando la vegetazione a svilupparsi sempre in anticipo".
I segnali di cambiamenti climatici che possono minacciare la foresta sono ormai evidenti
A tutto questo si aggiungono le dispute politiche fra Polonia e Bielorussia. Il confine orientale dell’Unione Europea (dal 2004, quando la Polonia ne è entrata a far parte) è segnato da un recinto che, tra le altre cose, impedisce fisicamente ai suddetti bisonti e ad altre specie di muoversi liberamente all’interno della foresta.
A differenza degli agguerriti sindaci dell’area interessata e nonostante la mancata approvazione delle autorità locali, il ministro dell’ambiente Janusz Zaleski afferma che l’allargamento del parco non comprometterebbe in nessun modo le attività degli abitanti della zona. Insomma quasi l’opposto di ciò che succede in Italia, dove il governo centrale fa di tutto per limitare l’autonomia locale e la salvaguardia dell’ambiente.
Chi avrà ragione? Ancora una volta, comunque andranno le cose, l’arroganza e l’avidità umana vanno a discapito di tutto ciò che non porta solo all’illusione di “sviluppo” economico e guadagni immediati.