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Vuoi iniziare un orto? È il momento!

di Maria Pagnini - 27/11/2009

 
  
Approfitteremo di queste giornate piovose per fermarci e ripensare un po’ a tutto, non solo ai nostri morti ma anche agli orti. O meglio, alla decisione di impiantare un orto, perché è ora il momento.

È un passo importante, richiederà tempo e attenzione: ce la sentiamo?
Avere un orto è come decidere di avere qualcuno accanto, dev’essere un piacere, mai un peso, per questo l’orto non sarà né troppo piccolo né troppo grande, dev’essere giusto per la nostra scarpa, non dobbiamo né ciabattarci né sbucciarci i piedi.
Ma prima di fare qualunque passo bisogna assicurarsi che in quel posto ci sia l’acqua e che magari si trovi vicino a casa oppure che sia facilmente raggiungibile in bicicletta.

Che misura deve avere per una famigliola di quattro persone?
Occorrono 100 m2 di terra a testa (ripasso: dieci metri per dieci fanno cento metri quadri) per avere verdura tutto l’anno. Quindi per 4 persone occorrono 400 m2, che da giugno a settembre produrranno 1 kg di verdura al giorno.
La scarsa raccolta dell’inverno sarà compensata dalle scorte, perché in un orto così grande si possono coltivare pomodori per la conserva, oltre ad aver già fornito all’immagazzinamento: carote, agli, cipolle e patate.

Quanto tempo chiede la gestione di questo spazio?
Due ore al mattino e due alla sera. Lo fanno anche le suore del monastero di Rosano: dalle sei alle otto del mattino per raccogliere e poi annaffiare e dalle sei alle otto di sera per seminare, piantare, sarchiare.
Se si rinuncia alla scorta di patate, pomodori, carote, agli e cipolle, bastano 50 m2 a testa e quindi si dimezza la terra e il tempo da dedicarle: due ore al giorno, intese come media perché ci saranno stagioni in cui ci stai di più e stagioni in cui l’orto manco ti vede arrivare.

Ora che abbiamo deciso quanto sarà grande, possiamo recintare il nostro orto con una siepe. Se è in una bella posizione soleggiata potrebbe essere di lavanda, salvia, rosmarino. Se invece è sul lato Nord piantiamo un alloro fitto fitto per riparalo dai venti. In ogni caso sia che si decida per la siepe, per la rete metallica oppure per un simbolico muretto di sassi alto trenta centimetri come fanno in Sardegna, non dovrà mai essere un pugno in un occhio: non è il caso di piantare un fila di fichi d’india in Pianura Padana!

Se l’orto è piccolo bisogna ingegnarsi, si può scegliere una staccionata in legno che può dare appoggio ai cetrioli oppure alle zucche da inverno. A questo punto si passa alla suddivisione dello spazio: questi 400 m2 occorre suddividerli in strisce di terra dette porghe, che altro non sono che dei piccoli appezzamenti per facilitarne la coltivazione e per poterci camminare intorno attraverso sentierini detti prode, che portano al sentiero principale che attraversa l’intero orto e che collega la stanza degli attrezzi con la zona del compostaggio.

Della stanza degli attrezzi, degli arnesi e del compostaggio parleremo nelle prossime puntate. Questo sentiero principale può essere in terra battuta oppure seminato con erba rustica, non con soffice prato all’inglese, ricordandosi che l’erba ogni tanto va tagliata, ma è meglio non partire subito spendendo e spandendo con pavimenti di pietra.

L’orto deve avere la sua viabilità, anche per la carriola. Per questo prima di tracciare i sentieri è meglio fare le prove con la carriola stessa scorrazzandoci in lungo e in largo, così avremo modo di smussare gli angoli e allargare le curve secche.
Diciamo che il terreno ideale è quello che ha una lieve pendenza, per lo sgrondo delle acque e per far scorrere l’acqua dell’annaffiatura nei canali. Deve essere ben esposto al sole e di medio impasto: né sabbioso né argilloso.

Se è ombreggiato, pazienza, in estate ci verranno delle bellissime insalate. Se è una striscia di terra a strapiombo, pazienza, ci verranno delle bellissime erbe aromatiche.
Se è un acquitrino, pazienza, qualcosa ci faremo lo stesso, perché lo abbiamo fortemente voluto.