Oh mio Dio! Sta arrivando il Natale!
di Andrea Bertaglio - 01/12/2009
Da qualche anno gli addobbi e le pubblicità natalizie cominciano a “tormentarci” parecchio tempo prima i giorni di festa. Un vero inno al consumo e allo spreco che nascondono e riducono notevolmente l’intensità e il significato più vero di questi momenti dell’anno.
Già da un mese ci stiamo sorbendo le pubblicità delle promozioni natalizie, le quali se ci avete fatto caso vengono anticipate di anno in anno
Questa trovata non era farina del sacco dei giovani imprenditori torinesi, ma come al solito un tentativo di scimmiottare un’iniziativa pubblicitaria della casa automobilistica Range Rover che, già due anni prima, chiedeva ai “consumatori” americani di comprare qualcosa, qualsiasi cosa, pur di scongiurare il rischio di entrare in una fase di recessione. Insomma, non era necessario comprare un fuoristrada (anche perché non tutti possono permetterselo), bastava comprare qualcosa: buy something! Questa geniale iniziativa non solo non ha “salvato” nessuno dal rischio di entrare in recessione, né sedici anni fa né tanto meno oggi, ma ha spinto ad esempio il movimento Adbusters ad organizzare il Buy Nothing Day, che già da alcuni anni si propone di bloccare i consumi per un giorno, anzi due.
Il Natale, che dovrebbe essere un importante momento di raccoglimento, è diventato da tempo la più grande di tutte le farse: è la festa dello spreco, del superfluo, dell’ipocrisia
Nessuno sta dicendo di non scambiarsi regali il giorno di Natale, né, in fondo, di eliminare la possibilità o il piacere, ci mancherebbe, di addobbare alberi, porte e finestre. Fa parte dei nostri usi, delle nostre tradizioni. Lo si è sempre fatto, bene o male. Ciò di cui ci si dovrebbe rendere conto, però, è che ancora una volta abbiamo passato il limite, tappezzando intere città (e soprattutto interi centri commerciali) di fiocchi di plastica o peggio ancora di luci decorative già dall’inizio di Novembre (e dovremmo in realtà ringraziare Halloween, perché sennò inizierebbero a metà Ottobre)! Chi ha stabilito questo limite?
Il fatto che iniziare a parlare di Natale due mesi prima riduce notevolmente l’intensità della gioia che, almeno in teoria (e per i più fortunati), si dovrebbe provare durante le Feste
Nonostante gli sforzi di pubblicitari ed esperti di marketing, quest’anno le vendite non saranno ai livelli degli anni precedenti. Ma va bene così. In questo modo riusciremo forse a ridare il giusto valore non solo ai beni materiali, ma al Natale stesso e a tutto ciò che rappresenta, sia a livello religioso che non. Ci aiuterà a capire che lo scambio del dono dovrebbe essere un piacere, un gesto spontaneo, non una forzatura che provoca ansie e imbarazzi. E ci ricorderà, forse, ciò che già il filosofo greco Aristippo diceva quattro secoli prima di Cristo: “La cosa migliore non è privarsi dei piaceri, ma possederli senza esserne schiavi”. Una massima che va ben oltre il Natale, perché può racchiudere ogni aspetto della nostra vita.