La guida spirituale dei tibetani: il matrimonio è una delle vie alla felicità
"Bisogna avere una morale e puntare a sviluppare le qualità basilari dell’umanità. Io non voglio convertire la gente al buddhismo, tutte le grandi religioni, se interpretate correttamente, hanno lo stesso potenziale di bene"
"Uccidere Bin Laden significa creare altro odio Guerra sbagliata in Iraq, però Bush mi piace"
A Dharamsala, vecchio avamposto britannico nel Nord dell’India, migliaia di tibetani esiliati cercano rifugio presso il loro leader, il Dalai Lama. Qui arrivano anche centinaia di occidentali, con la loro guida Lonely Planet, per dare un’occhiata al guru. Un’ereditiera australiana sovrappeso di nome Heidi Gudrun si lamenta: "Per quindici anni ho cercato di perdere peso. Ho perso due mariti, mi hanno cucito lo stomaco. Il Dalai Lama è la mia ultima speranza".
Il destino peculiare del Dalai Lama è di fare da guru tanto per le ereditiere australiane sovrappeso quanto per dieci milioni di buddhisti tibetani perseguitati. Il suo status di divinità risale all’età di due anni: i monaci che lo trovarono a giocare in una fattoria nel Nord Est del Tibet lo portarono nella capitale Lhasa, dove fu riconosciuto come reincarnazione del Buddha dopo aver individuato la tazza per bere e la dentiera del precedente Dalai Lama nel palazzo di Potala. Pur essendo vissuto da monaco per tutta la vita, il Dalai Lama vede nel matrimonio una delle vie maestre per la felicità.
"Troppe persone in Occidente hanno rinunciato al matrimonio - dice -. Non si rendono conto che si tratta di sviluppare reciproca ammirazione, profondo rispetto, fiducia, e consapevolezza dei bisogni di un altro essere umano. Le relazioni che vanno e vengono con facilità rendono più liberi ma meno appagati". Pur essendo noto per i suoi punti di vista umani e tolleranti, il Dalai Lama è sorprendentemente critico nei confronti dell’omosessualità. È male, dice, per un buddhista. "No assoluto. Senza sfumature. Una coppia gay mi è venuta a trovare, cercando il mio appoggio e la mia benedizione. Ho dovuto spiegar loro i nostri insegnamenti. Una donna mi ha presentato un’altra donna come sua moglie: sconcertante. Al pari dell’uso di certe pratiche sessuali fra marito e moglie. Usare gli altri due buchi è sbagliato".
A questo punto il Dalai Lama si volge al suo interprete per assicurarsi di aver utilizzato le parole inglesi corrette per discutere di questa delicata materia. L’interprete annuisce in maniera appena percettibile. "Un amico occidentale - riprende il Dalai Lama, infervorandosi - mi ha chiesto che male possa mai venire da due adulti consenzienti che fanno sesso orale, se a loro piace. Ma lo scopo del sesso è la riproduzione, secondo il buddhismo. Gli altri buchi non creano vita. Non posso condonare questo genere di pratiche". Si mette a ridere quando cambio argomento e gli parlo dei tentativi occidentali di accedere a una maggiore spiritualità attraverso lo yoga, i massaggi e l’agopuntura. "Queste sono solo attività fisiche - dice -. Per essere più felici bisogna passare meno tempo a pianificare la propria vita, e accettare di più quello che viene".
Il Dalai Lama è stato criticato per essersi troppo concesso alle lusinghe dell’Occidente: frequenta troppo le celebrità, dicono i suoi detrattori, ed è troppo disponibile a farsi fotografare su riviste frivole accanto alla duchessa di York o personaggi del genere. "C’è chi mi trova una brava persona, e c’è chi crede che io sia un ciarlatano: ma sono solo un monaco" dice con un largo sorriso. "Non ho mai chiesto a persone come Richard Gere di venire a trovarmi, ma sarebbe assurdo fermarle. Ci vengono tibetani, indiani, malati di Aids, persone religiose, politici, attori e principesse. Il mio atteggiamento è dare a ognuno un po’ del mio tempo: se posso contribuire in qualche modo alla loro felicità, ne sono felice a mia volta".
Molte donne occidentali che si mettono in fila per essere benedette gli dicono di non voler parlare con lui di niente di particolare. "Incontro donne che in passato hanno abortito perché pensavano che un figlio avrebbe rovinato le loro vite. Un bambino sembrava loro insopportabile, ma adesso sono diventate più vecchie e incapaci di concepire. Mi sento così triste per loro". Il Dalai Lama dice loro che hanno bisogno di riscoprire la forza interiore. "L’Occidente oggi è debole, non sa fronteggiare le avversità e ha poca compassione per gli altri. Ma le persone possono trovare la maniera per contrastare le forze negative. Se invece si sovraccaricano di responsabilità riguardo ai loro problemi personali, diventano sempre meno fiduciose".
Il Dalai Lama non crede che si debba necessariamente essere religiosi per avere una vita ricca di significato. "Però bisogna avere una morale e puntare a sviluppare le qualità basilari dell’umanità. Io non voglio convertire la gente al buddhismo, tutte le grandi religioni, se interpretate correttamente, hanno lo stesso potenziale di bene" Tuttavia la religione si è fatta cattiva, ci sono fanatici che predicano l’odio... "Il fondamentalismo è terrificante perché è basato sull’emozione anziché sulla ragione. Impedisce alle persone di pensare da individui e di perseguire il bene del mondo. Questo nuovo terrorismo è stato provocato soprattutto da invidia e frustrazione nei confronti dell’Occidente, che in tv appare così sviluppato e di successo. Alcuni leader fuori dall’Occidente usano la religione per reagire a tutto questo". I terroristi, dice il dalai Lama, vanno trattati umanamente, "altrimenti il problema si aggraverà. Se c’è un Bin Laden oggi, presto ne avremo dieci. Terrificante. Uccidi dieci Bin Laden e l’odio si diffonderà". Che cosa pensa della guerra in Iraq? "Il metodo è stato violento. La violenza dà risultati imprevedibili, può produrre un’infinità di altri problemi" risponde il Dalai Lama, a cui la religione vieta di uccidere anche solo una zanzara.
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