Gli italiani non sono caduti nella trappola del vaccino contro l'influenza A/H1N1
di Roberto Gava - 23/12/2009
Poche le persone che si sono vaccinate rispetto alle dosi acquistate dal governo. Roberto Gava, medico esperto di vaccinazioni, fa un primo bilancio: la diffusione d’informazioni indipendenti rimane la priorità. L’industria farmaceutica è ancora troppo potente. Anche se la stagione influenzale non è completamente passata, possiamo dire di aver vinto la nostra battaglia informativa presso l’opinione pubblica che aveva come obiettivo quello di spiegare non solo l’inutilità ma anche i danni della vaccinazione antinfluenzale contro il virus della “Suina” A/H1N1. Infatti, sono state pochissime (si parla di circa 700.000, invece delle decine di milioni attese) le persone che hanno accettato questa vaccinazione. Purtroppo, questa vittoria ci lascia anche molto amaro in bocca, perché con frequenza sempre maggiore stanno arrivando segnalazioni di danni da vaccino antinfluenza “Suina” e purtroppo anche registrazioni di eventi mortali. Inoltre, il nostro Paese, come molti altri (ma non tutti) ha acquistato decine di milioni di dosi di vaccini, si è impegnato a pagarle prima ancora di conoscere se questo vaccino era innocuo ed efficace e ha addirittura accettato di riceverle gradualmente fino alla fine del marzo 2010 (in modo da dare tempo all’Industria Farmaceutica di produrle e pur sapendo che questa epidemia influenzale sarebbe durata poco tempo e che sarebbe terminata prima della fine del 2009). Perché questo comportamento e chi paga questi milioni di euro di vaccini? Ricordiamo pure che ogni anno il nostro Paese spende più di 100 milioni di euro delle nostre tasse per pagare una altrettanto inutile e altrettanto pericolosa vaccinazione antinfluenzale stagionale. Forse che nel campo sanitario non ci siano priorità maggiori? Sappiamo tutti che ce ne sono ma, a quanto pare, le politiche sanitarie non tengono conto sempre delle vere necessità della popolazione e pare che meno ancora tengano conto dei dati scientifici (o almeno di quelli ottenuti da ricercatori indipendenti dall’Industria Farmaceutica), che da anni hanno dimostrato l’inutilità e la pericolosità di qualsiasi vaccino antinfluenzale. Si dice che il vaccino contro la “Suina” sia stato un test per vedere come avremmo reagito, in modo che chi decide tutto possa perfezionare meglio le azioni future che serviranno a convincerci che sarà “obbligatoriamente necessario accettare” le future vaccinazioni. Infatti, non si creda che tutto finisca qui. Nel mondo scientifico c’è già chi ipotizza quali saranno i virus delle future “pandemie” e le relative future vaccinazioni che ci verranno proposte. Come l’Industria Farmaceutica prepara per tempo le sue politiche di marketing e studia a lungo le strategie di “disease mongering” (cioè di “invenzione delle malattie”) tessendo accordi e amicizie con i centri di potere e di informazione, allo stesso modo anche noi dobbiamo imparare ad informarci e a restare uniti e ben collegati in modo da non trovarci impreparati davanti ad eventuali piccoli o grandi inganni che a quanto pare in questo ultimo tempo non mancano nel mondo sanitario. Ormai sappiamo che probabilmente ogni autunno potremo dover affrontare un allarme pandemico che all’inizio viene dipinto come catastrofico, ma che poi sfuma nel nulla come dal nulla è venuto e dato che le pressioni future verteranno sempre sui virus influenzali, crediamo sia veramente importante che l’opinione pubblica sia ben informata sulle caratteristiche di questi virus, sulle loro modalità di diffusione, sulla inutilità dei vaccini antinfluenzali vecchi e nuovi, ma anche sulle vere tecniche di prevenzione, sia naturali che farmacologiche. Macro Edizioni si interessa di vaccinazioni e dei pericoli ad esse connessi fin dall’inizio della sua attività, nel 1987. La pubblicazione di questo volume rientra nell’ambito della campagna nazionale d’informazione sui rischi delle vaccinazioni di massa nella quale la casa editrice è impegnata, anche con una raccolta di firme. |