Forse prevedendo il grande fallimento del vertice mondiale sul cambiamento climatico, tenutosi a Copenhagen a metà dicembre, alcuni scienziati si sono cimentati in vari "progetti per salvare il mondo". Uno di questi prevede di estendere la superficie innevata con i cannoni spara-neve sperimentati per le piste di sci, ottenendo così una maggior superficie riflettente dei raggi solari. Il progetto non tiene però conto della scarsità di acqua che sta flagellando intere zone del pianeta, con l'aumento della desertificazione, e che si fa sentire ormai in tutte le parti emerse della terra. Anche le terre potenzialmente utilizzabili per il progetto in questione sono sempre più scarse, sia per la crescente urbanizzazione, sia per l'accaparramento dei territori, soprattutto in Africa, da parte dei vari paesi, a cominciare dalla Cina, per sopperire alla scarsità di terreni agricoli. L'accaparramento è incentivato anche per sopperire alle nuove richieste di produzione di etanolo, ottenuto con la fermentazione della canna da zucchero e del mais. Se si tiene conto della crescente scarsità di cibo, sono circa un miliardo gli affamati del mondo, è criminale trasformare cibo in etanolo, così come la trasformazione di oli vegetali in biodiesel. Un secondo "progetto salva-mondo" prevede il lancio di missili nella stratosfera per poi farli scoppiare e diffondere particelle di zolfo, che costituirebbero una barriera per i raggi solari diretti sulla terra. La controindicazione di questo "progetto salva-mondo" è che può potenzialmente provocare piogge acide, che hanno un effetto micidiale sulla vegetazione terrestre. Un altro progetto "salva-mondo" prevede di incrementare il fitoplancton del mare, concimandone le acque con urea, canalizzandola direttamente dalle fabbriche di produzione, o concimando le zone lontane dalla terra ferma. La controindicazione di questo "progetto salva-mondo" è che lo sviluppo del fitoplancton marino produrrebbe danni da "eutrofizzazione" e cioè la morte dei pesci per mancanza di ossigeno. Il più fantasioso "progetto salva-mondo" prevede la costruzione di alberi artificiali, che dovrebbero assorbire l'anidride carbonica dell'atmosfera e concentrarla in depositi sotterranei. Naturalmente, questi depositi devono essere impermeabili, altrimenti l'anidride carbonica rientrerebbe in circolo e perciò si è pensato di trivellare il fondo marino e stivarvi la CO2, che non potrebbe riemergere perché più pesante dell'acqua. Questi "progetti salva-mondo" sono solo gli ultimi progetti scientifici studiati per procurare vantaggi all'umanità, ma, come gli altri, dimostrano i limiti della scienza e delle sue applicazioni. In un articolo dell'Economist del 19 dicembre si parla dei "pericoli del progresso", ammettendo che "La scienza moderna è piena di esempi di tecnologie che possono essere usate tanto per il male come per il bene". Il giornale inglese si sbilancia per i benefici che la scienza avrebbe procurato all'umanità, a cominciare dal prolungamento della durata della vita media degli uomini. Naturalmente, si parla solo dei paesi avanzati, mentre in quelli arretrati la vita è sempre molto più breve. A parte quest'ultima osservazione, si dimentica che al prolungamento della vita media ha contribuito grandemente la migliore alimentazione, sia qualitativa sia quantitativa. E' vero che la farmacologia ha limitato la mortalità in conseguenza delle grandi epidemie, ma bisogna considerare che a questo risultato ha contribuito grandemente il capillare controllo della popolazione terrestre, che consente di confinare rapidamente e mettere in isolamento i focolai delle epidemie. L'Economist rende noti i risultati di una piccola intervista tra i lettori, secondo la quale "solo il 46% degli intervistati pensa che i benefici della scienza siano più grandi degli effetti dannosi". Ma cosa risponderebbero i cittadini se la domanda rivolta comprendesse le ricerche scientifiche ad uso bellico, che sono la parte preponderante della ricerca in corso nel mondo e il cui fine è esclusivamente nocivo? Ci sono anche le ricerche militari camuffate, come la ricerca spaziale, che dovrebbe consentire all'umanità di colonizzare altri pianeti (forse perché non riuscirà più a vivere su questo?), ben sapendo che la vita su altri pianeti è insopportabile dalla specie umana. In queste ricerche si spendono miliardi di miliardi con la scusa che possono anche produrre effetti benefici immediati, come ad esempio le padelle antiaderenti, che sarebbero derivate dalle ricerche per la costruzione delle navicelle spaziali. Ma nessuno ci dice quanti miliardi si sarebbero potuti risparmiare se la ricerca fosse stata mirata fin dall'inizio della produzione di padelle antiaderenti. La ricerca più miliardaria resta comunque quella per la costruzione e il mantenimento del super-acceleratore del Cern di Ginevra, che avrebbe come scopo la scoperta del bosone, l'ultima particella subatomica che consentirebbe alla scienza mondiale di far quadrare la spiegazione dell'universo che ci hanno finora fornito, anche se, supposto che l'esperimento riuscisse, resterebbero sconosciuti "antimateria, origine della massa, materia oscura, gravità". La più bella favola scientifica che circola intorno al grande anello del Cern è quella della possibilità di riprodurre il Big-Bang, cioè l'origine dell'universo. A parte il fatto che qualcuno ha paventato che l'esperimento potrebbe far sparire l'universo esistente, l'idea stessa del Big-Bang è inspiegabile al cittadino comune. Come può un puntino in un universo vuoto improvvisamente esplodere in un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo, senza far rumore (e chi avrebbe potuto udirlo?) e creare l'universo in esplosione, le cui parti estreme invece di rallentare accelerano, attirate da quale forza?! |
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