Balla balla ballerina
di Giancarlo Tarozzi - 03/01/2010
Si sente parlare spesso di emisfero sinistro ed emisfero destro del cervello, cioè del fatto che il nostro cervello è "diviso" in due parti che gestiscono aspetti diversi della nostra personalità e del nostro modo di vivere. Secondo molti insegnamenti tradizionali recuperare l'equilibrio tra questi due emisferi è un procedimento molto lungo e faticoso, in realtà non è così difficile come sembra. Scoprite come…
L'emisfero sinistro è legato alla parte razionale e logica, l'emisfero destro è legato alla sfera intuitiva e creativa
L'emisfero destro, invece, è legato alla sfera intuitiva, creativa, quella maggiormente utilizzata per esempio da molti artisti, inventori e particolarmente utilizzata anche in esperienze sciamaniche o comunque oltre il limite della realtà ordinaria.
Viene definito anche "femminile" perché è soprattutto nelle donne che questa sfera è rimasta maggiormente attiva.
Negli ultimi secoli e millenni, in particolare nel mondo occidentale, le facoltà dell'emisfero sinistro hanno lentamente preso il sopravvento fino a relegare in secondo piano gli aspetti della creatività e dell'intuizione.
In altre culture, per esempio quella degli aborigeni australiani, con il "Tempo di Sogno", la capacità di spaziare tra diversi piani della realtà è considerato un'esperienza quotidiana e ad essa non viene rivolta un'attenzione particolare o diversa rispetto agli altri piani dell'esistenza.
I ricercatori hanno scoperto da tempo ormai che nel bambino, fino ai sei anni di vita, le facoltà di questi due emisferi sono ancora equilibrate: ecco che un bambino è capace spesso di percepire altri aspetti della realtà, di costruire con il gioco il proprio "tempo del sogno" personale. E’ anche per questo che l'età dell'apprendimento, quella scolastica, inizia proprio intorno ai sei anni, è a questo punto che la sfera razionale inizia a prendere il sopravvento.
Molti insegnamenti tradizionali, molte culture fanno pensare che recuperare l'equilibrio tra questi due emisferi del cervello, premessa per poter avere un rapporto pieno e completo con la realtà, sia un procedimento lungo, faticoso, che necessita di anni di pratiche, spesso vendute a caro prezzo.
Se osservate l'immagine della ballerina che ruota su se stessa, quando la vedete ruotare in senso orario state utilizzando l'emisfero sinistro, se cambiate modalità di percezione la ballerina ruoterà in senso antiorario
Come fare? Facile, anche se non necessariamente semplice...
Se osservate l'immagine della ballerina che ruota su se stessa, quando la vedete ruotare in senso orario state utilizzando l'emisfero sinistro, la parte logica e razionale del cervello. Se nell'osservarla mettete l'intento di cambiare modalità di percezione, ad un certo punto la ballerina inizierà a ruotare in senso antiorario: è entrato in gioco l'emisfero destro del cervello.
Qualcuno potrà pensare che in realtà sia l'immagine a cambiare periodicamente senso di rotazione, per cui vi suggerisco di fare questa prova con qualcun altro e di verificare che realmente è possibile vederla girare in direzioni opposte nello stesso momento.
L'obiettivo non è quello di fare un esercizio o un "gioco di prestigio". Con un po' di pratica è possibile percepire il momento in cui la ballerina inverte il suo senso di rotazione come un vero proprio "clic" interiore; continuando a esercitarvi fino al punto in cui potrete determinare consapevolmente in quale senso vederla ruotare, sarete arrivati anche al punto in cui avrete scoperto come passare dall'utilizzo di una visione razionale ad una più intuitiva della realtà.
Con un semplice esercizio come questo può iniziare per qualcuno un viaggio verso la scoperta che la realtà quotidiana è strettamente determinata dal punto di vista dell'osservatore, pertanto uno stesso evento può essere visto in modi molto diversi tra loro proprio a seconda di come lo si osserva.
E per qualcuno, chissà, questo può essere l'inizio di un viaggio alla scoperta di ben più affascinanti piani della realtà quali quelli in cui ci si addentra con il viaggio sciamanico nella caccia all'anima, oppure la scomparsa della propria immagine riflessa nello specchio sperimentato della One Experience, oppure ancora molte esperienze cui spesso si accede con l'ausilio di piante maestre e sostanze allucinogene, senza però l'utilizzo di tali sostanze.
Del resto, nelle culture sciamaniche, l'utilizzo delle piante maestre (funghi o altro) per entrare in contatto con altri aspetti della realtà è considerato solo come uno strumento per rendersi conto che tali piani esistono e l'invito, a quel punto, è poi fare a meno di tale sostanze ed imparare ad espandere la propria sfera di percezione senza più ricorrere a nient'altro che se stessi.
Buon viaggio!