C'è una metafora, tramandata dalla filosofia, che racconta come una rana posta nell'acqua bollente cerchi disperatamente di fuggire. Ma la stessa rana, messa in acqua fredda poi scaldata progressivamente, se ne resta lì a godersi il bagno caldo fino a finire bollita a morte senza neppure accorgersene. E' un po' la stessa cosa che sta succedendo con il prezzo del petrolio, almeno per noi che vi assitiamo. Qualche mese fa i 70 dollari sembravano un'enormità, il segnale di una disastro incombente. Un anno fa parlavamo dei 60 dollari con gli stessi toni apocalittici. E precedentemente, i 50 e i 40 dollari sembravano cifre che, una volta raggiunte, avrebbe condotto il mondo alla rovina.
Invece, eccoci qui: i futures di maggio e dei mesi successivi hanno già passato l'ennesima barriera psicologica dei 70, ed è tutto business as usual. I TG, presi dalle elezioni, a malapena danno la notizia, e noi continuiamo a fare il pieno bolliti pian piano da un prezzo della benzina che aumenta di pochi centesimi alla volta, semi inosservato. Chi invece sta nelle stanze dei bottoni sta facendo salire il prezzo, incurante degli annunci ottimistici sulle riserve, acquistando a rotta di collo malgrado il prezzo elevato. Probabilmente ritengono che è comunque meglio comprare adesso, perché il barile continuerà a salire. Incertezze sull'Iran? Pantano iracheno? Chavez e la caduta dell'impero sudamericano? Non si sa. Ascoltiamo però le parole di Christopher de Mergerie, capo delle esplorazioni Total, sul Times: "E' un problema di capacità e di tempi. E' questo il reale problema del picco petrolifero. Il petrolio è là, ma la quantità che puoi consegnare oggi dipende da quanti pozzi puoi trivellare e quanto velocemente puoi sfruttare un giacimento, senza menzionare la cooperazione dei governi. Non c'è alcuna possibilità di raggiungere quei livelli che gli economisti all'Agenzia Internazionale dell'Energia predicono necessari per soddisfare la domanda mondiale di petrolio.
Non ci sono abbastanza ingegneri, oleodotti, piattaforme e trivelle per incrementare l'attuale produzione mondiale di 85 milioni di barili al giorno ed arrivare a 120. " Niente da aggiungere?