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Etica per un millennio secolare

di Redazione Tricycle - 19/04/2006

 


"L'educazione della mente, o la fede religiosa, come avviene certamente nel mio caso di buddista, è un metodo. L'educazione non implica un solo metodo, ma molti. È come costruire un grande aeroplano. Sono necessari molti pezzi, che dovranno combinarsi in modo da farlo funzionare. Allo stesso modo, la trasformazione della nostra mente, o la messa a punto del giusto tipo di attitudine mentale, richiede tempo". Un'intervista col Dalai Lama sulla religione, la società e la natura della mente.

Intervista a Sua Santità il quattordicesimo Dalai Lama

In occidente esistono molte diverse scuole di buddismo. Dove troviamo un terreno comune?

Dalai Lama: Vorrei dire che siamo tutti studenti di un solo insegnante: il Buddha, un insegnante molto gentile e saggio. Questa è la cosa più importante. Come seguaci o studenti di questo grande insegnante, dovremmo prendere la sua vita come modello. Il suo sacrificio… Abbandonare il palazzo e restare nella foresta per sei anni. Egli ha lavorato duramente per raggiungere l’illuminazione. Quando il Buddha cominciò a insegnare, considerò la mentalità di chi lo ascoltava, la sua disposizione mentale, e in accordo a questa diede i suoi insegnamenti.

Qualche volta, facciamo poca attenzione allo stile di vita del Buddha. Preferiamo un tenore di vita più agiato. Qualche volta, quando spieghiamo o insegniamo il Buddha-dharma, c’è una leggera tendenza a imporre il proprio punto di vista.

Tutte le tradizioni del buddismo hanno i loro aspetti caratteristici. Ma essenzialmente siamo tutti studenti dello stesso insegnante.

In tutto il mondo, la gente è molto ispirata dal fatto che non ti lasci andare alla rabbia, alla disperazione o a sentimenti di vendetta per la situazione del tuo paese, il Tibet. Qui siamo capaci di mostrare più rabbia per una macchina che ci taglia la strada in autostrada, di quanta ne dimostri tu per la Cina. Intuiamo che per te ciò ha qualcosa a che fare con una profonda educazione religiosa. Senza quest’ultima, saresti capace di fare a meno della rabbia che sperimentiamo ogni giorno?

Dalai Lama: Nel mio caso, se la macchina è in ritardo, anch’io sono irritato. Ma per questioni più serie, forse possiedo più pazienza e calma. Naturalmente, l’educazione della mente – o la fede religiosa, come avviene certamente nel mio caso di buddista – è un metodo. L’educazione non implica un solo metodo, ma molti. È come costruire un grande aeroplano. Sono necessari molti pezzi, che dovranno combinarsi in modo da farlo funzionare. Allo stesso modo, la trasformazione della nostra mente – o la messa a punto del giusto tipo di attitudine mentale – richiede tempo.

Quindi, certamente nella mia vita quotidiana – nel mio atteggiamento mentale verso me stesso, i miei simili, i problemi, i nemici – esistono forse delle differenze, a causa della diversità dei metodi utilizzati nel lungo processo di educazione.

Spesso hai detto che dovremmo restare fedeli alle nostre tradizioni. Puoi spiegare cosa intendi dire?

Dalai Lama: Generalmente parlando, è meglio restare fedeli alle proprie tradizioni. È più opportuno. Ma tra alcune persone – in occidente si tratta solitamente di cristiani, ebrei e, fino a un certo punto, musulmani – esiste un interesse verso il buddismo. Talvolta, a causa della loro particolare disposizione mentale, queste persone non trovano efficaci le loro tradizioni, ma continuano a cercare una pratica spirituale. Sentono un forte richiamo verso il buddismo e allora, naturalmente, è loro diritto seguire il buddismo. Dopotutto, ogni religione appartiene all’umanità. Quello che è importante è che una volta che prendiamo la decisione di seguire un’altra religione, ci ricordiamo di evitare critiche verso la tradizione precedente. Dobbiamo mostrare rispetto per essa.

Cosa pensi che stia succedendo in occidente per renderci così attraente il buddismo?

Dalai Lama: Il desiderio di cambiare, forse. La gente vuole sempre qualcosa di nuovo. Nuovi mobili, nuovi vestiti, un nuovo colore per i capelli… tutte queste cose. Qualcuno vuole addirittura cambiare faccia (risata). Semplicemente, le persone vogliono qualcosa di nuovo: questo è un fattore.

Un altro fattore, più serio, è che talvolta la gente è molto scettica sulla fede. Poi scopre che alcune tradizioni asiatiche si fondano sul lavoro, o sull’intelligenza, senza chiedere alle persone di limitarsi ad accettare per fede gli insegnamenti. Ci sono molte spiegazioni che fanno seguito alla ricerca, quindi chi è scettico dei sistemi basati esclusivamente sulla fede può provare molta attrazione verso le tradizioni asiatiche. Questa è una ragione. Poi, un’altra cosa. Tutte le principali tradizioni possiedono insegnamenti sulla pratica della compassione, dell’amore, del perdono, ma il Buddha è diventato un simbolo della nonviolenza in tutto il mondo, un simbolo di compassione. Tutti gli antichi maestri insegnano lo stesso messaggio, ma quello del Buddha non è rivolto solo all’umanità: è per tutti gli esseri senzienti. Mette una grande enfasi sul rispetto per ogni forma di vita. E penso che sia forse per questo motivo che il Buddha è diventato un simbolo universale di compassione e nonviolenza, attirando moltissime persone al buddismo.

Pensi che il buddismo possa temperare un po’ della violenza di questo Paese?

Dalai Lama: Penso di sì.

Secondo te, in che modo i valori di questo Paese influenzeranno il buddismo?

Dalai Lama: Per quanto riguarda la filosofia o i concetti buddisti, non credo che vi saranno mutamenti sostanziali. Ma le antiche tradizioni indiane hanno cercato di spiegare la cosmologia. Dunque, in questi campi, la scienza moderna – la scienza della cosmologia, ma anche la biologia, la neurobiologia, la psicologia e la fisica – saranno di grande aiuto per sviluppare una comprensione più profonda della realtà.

Poi viene il Vinaya, il codice monastico. Nel Vinaya, il Buddha ha concesso uguali diritti all’uomo e alla donna. Ma sembra che in alcune forme della pratica vi siano delle discriminazioni. Nel passato, davamo per scontate queste cose; non esisteva molta consapevolezza al riguardo. In occidente, si fa molta attenzione all’uguaglianza, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne. Questa situazione potrebbe aiutarci ad aprirci la mente. E forse a discuterne per fare qualche correzione o modifica.

Ma c’è un problema. Una sola persona non può decidere di apportare dei cambiamenti al Vinaya. Questo genere di decisioni deve essere preso da un gruppo di sangha, di bhikshu, perché questa è la pratica monastica del sistema Thai o Theravada, di quello tibetano, di quello cinese, che da questo punto di vista sono tutti essenzialmente uguali. Per cui, logicamente, queste modifiche devono essere decise da un gruppo internazionale di sangha. Altrimenti, è un po’ difficile per noi tibetani, da soli, apportare dei cambiamenti. Da molti anni desidero organizzare un raduno internazionale dei bikshu di tutti i Paesi buddisti, specialmente di quelli della tradizione Vinaya, per discutere gli insegnamenti del Buddha in rapporto alla realtà odierna.

In occidente, una delle nostre realtà è il capitalismo. Hai detto che il capitalismo è troppo focalizzato sui soldi. Ciò pone dei problemi particolari allo studio del buddismo e alla sua trasmissione in un sistema di valori occidentali?

Dalai Lama: Non credo. Le persone, capitaliste o socialiste, sono interessate ai soldi ovunque. Penso che sia la stessa cosa. Orientale, occidentale, capitalista, socialista… Generalmente parlando, la gente è sempre attirata dai soldi e dal benessere materiale.

Hai detto moltissime volte che la tua religione è la gentilezza. Qualche volta, abbiamo la sensazione che tu intenda per “religione” qualcosa di diverso da quello che conosciamo noi.

Dalai Lama: Credo che sia molto utile o importante accostarsi a un non-credente in modo non-religioso, per dargli la pace della mente. E donarla allo stesso modo alla comunità e all’umanità in generale. In ogni caso, la maggioranza dei sei miliardi di abitanti del pianeta affronta la religione con poco interesse o scarsa serietà. Quella maggioranza, quel gruppo di persone, esercita un’influenza maggiore sulla società – o ha un ruolo più importante in essa – delle persone religiose.

Ho la sensazione che quando le persone non sono molto interessate alla religione, trascurano anche valori come la compassione, la condivisione, l’altruismo… Tutte cose che la gente considera messaggi religiosi e quindi rifiuta. Questo è un errore. Esse costituiscono un’etica secolare, non un messaggio religioso, e sono per tutti. Ognuno può comprendere che, in quanto essere umano, tu vuoi una vita e una famiglia felici. Ma i beni materiali non ti doneranno l’autentica pace o felicità interiore. I valori umani sono essenziali. Dobbiamo trovare un modo di presentare a chiunque i valori umani fondamentali: non come questioni religiose, ma come un’etica secolare essenziale, che tu sia religioso o meno.