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José Bové: «Ogm, è la scelta delle lobby»

di Anna Maria Merlo - 05/03/2010

  
 
Intervista a José Bové, eurodeputato di Europa Ecologia «La commissione Ue deve rivedere la grave decisione»

José Bové, europarlamentare eletto dalla Francia nelle liste di Europa Ecologia, è stato condannato nel suo paese per delle azioni di sradicamento di colture ogm, coltivate in via sperimentale. Adesso è in prima linea, con il gruppo dei Verdi europei, nella lotta contro la superpatata Amflora della Basf. In un comunicato, se la prende con la Commissione e il voltafaccia di Josè Barroso, che ha riaperto la strada degli ogm, dopo una pausa di 12 anni (l'ultimo permesso nella Ue era stato dato nel '98 alla Monsanto, per il mais Mon 810). «La Commissione - dice - deve uscire dalla sua torre d'avorio e rivedere la decisione. Deve ascoltare i cittadini che non vogliono gli ogm». Al telefono da Bruxelles, spiega la strategia che il contrattacco contro l'Amflora ha deciso di seguire. In Francia, il governo tergiversa, chiama in causa la commissione sulle biotecnologie, per un parere, mentre il Ps chiede che Parigi decida una moratoria e Greenpeace invita Sarkozy ad invocare la clausola di salvaguardia per sbarrare la strada alla superpapata nelle coltivazioni francesi.

Cosa evete deciso di fare per cercare di cambiare la situazione, dopo il via libera della Commissione?

Per il momento due paesi hanno rifiutato, l'Austria e l'Italia. In Francia abbiamo chiesto al ministro dell'ecologia, Jean-Louis Borloo, una presa di posizione chiara. Poi vedremo a livello europeo come fare ricorso. Bisogna ricoordinare il movimento anti-ogm, per mettere a punto una strategia collettiva. Prima di tutto, c'è il coordinamento delle Regioni senza ogm, che raggruppa una cinquantina di regioni europee, che non vogliono gli ogm sul loro territorio. La questione che va messa in luce è che la Commissione ha dimostrato con questa decisione una volontà di scaricare il dibattito sui paesi membri.

La Commissione ha preso una decisione generale, mentre poi ha scaricato sui paesi membri le decisioni concrete di introdurre o meno la patata ogm?

Sì, è così. Ho detto a Barroso che non sono d'accordo. L'Europa prende una decisione generale, poi lascia che ogni singolo paese membro si sbrogli da solo. Praticamente, se ne lava le mani. Una volta di più, vediamo che l'Europa si tira indietro e non vuole prendere posizione. Ci sono forti pressioni delle lobby delle multinazionali, che sono in permanenza presenti a Bruxelles. La Basf, per esempio, l'anno scorso ha fatto ricorso contro l'Europa proprio per la patata ogm.

Su quali basi ha deciso la Commissione per autorizzare in linea generale la superpapata?

Questo è il problema: la decisione è stata presa solo sulla base di valutazioni della stessa Basf. L'Efsa, l'agenzia per la sicurezza alimentare europea, verifica le analisi ma utilizza solo i documenti forniti dalle società produttrici. Una ex commissaria che si occupava di ogm adesso lavora per una società che produce ogm, la Syngenta. È tutto dire. Per questo, di fronte alla pressione delle lobby, bisogna rafforzare le istanze europee.

Per il momento due paesi hanno rifiutato la superpatata. Ma altri la vogliono - e tra questi c'è anche la Germania. Ma quando una coltura è accettata in un paese, che garanzia ha uno stato che la rifiuta di non trovarsela in vendita, visto che esiste un mercato unico?

La libera circolazione fa sì che un prodotto possa passare da un paese all'altro. L'Europa è nata per questo ed è un bene. Ma adesso siamo messi di fronte a un imbroglio. Esistono difatti altre varietà convenzionali di patate arricchite in amido. Perché allora è stata data l'autorizzazione per questa papata a rischio? Esiste un rischio di contaminazione incrociato. C'è stata una truffa rispetto alla questione della modernità. Di che modernità ci parlano? Tra l'altro l'Amflora appartiene alla prima generazione degli ogm, risale al '98. Non solo la patata ogm non è mai stata valutata in modo indipendente, ma c'è un serio rischio di trasferimenti e trasporto di microrganismi resistenti a un antibiotico. Nella Ue non si possono mettere sul mercato ogm con resistenza agli antibiotici e quindi l'Amflora è in contraddizione con la direttiva europea sugli ogm. C'è il rischio che questa patata entri nella catena alimentare. Nei campi, si cambia coltura, per un periodo si coltiva la patata ogm e poi si può passare a una patata per l'alimentazione umana. Ma nel terreno restano dei tuberi e quindi c'è il rischio di contaminazione.