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Dalla Pianura Padana alla California: nebbia a rischio scomparsa

di Alessandra Profilio - 05/03/2010

Negli ultimi 20 anni in Val Padana si è registrata una riduzione della nebbia del 30-35%. Tuttavia, la sensibile diminuzione della foschia non riguarda soltanto il nord Italia ma interessa anche gli Stati Uniti, in particolare la California.

 

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Negli ultimi 20 anni in Val Padana si è registrata una riduzione della nebbia del 30-35%
“Noi abbiamo il sole, noi abbiamo il mare, voi non avete neanche la nebbia”.

 

Si cambia musica: tra qualche anno potrebbe essere questa la nuova versione del famoso coro da stadio “Avete solo la nebbia”. Questo fenomeno atmosferico tipico dei paesaggi invernali del nord Italia – che prima ancora degli ultras ha ispirato illustri poeti – potrebbe infatti scomparire, vittima dei cambiamenti climatici.

 

Negli ultimi 20 anni in Pianura Padana, catalogata fino agli anni '90 come una delle zone più nebbiose del mondo, si è registrata una riduzione della nebbia del 30-35%.

Come ha spiegato Giampiero Maracchi, ordinario di climatologia all’Università di Firenze, “il periodo tra gli anni '60 e '90 è stato caratterizzato da valori medi di nebbia molto elevati, mentre poi la media '80-'99 è caratterizzata già da una fase di cambiamento della circolazione atmosferica e del clima”.

 

“Questa 'perdita' di nebbia – ha quindi concluso Maracchi – è probabilmente dovuta a un cambiamento della circolazione. L'aria umida viene dall'Adriatico e va a cozzare con le Alpi Marittime. Con la modifica della circolazione quest'aria umida proveniente dall'Adriatico la nebbia non ha la stessa frequenza”.

 

La sensibile diminuzione della foschia non riguarda soltanto il nord Italia ma, al contrario, interessa anche gli Stati Uniti e preoccupa gli studiosi di oltreoceano.

 

 

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La riduzione della nebbia in California comporta conseguenze negative per le foreste di sequoie
In California, infatti, negli ultimi cento anni la nebbia (che lì è un fenomeno tipicamente estivo) si è ridotta di un terzo, come risulta da uno studio condotto dall’Università di Berkley. “In California dal 1901, il numero medio di ore di nebbia lungo le coste in estate è calato dal 56 per cento al 42 per cento, ovvero di circa 3 ore al giorno”, afferma James A. Johnstone, uno degli autori dello studio.

 

 

“Abbiamo scoperto una relazione forte tra l’apparizione della nebbia e un particolare regime di temperatura nella regione costiera sul Pacifico le estati più nebbiose sono associate con condizioni più fresche lungo la regione rivierasca e condizioni più calde all’interno, e viceversa. Fin dal 1951 il nesso tra la nebbia e il verificarsi di queste situazioni di accentuata disparità è molto forte».

Come spiega Johnstone, dunque, la nebulosità californiana sarebbe determinata dallo sbalzo tra il clima secco dell’entroterra e quello umido della costa, oltre che dalle correnti e dalla variazione costante delle temperatura dell’oceano (nota come Pacific Decadal Oscillation). Di conseguenza, la causa della netta riduzione della nebbia andrebbe rintracciata nell’attenuazione della differenza di clima tra la zona interna e quella costiera, registrata dagli studiosi.

 

A fare le spese di questa variazione meteorologica sono le foreste di sequoie, che grazie alla caligine possono conservare l'acqua durante gli aridi mesi estivi, e gli animali che, in assenza di quella nebbia “impalpabile e scialba” cantata da Giovanni Pascoli, non possono più contare sul particolare clima umido delle zone costiere.