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Crediti formativi per chi va in piazza il 25 aprile

di Enzo Chiaradia - 30/04/2010

Fonte: Liberaopinione.net



Le commemorazioni della resistenza sono talmente sentite dalla popolazione bellunese che per far affluire un po’ di gente si è dovuti ricorrere agli incentivi. La scoperta del nuovo sistema di arruolamento è venuta al preside dell’ Istituto Tecnico Industriale “Segato” di Belluno, Gerardo Cavaliero che, di fronte alla richiesta del sindaco della città Antonio Prade (centrodestra) di far partecipare gli studenti alla commemorazione del 25 aprile, non ha trovato di meglio che offrire a tutti i partecipanti un “credito formativo”. Il preside, che si è difeso dalle accuse di faziosità partigiana promettendo altri crediti per le prossime manifestazioni meno sospette, si è vantato dei risultati ottenuti con il suo geniale sistema: “Questo ci ha permesso di partecipare con 120 studenti su 700, mentre scuole come il Catullo e il classico non hanno partecipato”.

In città le polemiche si sono immediatamente ed inevitabilmente accese: “C’è gente che per un credito deve sgobbare tutto l’anno e chi se lo porta a casa con un’oretta di presenza ad una manifestazione”, sostiene un ragazzo che assiste da lontano alla sentita commemorazione.
Non va dimenticato che questa è una città che, dietro le pieghe di una medaglia d’oro alla resistenza, nasconde vergogne partigiane venute alla luce solo nel tardo dopoguerra, come il massacro a Lamosano di uno squadrone di 65 militi fascisti trucidati e bruciati dopo essersi arresi e aver deposto le armi; o come l’infoibamento di un numero imprecisato di civili nella famosa forra del Cansiglio, il Bus de la Lum, per dir delle più note. E questa è anche la città che ha intitolato una sala riunioni del Comune al partigiano comunista Eliseo Dal Pont (“Bianchi”)che ha pubblicamente ammesso di essere stato uno degli esecutori del massacro di Lamosano.

Il fatto scandalizza fino ad un certo punto, essendo abituati a cose più gravi che l’imbecillità di un preside e la pochezza di un sindaco. D’altronde il nostro è un Paese dove l’80% degli iscritti all’ ANPI è nato nel dopoguerra e ciò consente all’ associazione dei partigiani di incassare dallo Stato una cifra superiore ai 500.000 euro annui.

Adesso manca solo che, ad una di queste manifestazioni “spontanee”, qualcuno rievochi i giorni di dolore in cui i giovani venivano convogliati nelle piazze d’Italia per le manifestazioni ginniche del “sabato fascista”. Che vergogna, quale crimine contro la libertà!