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No Nukes

di Ralph Nader - 21/05/2010

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Una generazione di Americani è cresciuta senza che un singolo impianto a energia nucleare fosse messo in linea dal momento dell’ultima fusione della struttura di Three Mile Island del 1979.
Essi non sono stati esposti agli enormi costi, rischi e pericoli per la sicurezza nazionale associati alle loro operazioni e al grande ammontare dei rifiuti radioattivi ancora senza una “cassaforte”: un posto di magazzinaggio permanente per decine di migliaia di anni.
Tutti gli Americani meglio informati sanno che una lobby dell’energia atomica rinascente vuole che i contribuenti paghino la tassa per rilanciare questa industria.
Salvo che voi otteniate dal Congresso la fine di tale modo di bollire l’acqua follemente sporco e complesso per produrre vapore per l’elettricità, voi pagherete la ricerca industriale, le garanzie del prestito all’industria e il costo stimato in un trilione di dollari (aggiustato all’inflazione) di una sola fusione, secondo la Nuclear Regulatory Commission, dovuto ad incidenti più grandi immediati e a catena.
L’industria nucleare gioca alla roulette russa e asserisce che una fusione di classe 9 non accadrà mai.
Che nessuno delle migliaia di treni, camion e chiatte con rifiuti radioattivi non avranno mai un incidente catastrofico.
Che i terroristi rinunceranno a colpire un impianto nucleare o a dirottare materiali mortali, altri disastri non meno consequenziali.
Il peggior incidente al reattore nucleare accadde nel 1986 a Chernobyl nell’attuale Ucraina.
Sebbene di un design diverso rispetto a quasi tutti i reattori USA, la rottura risultante del contenimento rilasciò una nube radioattiva che si diffuse nel mondo ma si concentrò intensamente in Belorussia, Ucraina e Russia europea e dopo sul 40% dell’Europa.
Per ragioni diverse, sia gli interessi governativi che commerciali si dedicarono al minimizzare sia la causa di morte radioattiva immediata che le malattie e le devastazioni a tempo più lungo con questa forma invisibile e silenziosa di violenza. Inoltre essi non furono ardenti nel finanziare i successivi monitoraggi e la ricerca.
Ora arriva la traduzione inglese del rapporto più esauriente e scientifico da catalogare intitolato Chernobyl: Consequences of the Catastrophe for People and the Environment il cui autore principale è il biologo Alexey V. Yablokov, un membro della prestigiosa Accademia Russa delle Scienze. Acquistabile dalla New York Academy of Sciences (visitate nyas.org/annali), tale analisi densamente referenziata studia la radiazione acuta inflitta sia ai primi contaminati (detti “liquidators”) che ai residenti vicino che soffrono di malattie radioattive croniche.
“Oggi,” sostiene il rapporto, “ più di 6 milioni di persone vivono su una terra con livelli pericolosi di contaminazione – terra che continuerà ad essere contaminata per decenni e nei secoli.”
Torniamo in USA, dove, in modo deplorabile, il Presidente Obama ha parlato bene dei cosiddetti “impianti nucleari più puliti e sicuri.”
Egli ha appena fatto una richiesta finanziaria di altri $54 miliardi garantiti dal contribuente in aggiunta agli altri $18 miliardi dati sotto Bush.
Voi vedete, i finanzieri di Wall Street non presteranno alle compagnie elettriche il denaro per costruire nuovi impianti nucleari che costano $12 miliardi e più, a meno che Zio Sam non garantisca il 100% del prestito.
Strano, se le centrali nucleari sono così sicure e efficienti: perché non possono essere costruite con capitali di rischio privati non garantiti?
La risposta a questa domanda viene dalla testimonianza di Amory B. Lovins, scienziato capo della Rocky Mountain Institute, nel marzo 2008 davanti al [House of Representatives USA] Select Committee on Energy Independence (rmi.org).
La sua tesi: “la crescita dell’energia nucleare ridurrebbe e ritarderebbe la protezione climatica e la sicurezza energetica … ma non può reggere nel capitalismo del libero mercato.”
Spiegando la sua idea con concisione brillante, Lovins, consulente per gli affari e del Defense Department, dimostrò con numeri e dati che il nucleare “diviene non competitivo in modo drammatico nel mercato globale con le risorse che usano poco o per niente il carbone che offrono una soluzione climatica per il dollaro, molto più velocemente.”
Lovins non include nemmeno l’incidente o i rischi di sabotaggio. Egli testimoniò che “poiché essa è [l’energia nucleare] diseconomica e non necessaria, non ci serve indagare nei suoi altri attributi.”
L’energia rinnovabile (es. quella del vento), la cogenerazione e le efficienze energetiche (megawatts) sono ora molto più sostenibili.
Sfido chiunque nell’industria nucleare o nell’accademia a dibattere con Lovins al National Press Club a Washington, D.C., con un moderatore neutrale, o davanti a un comitato del Congresso.
Comunque, la frotta dei lobbisti del nucleare ha condizionato  il Congresso, spargendo il suo denaro ovunque, con colazioni di falsità e strumentalizzando il riscaldamento globale nutrito dai combustibili fossili.
I potenti critici del nucleare al Congresso vogliono che la legge sull’energia passata alla House si concentri sul cambiamento climatico.
Per diminuire l’opposizione, entrarono in un accordo che fissò gli status dei reattori nucleari per avere garanzie di prestito e altri sussidi nella stessa legge che passò alla House e, come al solito, languisce al Senato. Da tempo, gli oppositori decisi al nucleare che contraddicono il cambiamento climatico, come il Cong Ed Markey (D-MA), si sono calmati rispetto al passato, mentre i Repubblicani (amanti dei sussidi del contribuente) e alcuni democratici strillano per il nucleare.
Tutto questo danneggia gli sforzi audaci della Union of Concerned Scientists, NIRS, Friends of the Earth, e altri gruppi di cittadinanza organizzata che preferiscono un futuro energetico molto più sicuro, più efficiente, e certo per la nostra nazione e il mondo.
Proprio di recente, un pamphlet ben fatto e documentato di Beyond Nuclear riassume il caso contro l’energia nucleare come “Costoso, Pericoloso e Sporco.”
Il dettaglio chiaro e preciso e la documentazione facilitano l’educazione rapida dei vostri amici, vicini e colleghi di lavoro.
Voi potete scaricarlo gratis e stamparlo per una distribuzione più ampia su www.BeyondNuclear.org.
Valgono molto i 10 o 15 minuti che servono per assorbire la verità su questa tecnologia preoccupante – piena di ritardi e grandi costi aggiuntivi – che grava sul benessere governativo dagli anni cinquanta.

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Tradotto da F. Allegri