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Discariche abusive, cittadini indignati

di Andrea Boretti - 28/05/2010


Sempre più discariche abusive deturpano i paesaggi e le aree verdi dei comuni italiani. Segno di un malcostume di singoli, ma anche di organizzazioni stesse, che continuano ad ignorare il valore del bene comune. Eppure qualcosa sta cambiando e oggi i cittadini non sono più complici silenziosi. Anzi si indignano e denunciano. Segno che una nuova coscienza civile sta prendendo piede.




In Italia nel corso dell'ultimo anno i rifiuti sono diminuiti
In Italia nel corso dell'ultimo anno i rifiuti sono diminuiti. Una diminuzione dovuta essenzialmente alla crisi che ha messo in ginocchio le famiglie, costrette così a consumare meno, e le imprese che in molti casi sono fallite o più semplicemente hanno ridotto la produzione di beni e quindi anche di rifiuti.

Questi dati registrati dall'Ispra nel rapporto annuale non tengono però conto di tutti i rifiuti che non passano per inceneritori e discariche ufficiali. Tanto per fare un esempio solo pochi giorni fa a Lecce è stata scoperta una discarica abusiva di ben 10mila metri quadri. L'area, in parte destinata a coltivazione agricola e in parte occupata da una vecchia masseria disabitata, è oggi letteralmente ricoperta di rifiuti di tutti i tipi, tra cui anche numerosi rifiuti speciali pericolosi, oltre che per il territorio sul quale sono stati depositati, anche per la salute pubblica. Ora, i proprietari dell'area sono stati arrestati, ma questo non riparerà mai l'enorme danno ambientale che è stato causato.

Quello delle discariche abusive è un malcostume da troppi anni radicato nel nostro paese. A volte si tratta di pigrizia e ignoranza ambientale propria del cittadino che scarica abusivamente, spesso - nei casi come quello di Lecce - si tratta di vere e proprie imprese a delinquere che se ne “fregano” del bene comune e del territorio, che sacrificano per un tornaconto personale.


Basta girare nelle periferie delle grandi città per trovare lungo strade poco battute, rifiuti di ogni tipo, divani, lavatrici...
Basta girare nelle periferie delle grandi città per trovare lungo strade poco battute, rifiuti di ogni tipo, divani, lavatrici... Ma anche lontano dai grandi centri succede che aree verdi - sempre meno in quest'Italia sempre più vittima del cemento - vengano deturpate in maniera scellerata con risultati spesso da vero e proprio disastro ambientale. Un nostro lettore ci ha scritto dicendo: "Ero andato a fare una passeggiata per stare a contatto con la natura e percorrendo la stradina che attraversa il boschetto ho visto riversati sotto il lato a valle della strada una montagnetta di pneumatici vecchi. Andando giù ho notato che molti di questi per la pendenza sono rotolati a valle e si sono disseminati ovunque".

La zona incriminata si trova al confine tra Catanzaro e Cosenza, sulla statale che da Soveria Mannelli va verso la superstrada e prosegue poi sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, allo svincolo per Borboruso. La discarica abusiva si trova proprio al confine tra le due province, e la scelta non pare casuale considerato che in questo modo la politica e la giustizia, se mai presteranno attenzione al problema, dovranno prima di tutto mettersi d'accordo sulla competenza, sulle responsabilità del mancato controllo, sugli oneri di pulizia dell'area e sul luogo di smaltimento dei rifiuti. Insomma, tutta una serie di pratiche e procedure che rischiano di allungare i tempi di pulizia dell'area per non parlare dell'apertura di una qualunque indagine.

La segnalazione del nostro lettore serve a farci riflettere. E se da un lato la tristezza è grande nel sapere che un bosco, una volta destinato a passeggiate alla ricerca di un po' di pace e del contatto con la natura semplice e accogliente, oggi è rovinato da una discarica di pneumatici e altri ingombranti, dall'altro siamo felici che persone come il nostro lettore ci scrivano indignati, chiedendo cosa possono fare e come denunciare questo abominio. È il segno, sempre più frequente e sempre più forte, di un cambio di sensibilità nei cittadini italiani.

È il segno che gli italiani amano l'Italia e sono stanchi di chi la stupra tutti i giorni con discariche abusive e colate di cemento. È il segno che non manca molto al momento in cui disappunto e rabbia supereranno la barriera del malcontento e dei borbottii tra amici per giungere a modelli di protesta e resistenza più consapevoli e organizzati. Tutto, ovviamente, per un mondo migliore, per un'Italia in cui se si va a passeggiare in un parco ci si possa imbattere solo in animali selvatici, in una natura incontaminata e non in vecchi pneumatici da dribblare ad ogni passo.