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Decalogo della sostenibilità

di Monica Di Sisto - 04/06/2010

Fonte: fairwatch

Pochi punti, ma chiari: per combattere il cambiamento climatico serve un'azione forte e ad ogni livello per cambiare modello economico e stile di vita. L'organizzazione equosolidale Fair a Bonn assieme a Climate Justice Now! per rilanciare la mobilitazione verso la COP16 di Cancun 2010
 
4 giu - Cambiare sistema economico e produttivo, rifocalizzare il commercio sull'economia locale e solidale e gli investimenti per incentivare l'uso delle rinnovabili. Creare una cornice legale coerente capace di dare spazio alle esigenze delle comunità e di ripagare il debito ecologico e sociale tra Nord e Sud del mondo.
Sono questi alcuni tra i punti chiave che Fair, all'interno della coalizione Climate Justice Now!, rilancia da Bonn in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità del 5 giugno.
Elementi già discussi ed approvati nelle proposte uscite dal Summit dei popoli di Cochabamba in Bolivia lo scorso aprile, grazie al contributo di diversi Governi (tra cui Ecuador, Venezuela, Bolivia) e di oltre 35mila delegati di organizzazioni di base e movimenti sociali, e per questo sottoposte dal Governo boliviano all'UNFCCC secondo le direttive delle Nazioni Unite per essere inserite nei documenti negoziali. Proposte che non sono state ancora inserite nei negoziati ufficiali, dando la sensazione di una progressiva esclusione delle esigenze di comunità e movimenti dalle discussioni ufficiali. Sulla falsariga delle politiche escludenti già viste a Copenhagen per Conferenza delle Parti del dicembre scorso.
"E' necessario un cambio di rotta", spiega Monica Di Sisto vicepresidente di Fair e presente come osservatrice ai negoziati UNFCCC in corso a Bonn,"dobbiamo mettere mano al modo con cui produciamo, consumiamo, distribuiamo il cibo per proteggere e
sviluppare una produzione alimentare e sostenibile, a basso impatto, che promuova la sovranità alimentare ed il consumo locale. Questo porterebbe ad una significativa riduzione delle emissioni dei gas serra, combatterebbe la fame e la crisi, a breve e a lungo termine, spostando il focus da un‟agricoltura orientata all‟export e industriale. Per far questo, però, le regole della Wto non dovrebbero applicarsi a cibo e agricoltura".
L'agricoltura infatti è l’attività centrale per la sopravvivenza del 75% dei poveri del mondo, ma fondamentale anche per l’alimentazione e la vita di tutti gli abitanti del pianeta, è in pericolo. Parliamo dell’agricoltura, che fornisce cibo e materie prime, alimentari e non, per la maggior parte delle attività umane. Essa dovrà sfamare entro il 2050 circa 9,1 miliardi di abitanti del pianeta, ma anche ridurre i livelli di povertà attuali, stando agli impegni internazionali. Tuttavia IFPRI stima che senza una riduzione delle emissioni attuali di gas serra, di cui l’agricoltura è tra i principali responsabili con la generazione di circa il 14% delle emissioni globali, le superfici irrigate e coltivate a grano e riso potrebbero ridursi rispettivamente del 30 e del 15% con 25 milioni di bambini che scivolerebbero sotto la soglia della malnutrizione. Ma c’è di più: se al calcolo delle emissioni relative alla semplice attività di coltivazione si unisce anche quello relativo alla produzione e al trasporto degli inputs come degli stock, si arriva tranquillamente al 32%. Così secondo il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (Wfp) il numero degli affamati potrebbe crescere del 10-20% in più rispetto a quello che sarebbe in assenza dei cambiamenti climatici. Come i movimenti contadini, e anche panel prestigiosi di esperti come l’IAASTD stanno affermando da tempo, l’agricoltura contadina, in particolare quando applica le tecniche dell’agricoltura biologica, insieme a modelli di distribuzione e di consumo localizzati e più sostenibili, rappresenta la vera e unica soluzione per “raffreddare” il pianeta.
Una nuova agenda verso la COP16 di Cancun 2010, che verrà ribadita in convegno pubblico il prossimo 11 giugno alle ore 17.00 a Genova in Regione Liguria (piazza De Ferrari) "Cambiamo il commercio per non cambiare il clima" che vedrà come relatori, tra gli altri, l'Assessore all'ambiente Renata Briano della Regione Liguria, Monica Di Sisto vicepresidente di Fair, il coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente Maurizio Gubbiotti, Raffaella Bolini della presidenza nazionale dell'Arci.