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Sull'onda del Magical Mystery Tour 2006

di Steven Laffoley - 04/05/2006


Dato che gli elettori cominciano a scarseggiare, George Bush non ha perso tempo per entrare nel suo personale 'Magical Mystery Tour', nel corso del quale cerca di conquistare il pubblico cantando "seducenti motivetti da baraonda". Peccato che i suoi connazionali abbiano già iniziato a interrogarsi su quella che oggi in America è considerata una rarità: la verità

“Partecipate”, dice il presidente agli americani, “entrate tutti nel Magico Tour del Mistero [Magical Mystery Tour, NdT]. Prego, da questa parte”.

Già, proprio così – il Magico Tour del Mistero. Dopo tre anni di guerra e una sfilza di stramberie, siamo arrivati a questo: George W. Bush è il quinto Beatle, che canticchia ritornelli vagamente familiari e ci invita a farci trasportare dall’onda del suo Magico Tour del Mistero.

Agli scettici promette: “Disponiamo di tutto quello che desiderate, sarete soddisfatti”.

Il presidente Usa è in tournée perché gli elettori cominciano a scarseggiare, a causa della sua presidenza e della sua sporca guerra in Iraq. Dopo anni di shock e di terrore dilagante, di torture nella prigione di Abu Ghraib e di guerra civile non dichiarata, gli americani alla fine nutrono più di qualche dubbio sul fatto che la morte di centomila iracheni li abbia ripagati per la tragedia dell’11 settembre. Essi si sentono stranamente svuotati da tre anni di dieta lampo a base di timore, smembramento e morte, e stanno iniziando a porsi interrogativi su quella che oggigiorno in America è considerata una rarità: la verità.

Ma questi interrogativi fanno sudare freddo il presidente statunitense. Come osservò Groucho Marx ne 'La Guerra Lampo dei Fratelli Marx', non possiamo fermare la guerra perché abbiamo già versato la caparra per il campo di battaglia. E poi, comunque, ci sono alcune promesse da mantenere – promesse agli infuriati neocon del "Progetto per il Nuovo Secolo Americano" ["Project for the New American Century Neo-Cons", NdT] promesse all’infuriata setta che controlla le fonti energetiche e promesse all’infuriata destra religiosa apocalittica.

Così Bush inizia la tournée – il suo Magical Mystery Tour – per riaccendere la fiamma della follia nazionale e per cantare i suoi seducenti motivetti da baraonda. Ovviamente egli sa che, di questi tempi, diversi suoi connazionali vanno cantando una canzone diversa: “Tutto ciò che voglio è la verità. Dammi solo la verità”. Ma sa anche che, in questa scandalosa Età della Sragione, un eccesso di verità può essere solo un sedativo. Una seccatura. Un trip riuscito male.

E chi lo vorrebbe un trip così? Per questo il presidente Usa si mette a distribuire zuccherini nel parco e intona le sue canzoni del Magical Mystery Tour come uno psichedelico pifferaio in giacca e cravatta che balla sull’orlo dell’apocalisse, invitando tutti i topolini a seguirlo nelle tenebre.

Guardatelo in televisione, durante le tappe che lo portano a toccare l’intera nazione. Entra in scena accolto da fragorosi applausi, il ben noto ghigno stampato in faccia, mentre canta le sue canzoni di unità: “Io sono lui come tu sei lui come tu sei me come siamo tutti insieme.” E il pubblico, fedele, esulta.

E poi eccolo che agita il dito contro coloro che abitano i deserti, coloro che “ci minacciano” e che “odiano le nostre libertà”. Li cita cantando: “Guarda come scappano, come maiali in fuga da un fucile, guarda come volano”. E di nuovo il suo pubblica fa festa – ma non alla pazzia. Essi sanno che si tratta di pazzia. Esultano perché amano il ritmo della menzogna, ne amano la fosca, ammaliante bellezza. In fondo lo sanno che la pazzia non ha bisogno di una ragion d’essere. Ha solo bisogno della rima. E questo presidente sa bene come usare la rima.

Persino a Washington, la tappa del Magical Mystery Tour che si trasforma in conferenza stampa presso la Casa Bianca, le sue menzogne in rima l’hanno vinta. Lui sa, come disse il vicepresidente Cheney, che il suo calo di popolarità è colpa dei media, è conseguenza dei loro servizi negativi, del loro rifiuto nel parlare dei progressi fatti in Iraq, nel parlare delle variopinte caramelle che le sue truppe distribuiscono ogni giorno ai bambini iracheni. Perciò, lui li critica per la loro codardia. “Budino di materia gialla che cola dall’occhio di un cane morto”, li apostrofa con la sua cadenza texana: “Accidenti, hai fatto proprio la bambina cattiva, sei stata proprio cattiva”.

E i giornalisti riuniti borbottano e si accucciano – tutti eccetto una.

La vecchia Helen Thomas1, che ultimamente non fa molte domande, parla con coraggio e fa la sua domanda, l’unica che conta veramente: “Signor presidente, perché ha voluto questa guerra?”. La stanza piomba nel silenzio, mentre il presidente si limita a un sogghigno ed elude la domanda. “Esperti, fumatori che soffocano”, canta, “Non pensate che il buffone rida di voi?”. La vecchia Helen rimane senza parole, mentre gli altri giornalisti carcano invano di sorridere, chiedendosi cosa diavolo intenda il loro presidente.

“Mi viene da piangere,” pensa la vecchia Helen.

“Ci viene da piangere,” pensano gli americani alla ricerca della verità.

Ovviamente, il presidente assicura alla vecchia Helen, ai giornalisti riuniti e all’intero popolo americano che in questa pazzia nazionale c’è una causa comune. “Dopo tutto,” afferma con enfasi, “io sono Humpty Dumpty2, l’uomo-uovo; loro sono gli Humpty Dumpty, gli uomini-uovo”.

Ma poi il presidente ci ripensa. Dopo tutto, è lui il leader di questo Magical Mystery Tour. Così si schiarisce la voce e canta trionfalmente, “Io sono il tricheco, goo goo g’joob!”. E i giornalisti scarabocchiano ubbidienti nei loro taccuini: “… il tricheco, goo goo g’joob?”

“Io sono il tricheco,” cantava in passato il John dei Beatles nella celebre I am the walrus. E, quando si presumeva che il Paul dei Beatles fosse morto – e si presumeva che la parola “Tricheco” significasse “cadavere” in greco – ancora John cantava in maniera sibillina, “Il tricheco era Paul.” Ma in questa decadente Età della Sragione, forse la verità è ancor più strana. Forse, in questo Magical Mystery Tour – dove i cadaveri si ammucchiano uno sopra l’altro nella fresca notte del deserto – il tricheco è George.

E il tricheco George canta: “Il Magico Tour del Mistero muore dalla voglia di portarvi via, muore dalla voglia di portarvi via, di portarvi via oggi”. [Dal testo di Magical Mystery Tour dei Beatles, NdT]

 

Steven Laffoley è uno scrittore americano che vive ad Halifax, in Nuova Scozia. È autore di 'Mr. Bush, Angus and Me: Notes of an American Canadian in the Age of Unreason'.


1. Nota come la “first lady" della stampa, Helen Thomas è stata per quarant’anni corrispondente dalla Casa Bianca, in prima fila a tutte le conferenze stampa presidenziali. É stata la prima donna ad avere incarichi presso l’associazione dei corrispondenti dalla Casa Bianca e il National Press Club. Ora è commentatrice per i quotidiani del gruppo Hearst. È stata uno dei pochi giornalisti “mainstream” ad opporsi con forza all’invasione dell’Iraq e ha sfidato l’amministrazione Bush sulle manipolazioni e le distorsioni che hanno portato gli USA in guerra.

2. Humpty Dumpty è un personaggio di una filastrocca di Mamma Oca, rappresentato come un grosso uovo antropomorfizzato seduto sulla cima di un muretto. Fu utilizzato anche da Lewis Carroll, che gli fece incontrare Alice in uno dei capitoli più celebri di 'Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò', molto caro, oltre che ai bambini, agli studiosi di semantica e linguistica.

 

 

Fonte: http://www.commondreams.org/views06/0327-20.htm
Traduzione a cura di Silvia Andrighetto, Francesca Marzotto, Silvia Nizzaro, Krystal Short e Serena Zanotto
(
Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Vicenza)