Giappone, 50 anni fa la strage di Minamata
di lanuovaecologia - 05/05/2006
| ||
Giappone del sud, Minamata. Sono trascorsi 50 anni da quando si scoprì che un numero preoccupante di morti nella zona era dovuto a una causa e impensata: avevano mangiato pesce inquinato da rifiuti al mercurio provenienti dagli scarichi dell'industria chimica “Chisso”. A questo letale accumulo di metallo nel corpo umano fu dato il nome di “sindrome di Minamata” e ancora oggi, 50 anni dopo, c'é chi ne soffre e ne muore. La sindrome è una malattia ancora senza cura (si può solo cercare di alleviarne i sintomi), che attacca il sistema nervoso, origina disturbi alla vista e all'udito e provoca malformazioni genetiche. Ma per stabilire un legame fra queste sofferenze e l'inquinamento dovuto alla “Chisso” ci vollero ben 12 anni, durante i quali l'industria negò non solo la sua responsabilità per la sindrome, ma addirittura l'utilizzo del mercurio nei suoi impianti. Le vittime del disastro ecologico ufficialmente riconosciute sono ora poco più di duemila e un migliaio coloro che risultano ancora affetti dalla sindrome. Ma in occasione delle celebrazioni dell'anniversario le associazioni locali hanno detto di ritenere assai inferiori alla realtà anche le successive valutazioni secondo cui le persone colpite in varia misura dalla malattia sarebbero almeno 12.000. Tuttora ci sono ben 3.800 abitanti della zona che attendono un riconoscimento di infermità che ritengono legate alla sindrome, e comunque è solo dal 1997 che tutta la fauna della baia di Minamata è stata dichiarata interamente fuori pericolo. Se con il trascorrere degli anni le conseguenze della tragedia hanno finito per essere ignorate in gran parte del mondo, lo scalpore che essa fece all'epoca della sua scoperta ha rappresentato per tutti un punto di non ritorno, una presa di coscienza senza precedenti sui temi della salvaguardia dell'ambiente e della salute, della lotta contro l'indifferenza per gli abusi ecologici. |