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L'agricoltore eroe che sfidò la forza della multinazionale

di Pietro Calvisi - 12/08/2010




La storia di Percy Schmeiser, contadino canadese citato in giudizio dalla multinazionale Monsanto per violazione del brevetto, è ormai passata agli annali come esempio dello strapotere delle grandi compagnie agroalimentari. Tutto inizia nel 1997, quando Schmeiser scopre che diverse sue piante di colza sono resistenti all'erbicida, poiché contaminate dai pollini della colza geneticamente modificata presente nei vicini campi della Monsanto.

L'anno successivo, l'agricoltore del Saskatchewan (regione occidentale del paese), decide di piantare le nuove colture con le sementi conservate dal suo ultimo raccolto.
Senza alcuna autorizzazione, gli ispettori della multinazionale entrano nelle sue terre e raccolgono campioni che inviano a far analizzare. Più del 90% delle piante risultano della specie «Roundup ready», resistenti all'erbicida Roundup, brevettate dalla Monsanto che denuncia l'agricoltore per non aver pagato i diritti di proprietà. Lo scontro nelle aule dei tribunali si conclude nel maggio del 2004 con la sentenza della Corte suprema canadese che, con 5 voti a favore e 4 contrari, condanna Schmeiser. La battaglia fra Davide e Golia costringe l'agricoltore a spendere quasi 300mila dollari e a ipotecare tutte le sue terre e la casa. Lo stupore delle associazioni ambientaliste, che avevano seguito il caso, fu enorme.

«La colza della Monsanto ha contaminato per anni i campi del Canada e non vi è alcun modo di bloccare questa evoluzione genetica - disse Federica Ferrario, di Greenpeace Italia, il giorno della sentenza - paradossalmente la Corte ha concluso che la Monsanto può continuare a contaminare i campi degli agricoltori e a minacciarli mediante costose azioni legali». Nessuna libertà quindi di coltivare ciò che si vuole, così come voleva fare Schmeiser, che da 50 anni produceva semi di colza senza nessuna variante transgenica.

Secondo alcuni studi, circa il 40% degli agricoltori del Canada occidentale lavorano colza con organismi geneticamente modificati (Ogm) poiché, una volta immesse in natura, le nuove forme di vita non si possono fermare. Il vento, gli uccelli, le api e altri animali trasportano i pollini su lunghe distanze mettendo a rischio tutte le colture biologiche. Lo scorso anno, invitato a parlare in un'università italiana, Schmeiser disse: «Da quando il Canada, nel 1996, ha autorizzato gli Ogm per le coltivazioni di mais, soia, colza e cotone, si è verificato un calo delle rese e l'utilizzo dei pesticidi è triplicato a causa delle piante super infestanti che hanno sviluppato resistenza contaminando i campi di frumento e colza di tutte le regioni».