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Un paese disonorato?!

di Alessandra Mottola Molfino* - 18/08/2010

Fonte: italianostra

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La messa all’asta del Colosseo; il prezziario delle Dolomiti nella lista dei beni del Demanio nazionale che saranno messi a reddito; i grandi capolavori dell’arte in tournée a favore del marketing del made in Italy; i paesaggi ceduti alle speculazioni per produrre oneri di urbanizzazione. Tutte queste (e altre) notizie vengono commentate sui media sempre con gli stessi argomenti: come fare soldi …come sfruttare meglio. Perfino i nostri soprintendenti e direttori di musei (irrisi, ricattati e svillaneggiati come conservatori miopi ed egoisti), quei tecnici che la Costituzione pone, infatti, a difesa della conservazione per le generazioni future del nostro prezioso patrimonio culturale e naturale, sono costretti a difendere il patrimonio usando gli stessi

argomenti: i turisti non vengono se non trovano i grandi capolavori al loro posto e vedono i paesaggi degradati, quindi si perdono i loro soldi.

Nessuno si chiede, di fronte a queste notizie e ai relativi commenti, se è questo un uso civile e ammissibile di beni che appartengono alla comunità il cui valore aggiunto è rappresentato proprio dall’essere “bene comune” e testimonianza diretta della nostra identità (o meglio dell’insieme delle nostre identità e culture)?

Esiste anche per i beni culturali una “questione morale”. Non tutto nella vita di ciascuno e nella vita di una nazione può essere ridotto a merce. Anche gli economisti dicono che nella società del mercato devono restare integri, fisicamente e spiritualmente, alcuni beni e valori non commerciabili.

Fare di questi nostri beni culturali e identitari una merce da sfruttare è una forma di lenocinio che intacca gravemente la nostra vita umana e

spirituale: è un disonore che ferisce ancora più a fondo un paese già tanto disonorato.

Ma gli italiani sono davvero disposti ad essere disonorati?

Dal cuore dell’osservatorio nazionale di Italia Nostra so per certo che esiste un’altra Italia: quella che nelle nostre centinaia e centinaia di Sezioni, con le nostre decine e decine di migliaia di Soci si batte ancora per l’onore di questo Paese; nella convinzione che sarà il nostro patrimonio culturale quello che ci aiuterà a rinascere.

 

*(Presidente nazionale di Italia Nostra)