New Orleans: otto mesi dopo Katrina
di Bill Quigley - 12/05/2006
Otto mesi dopo l’uragano Katrina, ci sono ancora 300.000 persone che a New Orleans non hanno fatto ritorno; e, mentre si può solo sperare che non vengano alla luce altri cadaveri, continua la lotta per rendere giustizia alle centinaia di migliaia di profughi della città |
Lo scorso 17 aprile sono stati ritrovati due corpi sepolti sotto ciò che una volta era una casa della nona circoscrizione. Questa scoperta ha fatto salire a 17 il numero delle vittime di Katrina ritrovate a New Orleans negli ultimi due mesi. L’uragano è ora accusato ufficialmente della morte di 1282 abitanti della Louisiana e, a distanza di 8 mesi dalla tragedia, lo Stato statunitense conta ancora 987 persone disperse. Il quotidiano di New Orleans, il Times-Picayune, ha riportato che nel ballottaggio per le elezioni del senato Usa, tenutesi nel 2002 fra la democratica in carica Mary Landrieu e la repubblicana Suzanne H. Terrell, New Orleans si è rivelata decisiva a favore della prima, che nella città Louisiana ha ottenuto 78.900 voti – contro i 42.012 ottenuti a livello nazionale. Nello spareggio del 2003 per la poltrona di governatore della Louisiana, fra la democratica Kathleen Blanco e il repubblicano Bobby Jindal, la Blanco ha vinto a livello nazionale per 54.874 voti, e nella sola New Orleans con un margine di 49.741. A New Orleans non sono in crisi soltanto le strutture di primo soccorso. La chiusura del Charity Hospital e di molte cliniche pubbliche, per esempio, ha reso complicato per un qualsiasi bambino svolgere i test per l’intossicazione da piombo o da altre tossine – nonostante recenti resoconti indichino la presenza di 46 “punti caldi” a rischio ambientale nella città. All’angolo fra ‘la Magnolia’ e la prima strada, nel centro della città, i livelli di piombo sono di 3.960 parti per milione, circa 10 volte il livello accettabile. Il Dott. Mielke dell’Università di Xavier sostiene che il 40% del territorio della città sia contraddistinto da elevati livelli di piombo nell’atmosfera.
Il Miami Herald ha riportato che il più grande appaltatore di contratti federali è stato Ashbritt Inc., di Pompano Beach, Florida, che ha siglato con l’esercito Usa contratti per più di 579 milioni di dollari al fine di rimuovere le macerie dal Mississipi. Lo stesso quotidiano ha poi aggiunto che la compagnia non possedeva una sola autoribaltabile! Tutto il loro lavoro si riduce a subappaltare e subappaltare. Tuttavia, Ashbritt ha recentemente versato 40.000 dollari alle compagnie lobbiste Barbour e Griffith & Rogers – dirette dal governatore del Mississipi ed ex-presidente nazionale del Partito Repubblicano Haley Barbour. I proprietari di Ashbritt, nel 2004, hanno anche trasferito 50.000 dollari al Comitato Nazionale Repubblicano. Tirate le vostre somme su dove potranno mai essere finiti tutti i soldi.
Nonostante più della metà degli abitanti di New Orleans abitasse in affitto e 84.000 di queste unità abitative siano state distrutte o danneggiate, soltanto 6.000 blocchi di abitazioni destinate ai redditi più bassi sono inclusi nel piano di ricostruzione statale.In tutta la città la gente vive già in case malmesse, in molte manca la corrente elettrica: se ci si avventura in un tour notturno attraverso i quartieri di New Orleans, è possibile notare persone sotto i portici delle case con le candele accese. La Louisiana chiama il piano CDBG “la strada verso casa”, ma ovviamente solo una parte di questa povera gente sarà in grado di avere accesso a questa “strada”.
A New Orleans gli alloggi pubblici erano occupati da donne, soprattutto lavoratrici, bambini e anziani: come potranno fare ritorno quando i prezzi degli affitti di abitazioni private saranno saliti alle stelle? Il segretario dell’HUD, Alphonso Jackson, il cui ente ha in mano la gestione degli alloggi locali, ha dichiarato in maniera chiara che i residenti degli alloggi pubblici non dovrebbero essere autorizzati a ritornare. In un’intervista al Times-Picayune, Jackson ha dichiarato: “Certe persone non dovrebbero tornare. Lo sviluppo urbano era ostacolato da alcune fra le più famose gang del paese. La gente nascondeva e si prendeva cura di queste persone perchè queste le proteggevano. Soltanto i migliori cittadini dovrebbero ritornare, quelli che pagano gli affitti puntali, quelli che hanno un’attività e quelli che lavoravano”. Lo schietto oratore Jackson, di colore, ha ammesso che il suo discorso avrebbe potuto sembrare offensivo dal punto di vista razziale. Ha detto Jackson a un reporter bianco: “Se fosse stato lei a dirlo, le avrebbero dato del razzista". Nonostante i seri problemi, ci sono anche segni di speranza. Per ogni campagna di ingiustizia e bassezza, ci sono persone che lottano, nonostante tutto, per creare opportunità di giustizia e di bellezza. La gente di New Orleans, insieme a collaboratori da tutta la nazione e dal mondo, continua a resistere alle forze dell’ingiustizia e a creare opportunità di decoro, comunità ed equità. Eccone alcuni esempi. La St. Augustine's Church, una delle più antiche chiese nere cattoliche della nazione, è stata chiusa improvvisamente dall’arcidiocesi di New Orleans nei mesi successivi all’uragano Katrina. L’edificio era stato consacrato a S. Agostino nel 1842 dai cittadini di colore di New Orleans, e accoglieva come fedeli sia uomini liberi che schiavi. Era una chiesa multirazziale e allo stesso tempo un centro per le attività della comunità. Dopo continue petizioni, veglie e proteste da parte della collettività, del quartiere e dei funzionari della chiesa stessa – inclusi alcuni che si sono incatenati nel presbiterio – la gerarchia cattolica è tornata sui propri passi. La gioiosa riapertura della St. Augustine's Church rappresenta una grande vittoria culturale e spirituale per la comunità locale. Dopo Katrina, gli abitanti della nona circoscrizione hanno perso le proprie scuole pubbliche. Essi desideravano che si intervenisse per ristrutturare la scuola del loro quartiere, la Martin Luther King Jr., dopo che vi erano entrati tre metri d’acqua. Le autorità, però, si rifiutavano di ripararla. Così i residenti, insieme ai membri del ‘Common Ground’ e del ‘Peoples Hurricane Relief Fund’ hanno deciso di fare da sé. Hanno iniziato intervenendo sulle parti infangate, riparando e ridipingendo tutta la scuola, e hanno continuato fino a quando il sovrintendente di Stato per l’istruzione non ha chiamato la polizia e fermato i lavori dicendo che si stava recando un danno. Dopo giorni di protesta pubblica a sostegno dei volontari, lo Stato ci ha ripensato. I volontari sono tornati al lavoro, e hanno ridato vita a uno spazio vitale nell’economia del quartiere – nonché un simbolo della resistenza. Mildred Battle ha 70 anni e si trova su una sedia a rotelle: è una delle 1.000 e più persone sfollate dai propri appartamenti nel quartiere 'S. Bernardo' di New Orleans. Sebbene sia già tornata tre volte, non le è mai stato permesso di rientrare nell’abitazione per riprendere le sue cose. Il suo appartamento ora è circondato da spesse lamiere di metallo a chiusura delle finestre, e da una pesante porta metallica della quale Mildred non possiede la chiave. La rampa di accesso al palazzo che le consentiva di raggiungere il suo appartamento è bloccata da una catena di recinzione che serve a tenere lontani i residenti. Questo mese, la sedia a rotelle di Mildred è stata la prima ad attraversare il cancello e la catena di recinzione, mentre dozzine di persone superavano l’unico guardiano e facevano irruzione nelle loro case. Mildred è stata aiutata dai alcuni amici a recuperare una foto di suo figlio, scomparso, e un trofeo in vetro intitolato a Martin Luther King, ora rotto, che aveva ricevuto negli anni novanta. Li ha stretti al petto e ha pianto dicendo: “Questa è stata la mia casa per tanto tempo, e voglio tornarci”. Mildred e gli altri residenti, insieme ai veterani delle strutture pubbliche e agli attivisti del C3 – un’organizzazione locale contro la guerra – hanno giurato che ci saranno più azioni dirette a far valere il diritto dei residenti a riprendere possesso delle loro abitazioni.
Fonte: http://www.commondreams.org/views06/0426-23.htm |