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La Francia punta sull’eolico

di Paolo Tosatti - 26/08/2010

Dieci miliardi di investimenti per costruire 600 aerogeneratori, distribuiti in dieci parchi offshore e in grado di produrre 3.000 megawatt di potenza. Parigi guarda alle fonti alternative per il proprio sviluppo.
Mentre in Italia si moltiplicano gli sforzi della lobby nucleare e di quella del carbone per tentare di screditare in ogni modo l’eolico, presentato agli occhi dell’opinione pubblica come il più antieconomico e dannoso sistema per la produzione di energia, oltralpe il governo di Parigi guarda con crescente interesse al vento e alle sue potenzialità di sviluppo nel breve periodo. Con il duplice obiettivo di aumentare la quantità di energia prodotta dalle rinnovabili e di stimolare la nascita di una filiera industriale nazionale, la Francia avvierà a breve un piano d’investimento nell’eolico offshore che prevede la costruzione di 600 aerogeneratori, distribuiti in una decina di parchi eolici tra le coste della Normandia e della Bretagna, nel nordovest, e la regione della Linguadoca-Rossiglione, nel sud. 
 
Inizialmente la potenza complessiva degli impianti dovrebbe essere pari a 3.000 megawatt, ma l’obiettivo è quello di raddoppiarla entro il 2020. Secondo il ministero dell’Ambiente francese, il progetto richiederà un investimento di base di circa 10 miliardi, cui dovrebbero aggiungersene altri 5 nel corso dei dieci anni successivi.  
 
Le gare d’appalto per le prime installazioni in mare aperto dovrebbero iniziare già a settembre; i progetti vincitori saranno poi tenuti sotto controllo per un periodo di 18 mesi per verificare la loro effettiva realizzabilità al costo previsto. In questo modo le autorità francesi mirano a scongiurare il rischio che siano selezionati programmi attraenti sulla carta ma concretamente irrealizzabili oppure eccessivamente onerosi. Come sottolineano gli esperti, infatti, l’eolico offshore è un settore ad elevato rischio, in cui gli imprevisti sono sempre in agguato. La realizzazione degli impianti sul fondale marino richiede analisi preliminari complesse e dettagliate, che comportano costi molto alti, e il governo francese vuole dunque evitare qualsiasi spreco. Anche per questo i bandi per le gare d’appalto privilegeranno la partecipazione di grandi consorzi, formati da gruppi energetici attivi nel settore eolico, come Gdf o Iberdrola, e produttori specializzati in tecnologie per l’energia, dalla Siemens alla General Electric.   
 
Sempre dalla Francia arriva un altro innovativo progetto per la produzione di energia dal vento. Sull’autostrada A6, tra Parigi e Lione, si sta sperimentando un’inedita pala eolica alimentata dallo spostamento d’aria causato dal passaggio di mezzi pesanti, come camion, pullman e autoarticolati. Per il momento la turbina è in grado di produrre solo 1,5 kilowatt, ma l’energia così accumulata può essere comunque impiegata per mantenere in funzione la segnaletica stradale, pannelli per i messaggi o videocamere.
 
Inoltre, come sottolineato dalla Cita Production, la piccola azienda di Lamarche-sur-Saône che ha sviluppato il progetto, il costo di un simile impianto è quasi del tutto ripagato dal risparmio sulle reti elettriche che sarebbe necessario realizzare per trasportare l’energia fino ai segnali luminosi.