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Cina: il business delle lucciole, vendute come 'dono d'amore'

di Tamara Mastroiaco - 01/10/2010

Nasce in Cina il business delle lucciole. Rinchiusi in un barattolo e venduti ad un prezzo che varia dai 50 centesimi ad 1 euro, gli insetti luminosi sono ora richiestissimi come "dono ideale per fidanzati ed amanti". Un’altra minaccia per questi piccoli esseri, la cui sopravvivenza è già messa a dura prova dai cambiamenti climatici, l’inquinamento e l’illuminazione a giorno di tutte le aree industrializzate.


lucciole
In Cina le lucciole sono ora vendute come “dono ideale per fidanzati ed amanti”

"In Cina nasce il business delle lucciole. I piccoli insetti luminosi, considerati simboli di romanticismo, sono diventati richiestissimi nel paese negli ultimi tempi, in quanto sono dono ideale per i fidanzati e gli amanti". Apprendere notizie, come quella pubblicata dallo Shanghai Daily, giorni fa, mi fa rimanere senza parole.

Mi chiedo se può essere un atto di amore, la morte di un essere vivente per suggellare un amore. Il costo della vita di un piccolo e innocuo insetto, che rende straordinarie le sere d'estate, per guadagnare da 50 centesimi a 1 euro. Questa è la tariffa che un venditore chiede per lo smercio di una singola lucciola, rinchiusa in un barattolo forato per consentire la circolazione dell'aria. Di 3.000 lucciole trasportate in città, più della metà muoiono. Non c'è da meravigliarsi.

La lucciola, che è un coleottero appartenente alla famiglia dei Lampiridi (si conoscono circa 2.000 specie di lucciole), è un animale particolarmente sensibile ai cambi di temperatura e vive in ambienti caldi o nelle zone secche, in prossimità di aree piovose.

Il suo corpo è avvolto da una membrana morbida detta tegumento, il suo torace detto pronoto si estende fino a ricoprire più o meno l'intero capo, gli occhi sono grandi e tondi e le zampe sono abbastanza corte.

C'è un accentuato pteridimorfismo sessuale: il maschio ha delle vere e proprie ali e può volare mentre la femmina è completamente attera, priva delle ali dette elitre e quindi rimane per tutta la vita allo stadio larvale.

Sappiamo tutti qual è l'origine del nome di questo coleottero, ma quasi tutti noi ignoriamo come producono il bagliore che le caratterizza.

Tutte le specie, sia allo stadio larviale, sia adulte, sono dotate di un organo trasparente situato sotto l'addome dell'insetto che produce la luce; esso è ricoperto da una cuticola trasparente per permettere alla luce stessa di filtrare all'esterno. A questo fenomeno, studiato da vari naturalisti e scienziati, tra i quali Darwin e Pasteur, è stato dato il nome di bioluminescenza.

barattolo lucciole
Rinchiuse in un barattolo, le lucciole sono vendute ad un prezzo che varia dai 50 centesimi ad 1 euro

Il fenomeno luminoso avviene per una reazione chimica di ossidazione di una proteina (luciferina) e l'azione di un enzima specifico contenuto nel sangue, chiamato luciferasi. La luciferina per azione catalitica della luciferasi in presenza di ossigeno ed acqua si ossida, trasformandosi in ossiluciferina. La luciferina arriva nell'organo che produce luce, grazie al sangue, il cui deflusso viene regolato dai muscoli; questi ultimi regolano anche il flusso dell'aria, la cui presenza o meno rende possibile l'intermittenza del lampeggiamento. La luce prodotta dall'organo del coleottero è definita 'fredda' e la sua lunghezza d'onda oscilla tra i 500 e i 650 nanometri. Ha un'efficienza elevatissima, pari al 90%. Solo una minima percentuale (10%) si disperde in calore.

Altro aspetto importante e poco conosciuto della vita delle lucciole è la loro alimentazione. È un animale carnivoro, crudele che si ciba di molluschi, prevalentemente chiocciole e lumache, ma anche generoso, ama condividere il proprio pasto con le altre lucciole. Ha un modo di cacciare singolare: una volta individuata e catturata la vittima, la narcotizza per mezzo delle due microscopiche e sottili mandibole a tenaglia, che non usa per dilaniare la preda, ma come un doppio ago ipodermico, iniettandole un potente veleno per intorpidirla. La paralizza all’istante per far sì che questa non possa ritrarsi nel proprio guscio. Il veleno, inoltre, avvia un processo di liquefazione della preda e quando quest'ultima è disciolta, il pranzo è servito. Le lucciole si nutrono bevendo questo liquido molto nutriente, usando le stesse mandibole come pompa aspirante.

lucciola
La moria delle lucciole è un fenomeno mondiale, oggi l'allarme arriva anche dalle università e dai centri di ricerca internazionali

La moria delle lucciole è un fenomeno mondiale. Le cause principali sono i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua, l'uso indiscriminato dei lumachicidi e dei concimi chimici nelle zone agricole (dalle quali sono praticamente scomparse) e l'illuminamento a giorno di tutte le aree industrializzate. Le lucciole per accoppiarsi e riprodursi hanno bisogno del buio. Sono sparite dalle pianure degli Stati Uniti, lungo i fiumi del sud est asiatico, dai sobborghi delle città australiane, dalle campagne italiane. Oggi l'allarme arriva anche dalle università e dai centri di ricerca internazionali, che assistono impotenti alla scomparsa di questi insetti romantici.

Mi ricordo delle estati passate in Calabria, le serate in campagna, nel casale di mio zio.

Erano notti calde, senza condizionatore, a malapena il ventilatore.

Se chiudo gli occhi ancora riesco a sentire tutti gli animali che si muovevano di notte tra l'erba o quelli che mi rallegravano con i loro canti.

Le lucciole erano le mie preferite. La loro luce mi metteva allegria e rimanevo ogni sera incantata e stupita da quei piccoli esserini dal 'pancino luminoso' che mi facevano compagnia, rendendo lo spettacolo notturno magico e affascinante.

Il casale si trasformava in una dimora luminosa e io mi sentivo una bambina speciale; mi sentivo una fatina della luce. Ero sicurissima che le lucciole erano lì per me e il pullulare delle piccole luci danzanti era un rituale per omaggiare la loro amica sognatrice. La loro presenza era quel ponte immaginario che univa la fantasia alla realtà e viceversa.

E quando era il momento di partire, non mi sentivo triste, ero sicura di rincontrarle nella campagna romana, convinta che mi seguissero per colorare sempre con le loro danze di luci, le mie serate. Solo 'da grande' ho appreso, che quello non era altro che il loro modo personale di comunicare: il richiamo sessuale. Non ci rimasi male.

I maschi emettono la luce, volando al buio per richiamare l'attenzione delle femmine, che a loro volta rispondono emanando una luce più flebile. Quando il maschio e la femmina brillano con la stessa intensità e la stessa luminosità, è il segnale: si sono reciprocamente dichiarati.

Sono ricordi malinconici. Momenti di totale coinvolgimento con i rumori e gli odori della natura.

Quanto pagherei per camminare al buio lungo un viale ed essere di nuovo sorpresa improvvisamente da una piccola e inattesa luce di una lucciola!

Mi rammarica sapere che questa specie si sta estinguendo per colpa dell'uomo e che per questo motivo, tanti bambini potrebbero non avere mai l'occasione di vederne una, se non sui libri. Gli adulti, invece, non potranno godere le emozioni di uno spettacolo, dove i bambini alla vista delle lucciole, si trasformano in attori protagonisti, impazziti e rapiti da tutte quelle lucette ad intermittenza.