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Rifiuti, la brutta figura europea

di Francesco Iacotucci - 10/10/2010




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Incredibile dichiarazione di Caldoro: «Vent’anni per uscire dall’emergenza». L’assessore Romano: «Nostra credibilità pari a zero».

Ci vogliono venti anni per uscire dall’emergenza. Questa la dichiarazione che il presidente della Regione Campania, Caldoro, ha fatto a Bruxelles. Venti anni sono una enormità anzi sono un tempo inaccettabile.
 
Ma che l’aria che tira a Bruxelles non sia delle migliori è lo stesso è lo stesso assessore Romano a confermarlo, dichiarando che «ho subito varie mortificazioni a Bruxelles, la Campania ha una credibilità pari a zero». Romano ha presentato come soluzioni i tre nuovi inceneritori e ha delineato una strada per arrivare al’inaugurazione di questi impianti senza entrare di nuovo in emergenza. Il ragionamento di massima è ottimizzare gli impianti esistenti in modo da prolungare la vita delle discariche attuali o minimizzare la necessità di nuovi invasi, come quello tanto discusso di Terzigno.
 
Per fare ciò il suo obiettivo è quello di aumentare la differenziata, inviando ispettori per controllare i comuni meno virtuosi, e di imporre di far funzionare gli impianti Stir, cioè quelli che “preparano” i rifiuti per l’inceneritore. Ad oggi questi impianti non fanno altro che triturare l’indifferenziato e chiuderlo nelle famose balle per trasferirli nell’inceneritore. Quindi i rifiuti ce li ritroviamo “tal quali” nelle balle o in alternativa in discarica. Gli impianti Stir ex Cdr sono nati con ben altre premesse e potenzialmente potrebbero fare ben altro: separare l’umido dal secco, recuperare materia e far perdere peso stabilizzando il rifiuto, cioè facendogli perdere un parte di acqua che vi è contenuta.
 
L’assessore Romano ha richiesto che venga riattivata la separazione dell’umido e ha imposto la fase di stabilizzazione. Questo significa ridurre del 50% circa il peso del materiale inviato in discarica o nelle balle e significa ridurre in maniera significativa gli inconvenienti di odori nauseabondi nonché la pericolosità per l’ambiente che questa parte di rifiuto comporta. La domanda sorge spontanea, ma se si fanno funzionare i Cdr/Stir al meglio e si impone l’incremento della differenziata servono 3 inceneritori? Assolutamente no.
 
Ipotizzando una differenziata al 40%, con gli Stir funzionanti ci ritroveremmo con 580mila tonnellate di rifiuti da inviare all’incenerimento. Acerra con il suo potenziale di 600mila tonnellate basterebbe. Ma si può dire di più su questi impianti: il recupero materia secondo progetto è limitato al materiale ferroso ovviamente perché poco compatibile con un inceneritore, ma va detto che se lo scopo di un impianto di trattamento rifiuti è quello di recuperare materia, si può arrivare a percentuali di recupero ragguardevoli, arrivando a recuperare fino ad oltre il 90% di materia.
 
La Commissione europea si guarderà le carte in questi giorni. E questi conti li farà. Cosa diranno riguardo ai fondi bloccati? Spendeteli per gli inceneritori inutili o per migliorare il recupero di materia e bonificare gli scempi fatti in questi anni? All’assessore Romano auguro di arrivare alle stesse conclusioni. Soprattutto se è possibile evitare di costruire impianti costosi, inquinanti, male accettati dalla popolazione, di lunga e difficile costruzione e che producono grandi quantità di scorie.