Si dice che il calcio è lo specchio della società. E io ci credo. Infatti, la stessa metastasi tumorale che invade i tessuti sociali ha invaso e mangiato dall’interno “il più bel gioco del mondo”.

Il cancro, della società e del calcio, si chiama: liberismo.

Si dice che il prossimo sarà l’Anno Zero del calcio. E io ci credo. Ma fare Tabula Rasa del vecchio organigramma, marcio e corrotto, come viene invocato da tutti, servirà a poco se il regime con cui si ripartirà sarà ancora quello liberista.

È necessario ripartire da un regime diverso: la socializzazione, p.e..


SOCIALIZZARE IL CALCIO
Punti di Base


Premessa:

In ottemperanza ai principi della Socializzazione che prevedono la divisione delle responsabilità, degli utili e la ridestinazione sociale di eventuali profitti, si dispone quanto segue:


- Non sono ammesse alle competizioni di categoria Società a fini di lucro. Le Società sportive NON possono essere quotate in borsa

- Il totale economico derivante dalla cessione dei diritti televisivi verrà diviso in parti assolutamente uguali fra tutte le Società partecipanti al campionato

- È stabilito un tetto massimo di spesa per il cosiddetto “calcio mercato”, uguale per tutte le Società. Le Società non potranno spendere di più, neanche in caso di introiti derivanti dalla cessione del cartellino di giocatori sotto contratto societario

- È stabilito un tetto massimo di spesa generale per i contratti di tutti i tesserati, uguale per tutte le Società

- È abolita la figura professionale dei Procuratori: le provvigioni sui trasferimenti e sui contratti dei loro assistiti saranno equiparati al reato dell’usura

- I moduli contrattuali per il tesseramento dei calciatori professionisti saranno identici per tutti: le parti in bianco e da riempire saranno solo quelle della cifra del corrispettivo economico annuale e della durata del tesseramento. Per la valutazione di altri guadagni derivanti dal suo rapporto con la società (sponsor, diritti d’immagine, etc...) il calciatore potrà avvalersi di un commercialista di sua fiducia

- Al termine di ogni stagione calcistica, il 30% degli utili economici derivati dagli introiti degli abbonamenti e dei biglietti d’ingresso allo stadio, ed eventuali altri introiti derivanti dalle attività sociali (merchandising, etc...) saranno divisi in parti uguali fra tutti, tesserati (calciatori e non), dipendenti amministrativi e operatori dei servizi (giardinieri, magazzinieri, etc...) della Società stessa. Il restante 70% verrà destinato alla creazione o al miglioramento degli impianti sportivi societari

- La gestione amministrativo-economica delle Società sarà coadiuvata e vigilata da un Commissario, nominato dalle istituzioni governative dello Stato e iscritto, per concorso pubblico, alla Corporazione dello Sport. Il Commissario NON beneficerà della divisione degli utili

- Le Società sportive NON possono indebitarsi con banche o istituti finanziari. L’indebitamento equivale al fallimento della Società e alla sua conseguente eliminazione dalle competizioni di qualsiasi categoria. Qualora si verificasse tale eventualità, o per qualsiasi altra infrazione nella gestione della Società, il Commissario governativo della Corporazione dello Sport, sarà ritenuto responsabile e radiato dall’Albo

- Responsabile della gestione della Società sportiva sarà il Consiglio di Amministrzione composto: dal Presidente proprietario della stessa Società, dal Commissario governativo (nominato dallo Stato), da un rappresentante dello staff dirigenziale della società (eletto a maggioranza dai componenti), da un rappresentante dello staff tecnico (idem), da un rappresentante dei calciatori (idem), da un rappresentante del personale amministrativo (idem), da un rappresentante del personale operativo (idem) e da un rappresentante della tifoseria (eletto a maggioranza dagli abbonati).