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2010, record di caldo. L’allarme della Nasa

di Alessio Nannini - 15/01/2011





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. L’agenzia statunitense ha pubblicato i dati relativi alle temperature dello scorso anno: è stato il più caldo degli ultimi centocinquanta, superando il 2005 e il 1998 considerati i più “bollenti”. E il 2011 potrebbe stabilire un nuovo primato.

ll 2010 è stato un anno da ricordare in campo scientifico e climatico. L’ultimo primato, per niente lusinghiero, lo ha segnalato il Giss (Goddard Institute for Space Studies) della Nasa, secondo cui i dodici mesi appena trascorsi sarebbero stati i più caldi da centocinquanta anni a questa parte. Con le temperature registrate in tutto il globo, il 2010 ha superato sia il 2005 che il 1998, finora considerati come i più “bollenti” dal 1880 a oggi (la differenza con il 2005 è però minima, di appena 0,01 gradi centigradi). Ma preoccupa soprattutto un’evidenza che ormai è regolarità, quella del continuo e progressivo surriscaldamento. Nella classifica degli anni più caldi, oltre ai tre indicati, seguono il 2002, il 2003, il 2006, il 2007.
 
Per quanto concerne il 2010, la temperatura media misurata dagli esperti della Nasa è stata di 0,74 gradi centigradi superiore a quella ottenuta nel trentennio compreso fra il 1951 e il 1980, ed è stata ottenuta attraverso il monitoraggio dell’atmosfera in oltre mille stazioni meteorologiche collocate in ogni continente, dai dati inviati dai satelliti meteorologici, dai punti di osservazione marini, e dalle stazioni scientifiche presenti nel Polo Sud. Ma l’aspetto più preoccupante per gli scienziati della Nasa sta nel fatto che negli scorsi mesi la Nina ha interessato una gran parte dell’oceano Pacifico, influenzando così il clima di tutto il pianeta; e la Nina è un fenomeno climatico che raffredda.
 
Dunque, se non si fosse manifestato, i rilevamenti sarebbero stati più caldi, come ha spiegato James Hansen del Giss: «Se si epurano i dati della Nina e del Nino che l’ha preceduta, si scopre che l’ultima decade si è riscaldata a una velocità sicuramente superiore rispetto alle due decadi precedenti». I due ultimi inverni, che sono stati particolarmente freddi nell’emisfero boreale, potrebbero trarre in inganno, perché l’aumento della temperatura terrestre prosegue con continuità e paradossalmente il freddo ne è una diretta conseguenza. In Artide, dove le temperature salgono più  velocemente che altrove, si sono presentate situazioni meteorologiche molto anomale a causa dello scioglimento dei ghiacci, che spingono verso meridione i venti freddi provocando il clima gelido.
 
Fatto salvo questo fenomeno, in tutto il resto del pianeta le temperature non hanno mostrato alcuna diminuzione in alcuna stagione dell’anno, e anzi per il futuro prossimo la situazione tenderà a riscaldarsi ulteriormente. In base ad analisi di più lungo periodo, la temperatura si sta innalzando a una velocità di circa un quinto di grado centigrado ogni decennio. Da qui la previsione di Hansen, che ha presentato i dati della ricerca: «Se le condizioni attuali continueranno a rimanere tali, ossia se non si diminuirà l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera, il 2010 conserverà per ben poco tempo il record acquisito». Il 2011 dunque preme per un posto sul podio.