Pochisono a conoscenza, anche tra chi si interessa di tradizioni e studi religiosi, che il rabbino capo di Roma degli anni tragici della guerra, Israel Zolli, uno dei principali studiosi europei delle Scrittura e del Talmud, nel 1945 venne battezzato in Santa Maria degli Angeli, prese il nome di Eugenio e divenne cattolico. Egli morì a Roma nel 1956 ignorato da parte cattolica e letteralmente “cancellato” da parte ebraica.

Non sorprende il più che sessantennale rigoroso silenzio da parte ebraica, mentre meraviglia non poco quello da parte cattolica e ancor più quello degli storici cosiddetti laici: infatti ne la “Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo”di Renzo De Felice troviamo una clamorosa conferma di ciò; Zolli, pur essendo stato un protagonista del periodo in esame, non viene mai citato, se non in una incidentale nota bibliografica.
Ma, pur tuttavia, quella di Eugenio Zolli resta tra le più singolari, affascinanti e misteriose vicende che si sia mai potuta immaginare. Il rabbino capo di Roma rifiutò sempre con fermezza di essere considerato un apostata o un “rinnegato”: «La mia», ripeteva, «non è stata una conversione, è stato un arrivo là dove mi portava irresistibilmente lo studio delle profezie messianiche nella Scrittura». Nel 1938, quando era rabbino capo a Trieste, pubblicò un libro, “Il Nazareno”, presso una casa editrice di Udine.
Quel libro non fu più ristampato, alla pari di altri suoi studi. La meditazione e la preghiera della Scrittura portarono Zolli a leggere la figura di Gesù nella prospettiva stessa del suo popolo, mostrandone la novità, la straordinarietà ed insieme la continuità rispetto a Israele.
E, pur continuando il suo impegno come capo religioso della sua Comunità, già si sentiva «cristiano proprio perché ebreo coerente, perché israelita sino in fondo». Egli, però, non volle chiedere il battesimo per non abbandonare il suo popolo in anni così drammatici.
Ma qui entriamo nel mistero; secondo la sua stessa testimonianza e quelle della moglie e della figlia minore fu il Cristo stesso a rivelarsi a lui (e di questo Zolli ne fu sempre certo). Il misterioso episodio avvenne nel settembre del 1944, dopo la occupazione e persecuzione nazista, nel Giorno dell’ Espiazione, a metà, della lunga liturgia dello Yom Kippur, proprio nella grande sinagoga di Roma: al Gran Rabbino, rivestito dei solenni paramenti sacri, apparve Gesù rivestito di una lunga tunica bianca:
“ La sera c’era l’ultima funzione liturgica , ed ero là con due assistenti, uno alla mia destra e uno alla mia sinistra. […] Non sentivo alcuna gioia o dolore: ero svuotato sia di pensieri che di sensazioni. Il mio cuore giaceva come morto nel mio petto . E subito dopo, vidi, con l’occhio della mente un prato stendersi in alto, con erba luminosa ma senza fiori. In questo prato vidi Gesù Cristo vestito con mantello bianco , e oltre il Suo capo il cielo blu. Provai la più grande pace interiore . Se dovessi dare un’immagine dello stato della mia anima in quel momento direi : un limpido lago cristallino tra alte montagne. Dentro il mio cuore trovai le parole: «Tu sei qui per l’ultima volta». Le presi in considerazione con la più grande serenità di spirito e senza alcuna particolare emozione. La replica del mio cuore fu: Così sia, così sarà, così deve essere.”
A Israel non restava che ubbidire, pur consapevole delle pesanti conseguenze. “ Fu alcuni giorni dopo questi fatti che rinunciai al mio incarico in seno alla comunità ebraica […] Trascorse un intervallo di alcune settimane, fino al 13 febbraio (1945 n.d.r.), quando ricevetti il battesimo e venni incorporato nella Chiesa cattolica, il corpo mistico di Gesù Cristo” ( Eugenio Zolli, “Prima dell’alba- Autobiografia autorizzata” ed. San Paolo, Roma, pagg.274-275)
Quando, a guerra finita, si saprà del suo battesimo, si scatenerà contro di lui una campagna di calunnie e di diffamazioni anche riguardo la sua gestione della Comunità nei mesi tragici dell’occupazione di Roma. Dopo vari tentativi di diffamazione, e pressioni a rientrare (ebrei americani vennero apposta a Roma offrendogli qualsiasi cosa purché ci ripensasse), seguì una vera e propria damnatio memoriae talmente rigorosa che il racconto della sua conversione,“Prima dell’alba”, che fu pubblicato poi negli Stati Uniti, è apparso in Italia solo nel 2004.