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Puntare sull’energia del sole, che è pulita e inesauribile

di Giorgio Cattaneo - 18/03/2011

Puntare sull’energia del sole, che è pulita e inesauribile. Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica, non ha dubbi: è necessario investire sulle fonti rinnovabili, oggi più che mai, specie dopo l’incidente di Fukushima che mette a nudo la fragilità della sicurezza nucleare, persino in un paese affidabile e iper-tecnologico come il Giappone, dove sembra si stia rischiando una “nuova Chernobyl”. Il disastro, provocato dal terremoto, costringe la comunità internazionale a un drastico ripensamento: dopo l’Europa – Germania in testa – anche la Cina ha deciso di bloccare il suo programma di sviluppo nucleare, in attesa di accurate verifiche per valutare la sicurezza degli impianti di fronte a un’eventualità catastrofica come quella nipponica.

Pechino, scrive Andrea Bertaglio sul “Fatto Quotidiano”, ha sospeso la fabbricazione delle sue nuove centrali atomiche, che rappresentano il 40 per Carlo Rubbiacento degli impianti in costruzione nel mondo. «I piani nucleari del colosso asiatico sono decisamente ambiziosi: 28 i reattori in fase di realizzazione». Il nucleare è uno dei “motori” dello straordinario boom economico cinese, accanto alla fonte strategica principale, il carbone. Ma a pesare è ora l’allarme per Fukushima, dove i reattori, spentisi automaticamente con il devastante sisma che ha colpito il Giappone, si sono surriscaldati per i guasti al sistema di raffreddamento, fino a sviluppare radiazioni tali da trasfomare la centrale in una bomba innescata: il livello di pericolo stimato è salito da 4 a 6 (quello di Chernobyl era 7).

«Persino l’Australia, paese con il 31 per cento delle riserve mondiali di uranio, ha assunto in questi giorni drammatici una posizione sfavorevole nei confronti dell’atomo», aggiunge “Il Fatto”. E in Italia, dove il governo ha tentato di minimizzare la catastrofe di Fukushima, ora si fanno i conti con l’opinione pubblica spaventata dal rischio atomico. Il ministro Paolo Romani annuncia «una riflessione» sul rilancio delle centrali, mentre il disastro giapponese potrebbe dare forza al referendum di giugno, indetto per bloccare il ritorno del nucleare italiano. Persino Umberto Veronesi, Giappone 50messo a capo della nuova struttura per la sicurezza atomica, ammette che è il caso di approfondire l’analisi, evitando fughe in avanti.

Prudenza obbligatoria, insomma, come spiega il professor Rubbia, intervistato dal Tg3: «Oggi noi ci troviamo di fronte a una grande sorpresa, perché i giapponesi sono stati i migliori tecnologi, mondialmente, nel campo del nucleare: hanno costruito un gran numero di centrali, in condizioni assolutamente impeccabili. E il fatto che ci troviamo di fronte a una così grande sorpresa, da parte di gente così preparata – osserva Rubbia – ci dice che c’è qualcosa che non ha funzionato». Ormai se ne rendono conto persino i francesi, leader del nucleare di ultima generazione: «Ci troviamo di fronte a una situazione che ha una probabilità piccolissima di avvenire – continua Rubbia – ma che quando avviene produce un disastro».

Questo, continua il fisico italiano, deve essere compreso da tutta la comunità nucleare mondiale. E in Italia? «Stiamo parlando di un nucleare che nei migliore dei casi funzionerà tra dieci o vent’anni, quindi abbiamo tempo per riflettere». Secondo Rubbia, «è importante che si faccia una seria riflessione sull’effetto-sorpresa, perché oggi la situazione in Giappone è fuori controllo e questo non è accettabile». Deciderà il governo, ovviamente, o addirittura i cittadini col referendum. In ogni caso, insiste Rubbia, «dovremmo considerare che anche le energie rinnovabili sono un’alternativa che va utilizzata», anche perché l’uranio non è più abbondante del petrolio e del carbone, «mentre il solare è qualcosa che tra l’altro ci appartiene ed è per sempre». Rubbia propone una riflessione immediata: capire «se abbiamo messo abbastanza soldi e supporto anche sulle rinnovabili».