Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Una svolta in corso a Washington

Una svolta in corso a Washington

di movisol - 06/06/2006

 

5 giugno 2006 – I rimpasti di governo avvenuti a Washington la settimana scorsa potrebbero indicare l’inizio di una svolta, che inciderà soltanto se sarà allontanato dal potere il vice presidente Dick Cheney. I cambiamenti indicano come le forze istituzionali si rendono conto che con l’aggravarsi della crisi finanziaria occorre un minimo di competenza professionale, in un’amministrazione che rappresenta un insulto alla competenza.

Segnaliamo in particolare la nomina di Henry Paulson al Tesoro e del gen. Michael Hayden alla CIA. A proposito del secondo, come spiegato più avanti, è stato chiamato a ricostruire le funzioni dell’intelligence e a ricucire i danni provocati dalle purghe di Poter Goss alla CIA. Hayden ha come prima cosa nominato vicedirettore Stephen Kappes, dimessosi in segno di protesta contro Goss. Kappes, che si è distinto in un’opera di normalizzazione dei rapporti con la Libia, parla correntemente il farsi ed ha molta esperienza negli affari iraniani.

Uno degli sviluppi più significativa avvenuti a Washington è la dichiarazione del segretario di Stato che gli Stati Uniti sono disposti a partecipare alle trattative europee con l’Iran. Secondo nostre fonti, Condoleezza Rice si sarebbe resa conto, in occasione degli incontri avuti a primavera con la diplomazia russa, cinese ed europea, che l’amministrazione Bush sta praticamente perdendo ogni sostegno internazionale nella sua corsa allo scontro con Teheran. Questa situazione penosa sarebbe stata illustrata dalla Rice a Bush, il quale le avrebbe richiesto di sviluppare proposte alternative. Dopo aver consultato varie controparti, tra cui il ministro degli Esteri russo Lavrov, la Rice ha presentato a Bush un promemoria in cui sostiene che occorre in qualche modo impegnarsi in colloqui diretti con Teheran. Apparentemente messo sulle difensive dalle vicende legali di Lewis Libby, per il momento Dick Cheney non è potuto intervenire a bloccare questi sviluppi.

Salutando l’iniziativa della Rice, Lyndon LaRouche ha detto: “Per Cheney si tratta di una battuta d’arresto ... Se l’amministrazione Bush-Cheney avesse proceduto ad attaccare l’Iran adesso non vi sarebbe più un governo”. A proposito dei costi della “disastrosa avventura militare USA in Iraq”, LaRouche ha aggiunto: “Se a ciò si assomma un attacco all’Iran, ci saranno tutti gli ingredienti per un crollo generalizzato dell’economia mondiale”.

L’Iran accetterà l’offerta USA

I colloqui proposti dalla Rice sono stati subito valutati “molto positivi ed utili” a Teheran. Resta però l’ostacolo della sospensione di ogni attività di arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, che è posta come condizione di partenza e che a Teheran respingono. Il ministro degli Esteri Manucher Mottaki ha dichiarato il 1 giugno: “Favoriamo il dialogo in un clima di equanimità e senza pregiudizi, ma non siamo disposti a negoziare i nostri diritti legittimi e innegabili, perché questo è il diritto del nostro popolo sancito nei trattati e nelle leggi internazionali”.

Occorre escogitare una formula che tenga conto delle preoccupazioni degli USA sull’arricchimento dell’uranio a scopo militare, ma che non violi il diritto inequivocabile dell’Iran alla tecnologia nucleare civile sancito dal Trattato di non proliferazione nucleare (NPT). Una possibilità, prospettata indirettamente da negoziatore Ali Larijani al capo dell’AIEA Mohamed El Baradei, potrebbe essere quella di una sospensione temporanea dell’arricchimento, al solo scopo di avviare i colloqui.

Il rappresentante dell’Iran all’ONU Mohammed Javad Zarif aveva giá indicato prima dell’annuncio della Rice che la posizione negoziale iraniana non era rigida. Aveva detto che gli USA dovrebbero riconoscere il diritto dell’Iran alla tecnologia nucleare, secondo il trattato NPT, mentre l’Iran dovrebbe rinunciare alle armi nucleari come proprio interesse giacché “secondo un’analisi strategica attenta, con il possesso o la ricerca di armi nucleari la sicurezza iraniana finirebbe per diminuire e non aumentare”. Zarif ha successivamente notato che l’Iran “è disposto ad accettare un tetto per il livello di arricchimento... che non sia al di sotto del 10, cioè il livello necessario per i reattori. L’Iran è pronto a istituire altre misure per garantire che il combustibile nucleare non sia di nuovo arricchito e usato a scopo militare”.

 

Il rimpasto del governo USA: Paulson

Il 30 maggio Henry "Hank" Paulson è stato chiamato a sostituire John Snow nell’incarico di Segretario al Tesoro. La decisione di Bush è il probabile riflesso del fatto che forze istituzionali comincino a rendersi conto di quanto sia grave la situazione finanziaria e monetaria mondiale. A differenza di gran parte del governo, Paulson non appartiene ai circoli di Bush e tanto meno a quelli del vicepresidente Cheney. Proviene dalla Goldman Sachs, la stessa banca da cui provengono il nuovo capo dello staff della Casa Bianca Joshua Bolton, il consigliere economico della Casa Bianca Stephen Friedman e l’ex segretario al Tesoro di Clinton Robert Rubin.

Secondo quest’ultimo, la scelta di Paulson riflette la preoccupazione di cercare persone competenti in un momento di crisi: “Se ci sono gatte da pelare è importante che al Tesoro vi sia qualcuno che gli altri rispettano. La gente rispetta Hank, e fa bene, si tratta di una buona scelta”, avrebbe detto Rubin, come riferisce il Washington Post. L’articolo è firmato da David Ignatius, secondo il quale a Greenspan è subentrato “un Ben Bernanke senza esperienza, che sbaglia facilmente”. Ma con Paulson “l’amministrazione dispone finalmente di qualcuno ... capace di affrontare la crisi finanziaria se si presenta”.

A Paulson sarebbe stato promesso un peso decisionale pari a quelli dei segretari della Difesa e di Stato, e che il Consiglio economico terrà i suoi incontri al Tesoro in alcune occasioni con la partecipazione del vicepresidente, ha riferito il Wall Street Journal. A Bush Paulson potrà dare i consigli “urgentemente necessari”, continua il noto quotidiano, in un momento in cui Bernanke non sa che pesci pigliare. “Bush avrà bisogno di una personalità forte al Tesoro, capace di reggere il timone nelle tempeste finanziarie in vista ... presto o tardi vi sarà un’esplosione degli hedge-funds, o dei bond societari, o una crisi monetaria, o qualcos’altro. Quando accadrà, qualcuno competente e credibile al Tesoro avrà molto peso nel limitare i danni”.

In un commento apparso il 1 giugno sul Wall Street Journal, il giornalista che conduce la trasmissione economica della CNBC Lawrence Kudlow spiegava: “Qua sta cambiando qualcosa, e forse si tratta di qualcosa molto grande”. “Nella nuova gestione di Josh Bolten alla Casa Bianca, Paulson è stato in pratica nominato vicepresidente per la politica economica, un mandato che i due che lo hanno preceduto non hanno avuto. E’ una ridefinizione ben più ampia di quanto appare”. Inoltre: “Rubin alla Citibank è in ottima forma. Non mi sorprenderebbe se Paulson gli abbia telefonato qualche volta, visto che sono vecchi amici".

Ciò detto occorre precisare che nonostante le buone intenzioni, il nuovo segretario al Tesoro non rappresenta una nuova impostazione politica e non di certo quella che occorre per superare la crisi.

Il rimpasto del governo USA: 2 – Hayden

La nomina del gen. Michael Hayden al vertice della CIA, in sostituzione di Porter Goss, può essere interpretata come una mossa decisa da certi ambienti dell'establishment che intendono salvaguardare e ricostituire delle istituzioni di governo nella prospettiva di un cambiamento fondamentale del regime Bush-Cheney. Hayden dovrà occuparsi di stabilizzare la situazione nella CIA, rimediare alle purghe disastrose decise da Goss e reintegrare specialisti esautorati o allontanati, cercando così di restituire all'ente il ruolo che ad esso compete.
Questa è la valutazione espressa da Lyndon LaRouche, dopo aver appreso come durante le prime audizioni al Senato per la sua conferma, il 18 maggio, Hayden ha cercato di evitare di rispondere a tono a domande riguardanti il vice presidente Dick Cheney. Visto che è chiamato a servire nell'amministrazione Bush, sicuramente non può fare esternazioni troppo critiche prima di mettersi all'opera.
La prima seduta della Commissione Servizi del Senato è stata la più lunga della storia. Si è protratta per ben sei ore ed è stata poi seguita da un altro incontro a porte chiuse. Sebbene Hayden, a differenza di altri candidati alle nomine, abbia risposto a tutte le domande, alcune risposte, in particolare sul programma delle intercettazioni della NSA, non hanno soddisfatto i senatori.
Il più esigente è stato il sen. Levin, distintosi nel periodo 2003-2004 per aver posto in rilievo, nella stessa Commissione, alcune delle menzogne dell'amministrazione sulla guerra in Iraq. Le sue domande si sono concentrate su tre punti: 1. Il programma delle intercettazioni NSA fu progettato da Cheney o da altri? Va oltre l'ambito ammesso da Bush estendendosi anche alle telefonate interne? 2. Hayden è stato contrario all'unità di intelligence costituita da Dough Feith per “dimostrare” i collegamenti di Al Qaeda all'Iran? 3. E' convinto che la CIA debba rispettare la Convenzione di Ginevra, le diverse leggi e i trattati internazionali contro la tortura?
Hayden avrebbe molto cautamente detto che quando ha diretto la NSA si parlava solo di telefonate con l'estero, ma che sull'argomento non ci sono stati disaccordi o frizioni tra il suo ufficio e quello del vicepresidente. Rispondendo alla sen. Diane Feinsten, Hayden ha detto di non credere che occorressero dei permessi precisi per compiere le intercettazioni, secondo il quarto emendamento.
Più decisa invece la presa di posizione sull'“intelligence” di Dough Feith sul conto di Al Qaeda. Hayden ha detto che è come tenere la lista di tutte le marachelle di un bambino, ne viene fuori un dossier terribile “perché è quello che cerchi”. Ciò “sarebbe però sbagliato, al di fuori delle regole e fuorviante”. Ha aggiunto che lui rimproverebbe un funzionario dell'amministrazione che con le sue dichiarazioni contraddicesse le valutazioni dell'intelligence.
Hayden è stato esplicito sul tema delle torture, un problema che non riguarda solo il dipartimento della Difesa. “Tutti i settori, tutti gli enti del governo rispetteranno i nostri obblighi internazionali”, ha detto. Ha poi aggiunto che la CIA e tutte le ditte che lavorano per essa debbono espressamente attenersi alle leggi vigenti in materia. Lo stesso dicasi per il Dipartimento della Difesa, sebbene la normativa vigente sia diversa.
 

Albright propone un cambio di regime a Washington

In una intervista pubblicata dal Suddeutsche Zeitung il 1 giugno, l’ex segretario di stato USA Madeleine Albright si è detta anche lei convinta che gli USA abbiano un “ruolo essenziale” negli affari mondiali, ciò nondimeno il presidente Bush esagera, con il suo spirito da missionario, alle spese della reputazione dell’America nel mondo. Mentre Bush dice di vedere Dio al suo fianco, Lincoln diceva che i leader politici dovrebbero mettersi dalla parte di Dio. Certamente Dio ha benedetto l’America, così come le altre nazioni, ma non approva tutto quello che gli americani fanno.

Per la Albright l’Islam non è una religione che favorisce la guerra, ma piuttosto la pace. Dire che i terroristi si ispirano all’Islam sarebbe come accusare il cristianesimo per le malefatte del Ku Klux Klan. A proposito della lettera del presidente iraniano Ahmadinejad, Bush dovrebbe rispondere con un importante discorso sulle posizioni degli USA. Considerando che gli USA hanno trattato con personaggi come Milosevic e Kim il-Sung, una trattativa con il presidente iraniano non può essere esclusa a prori.

La Albright ha deprecato la situazione creata dagli USA in Iraq, con gli scandali su Abu Ghraib e Haditha che ne stanno seriamente compromettendo la reputazione. “Servirebbe davvero una nuova leadership negli USA, l’ammissione degli errori più gravi, la fine della guerra in Iraq ed un serio sforzo per avere un atteggiamento diverso nei confronti di altri paesi”, ha raccomandato l’ex segretario di Stato.