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La carenza di saggezza sistemica è sempre punita

di Guido Dalla Casa - 09/04/2011

AMBIENTE: CODICE ROSSO

Guido Dalla Casa è considerato il più autorevole esponente dell’Ecologia Profonda in Italia, da quando pubblicò nel 1996 il testo Ecologia Profonda (Pangea Ed.), recentemente ripubblicato in versione ampliata per Arianna Editrice (non ancora in versione cartacea, ma solo digitale: restiamo in fiduciosa attesa). Ora, in Ambiente: codice rosso (Jouvence Editoriale, 2011, pagine 136), Dalla Casa riprende le tematiche consuete, soffermandosi soprattutto sul contesto italiano, sempre più problematico, cercando di individuare possibili soluzioni alla luce dell’Ecologia profonda. L’autore propone una sintetica rassegna sulla situazione italiana, molto compromessa dal lato ambientale; i dati più allarmanti riguardano la cementificazione del territorio, gli sprechi energetici, l’inquinamento atmosferico, l’enorme produzione di rifiuti, i problemi dovuti all’eccesso di automobili ed alla circolazione motorizzata…
Per salvaguardare un po’ di natura, si è fatto ben poco; per esempio sono stati istituiti i parchi naturali, la cui importanza non deve certo essere sottovalutata. Tuttavia, nonostante le buone intenzioni di alcuni, molto spesso le aree protette in realtà finiscono per subire una gravosa antropizzazione sotto forma di “invasione turistica che comporta costruzione di strade, rifugi, sentieri e altri impianti, spesso sollecitati dagli interessi economici delle popolazioni che vivono nei pressi del parco” (pag. 89). L’esempio fornito dai parchi naturali è emblematico, poiché mostra bene che qualsiasi tentativo di salvaguardia della natura è ormai destinato a fallire, nella misura in cui non si mette radicalmente in discussione il primato dell’immaginario economicista: infatti la mentalità sviluppista prevalente funziona come un apparato tentacolare e pervasivo, in grado di sussumere in una logica produttivista-consumista anche le iniziative ambientali più lodevoli, nate originariamente nel segno della conservazione naturalistica. Non è affatto raro, ormai, vedere aree protette che in realtà sono più frequentate di prima, a causa dell’industria turistica, della pubblicità e dei numerosi supporti messi a disposizione dei visitatori.
“Cambiare il pensiero di base: occorre una rivoluzione culturale dell’Occidente”
Perciò dice molto bene l’autore, quando scrive che “non si otterrà nulla di valido se non cambia il pensiero di base. Occorre modificare profondamente la mentalità economicista, anche se questo significa una vera rivoluzione culturale dell’Occidente” (pag. 90). Siamo così arrivati alla questione più decisiva: il cambio di paradigma. Di qui la simpatia per la Wilderness, per la conservazione effettiva della biodiversità e di aree selvagge sottratte alla logica dello sviluppo e del profitto. E’ un vero peccato,
aggiungiamo noi, che l’attuale dirigenza dell’Associazione Italiana per la Wilderness sia però schierata di fatto a favore dei cacciatori tecnologici, e non perda occasione di ribadire queste simpatie per la caccia attuale, che nulla ha in comune con le esigenze e con il contesto del cacciatore-raccoglitore del paleolitico (su questo punto rimandiamo all’articolo intitolato Wilderness: Thoreau ,Leopold e la caccia, http://www.filosofiatv.org/downloads/216_WILDERNESS%20Thoreau%20Leopold%20%282%29con%20lupi.pdf). Dalla Casa invece, considerando anche l’abissale diversità di contesto storico, critica la caccia ed anche la Chiesa cattolica, la quale “non ha mai detto una parola sulla caccia, cioè sul massacro volontario e inutile di tanti esseri altamente senzienti” (pag. 72). Del resto la Chiesa cattolica, nonostante dichiari di voler contrastare i mali del mondo contemporaneo, quali il consumismo, il materialismo e la scienza manipolatrice, di fatto e di diritto continua a difendere pervicacemente l’antropocentrismo, che è all’origine di tali mali, e rifiuta l’apertura verso istanze ecocentriche, ritenute incompatibili con la dottrina cattolica. La scienza manipolatrice, aggiungiamo noi, non viene criticata in quanto tale, ma solo nella misura in cui finisce per aggredire anche l’uomo, nel mentre viene pienamente giustificata quando si tratta di intervenire sugli esseri non-umani (vedi pag. 33-37). La Chiesa cattolica appartiene al vecchio paradigma, e lo stesso dicasi per quanto riguarda tutte le attuali correnti politiche, di destra e di sinistra, che fanno leva sull’idea dello sviluppo sostenibile, un’idea pericolosa il cui obiettivo è “l’espansione economica, che porta inevitabilmente con sé la distruzione della Natura” (pag. 100). In questa disamina si trovano coinvolti anche i Verdi italiani, che hanno mostrato troppe incertezze culturali e troppi cedimenti nei riguardi delle ideologie sviluppiste predominanti.
Che fare? Rilevati i notevoli limiti delle principali tendenze politiche, religiose e culturali presenti in Italia, attardate su posizioni antropocentriche e sviluppiste, l’autore dà una speciale importanza alla valorizzazione dei principi di fondo dell’Ecologia profonda, poiché il riferimento prioritario ad essi può permettere di uscire dai vecchi schemi dell’ecologia superficiale (tutto sommato funzionali al sistema), all’interno dei quali si trovano impantanate quasi tutte le associazioni ambientaliste. Ci permettiamo di sottolineare che sarebbe altresì importante mettere in connessione l’Ecologia profonda con le istanze della decrescita e con quelle di molte saggezze tradizionali ed ecocentriche del passato, per dare un maggior spessore culturale ed una maggiore autorevolezza al nuovo paradigma in fase di elaborazione. L’ultimo capitolo è dedicato alla scuola, ed opportunamente viene denunciato il carattere unidirezionale della cultura scolastica, poco sensibile a visioni del mondo non allineate con il pensiero unico: il problema che viene posto è quello di modificare l’istruzione di base, aprendola seriamente alle nuove esigenze sollecitate dalle gravi emergenze ecologiche del nostro tempo. Qui merita ricordare che pochi
anni or sono anche a livello ministeriale era emersa l’importanza di quanto sopra, testimoniata in un documento lungimirante intitolato Alfabeti ecologici – Manifesto per l’educazione ambientale del futuro, sul quale ci siamo ampiamente soffermati a suo tempo ( in www.filosofiatv.org , settore Ecofilosofia). Auspichiamo che ulteriori iniziative vengano attivate, per rispondere alle urgenze che il testo di Dalla Casa porta in primo piano. Nel frattempo, i docenti più sensibili potrebbero adottare questo agile volumetto anche come sussidio didattico complementare al precedente Ecologia Profonda, che rimane un indispensabile punto di riferimento per l’educazione ecologica.
A cura della Redazione AEF (Associazione Eco-Filosofica)
Guido Dalla Casa
AMBIENTE: CODICE ROSSO - Editrice Jouvence, Roma, 2011
Pagine 136 - Formato 19x12 cm, € 10
ISBN 978-88-7801-425-1
Questo libro presenta un panorama veramente completo della situazione ambientale in Italia e nel mondo, con riferimento ai guasti provocati nell’ambiente naturale e alle cause culturali che li hanno preceduti. Una precisa analisi di tutti i problemi legati all’ecologia dimostra che l’eccesso di popolazione umana sulla Terra e l’attuale livello di consumi sono le cause della degradazione ambientale.
I dati che documentano la situazione italiana rendono evidente l’assoluta mancanza nel nostro Paese di quegli interventi che potevano almeno alleggerire la situazione. Il consumo di territorio, l’altissima concentrazione di automezzi, la carenza di informazioni e la mancanza di un dibattito sui principi di fondo vengono indicati come i mali più gravi.
In Appendice è riportato un elenco completo delle Associazioni e dei siti internet impegnati nelle idee di fondo che riguardano i problemi ambientali.
INDICE
1 – Introduzione
2 – La sovrappopolazione
3 – Il mito delle origini
4 – La Chiesa cattolica
5 – La situazione italiana
6 – L’automobile
7 – I Parchi naturali
8 – I partiti politici
9 – Il dibattito sui principi
10 – L’informativa e la scuola
Appendice: Associazioni italiane e siti internet
Bibliografia

Guido Dalla Casa (Bologna, 1936), laureato in Ingegneria Elettrotecnica, dal 1959 al 1997 ha svolto la sua attività lavorativa presso l’ENEL, come dirigente nelle aree tecnica e commerciale della distribuzione, presso le sedi di Torino, Vercelli, Milano e Brescia. Ora vive a Milano, dove fa parte del Gruppo Energia ed Ecologia dell’ALDAI.
Dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di filosofie orientali e native. Ha pubblicato alcuni libri: L’ultima scimmia (1975) per la Casa Editrice MEB, Inversione di rotta (2008) per Il Segnalibro, L’ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo (2008) e Guida alla sopravvivenza (2010) per Arianna Editrice, oltre a numerosi articoli su varie Riviste.
Tiene corsi di Scienze Naturali ed Ecologia Profonda presso l’UNITRE di Saronno.
E’ docente di Ecologia interculturale in alcuni Master di Filosofia.