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Neorealismo sostenibile per un'economia davvero ecologica

di Alessandro Farulli - 22/04/2011


 

Se il neorealismo italiano ci ha insegnato qualcosa, una di queste è certamente che per fare un capolavoro i soldi non sono tutto. Un'altra è che spesso è proprio nei momenti di grande difficoltà che si aguzza l'ingegno, che nascono le grandi idee, materia una volta vanto e marchio di fabbrica dell'italiano medio. Ma come dice spesso Renzo Piano, oggi siamo nani sulla spalle di un gigante e il governo attuale è un'ottima rappresentazione dell'assunto del grande architetto.

Le misure per lo sviluppo di cui ha parlato il ministro Tremonti le si possono descrivere in tanti modi, ma parlando di condono preventivo l'accezione è certamente negativa, tuttavia assai vicina alla realtà. Come descrivere altrimenti una misura così enucleata: "riedizione del pano casa per ampliamenti di immobili (20% e 30% in caso di demolizione) con meno vincoli dalle regioni" e "arrivo del silenzio assenso per il permesso di costruzioni ma solo su volumetrie minori" (Sole24Ore).

Si potrà obiettare che dentro c'è anche un po' di sostenibilità rappresentata dalla riduzione dal 10 al 4% della ritenuta d'acconto sui bonifici per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche di immobili, ma è veramente poca cosa. La manovra nella sua interezza parla invece chiaro: bisogna tornare a costruire, questo è il punto. Costruire per aumentare il valore degli immobili e non certo (se non rari casi immaginiamo) per problemi reali di spazi vitali ridotti, perché chi vive in case davvero troppo piccole difficilmente avrà i soldi per ampliarla.

La poca fantasia, quindi, ha visto questo governo puntare prima sulle grandi infrastrutture - ricorderete la giaculatoria sul Ponte dello Stretto - passando per il nucleare, attraverso tutti i vari tentativi di condoni fortunatamente respinti dall'opposizione, fino al giro di vite sulle rinnovabili che sta mettendo in difficoltà uno dei pochissimi settori che stavano crescendo in Italia. A Tremonti, insomma, pare sia scattato l'istinto primordiale, un impulso che viene direttamente dal "cervello rettile" ad ogni tornata elettorale: titillare la rendita e il cemento, affossando di fatto la produttività innovativa, una "droga" che ha instupidito e snervato un intero Paese.

Pensare che proprio oggi Ennio Cascetta, professore dell'Università di Napoli, spiega in poche mosse ad esempio come si potrebbe rendere assai più sostenibile la mobilità nel nostro Paese. Partendo proprio dal fatto che "non è solo una questione di soldi". Sono sette i punti che il professore di ingegneria dei trasporti mette in evidenza, ma bastano i primi tre per capire come si potrebbe far coincidere la sostenibilità ambientale, quella economica e far crescere comunque il "famigerato" Pil: «un quadro di riferimento programmatico chiaro per il sistema dei trasporti nazionale. Il deficit d'infrastrutture non giustifica qualunque infrastruttura, anzi è vero esattamente il contrario. Ormai è chiaro che lo schema della Legge Obiettivo non ha funzionato, un'enorme shopping list di opere eterogenee nelle finalità, nell'utilità e nella qualità della progettazione dalle quali si pesca sulla base delle convenienza politiche del momento, salvo poi tornare indietro. Serve invece un quadro realistico di priorità normative infrastrutturali e finanziarie il più condiviso e trasparente possibile». Secondo: «risorse e meccanismi di finanziamento innovativi. Massima partecipazione del capitale privato e forme di remunerazione innovative, un fondo unico nel quale far confluire le diverse risorse pubbliche, vecchie e nuove».

Terzo: «progetti più leggeri. Troppe norme e opere non condivise (e quindi con costi di compensazione più alti), ma anche scelte infrastrutturali per le quali mancano studi di fattibilità veri conducono tutti a opere "pesanti" dal punto di vista tecnico, economico, realizzativo, territoriale».
Se si accetta l'idea che è il Governo che deve dettare le linee programmatiche dentro le quali si decide come e verso dove il Paese deve crescere, anche in un regime di grave difficoltà economica, si potrebbe fare molto. L'esempio citato è solo uno fra i tanti. Incentivare i settori legati alla sostenibilità - risparmio di energia e di materia, stimolo quindi per il risparmio, il riuso e il riciclo - sono l'unica strada che ci chiede peraltro non solo il Pianeta, ma pure l'economia! Passa tutto nella vita, anche e soprattutto i governi.

Buona giornata della Terra a tutti.