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Saccheggiare alla luce del giorno

di Naomi Klein - 21/08/2011

   
   

Sentiamo sempre dire che le rivolte in Inghilterra non erano politiche, ma che i saccheggiatori sanno che le loro élite stanno commettendo rapine alla luce del sole

Continuo a sentire paragoni tra le rivolte di Londra e quelle nelle altre città europee, le finestre infrante ad Atene o i roghi delle auto a Parigi. E ci sono delle convergenze, in realtà: una scintilla accesa dalla violenza della polizia, una generazione che si sente dimenticata.

Ma quegli eventi furono segnati dalla distruzione di massa; i saccheggi furono minori. Ci sono stati, comunque, altri saccheggi di massa negli ultimi anni, e forse dovremmo parlare anche di quelli. Ci furono a Baghdad subito dopo l’invasione degli Stati Uniti, un delirio di incendi dolosi e di saccheggi che svuotò librerie e musei. Anche le fabbriche sono state colpite. Nel 2004 sono entrata in una che produceva frigoriferi. I lavoratori avevano arraffato qualsiasi cosa avesse valore, e poi gli hanno dato fuoco così massicciamente che il magazzino era una scultura di lamiere deformate.

Allora le persone dai notiziari pensarono che i saccheggi erano per gran parte politici. Dissero che questo accade quando un regime non ha più legittimazione agli occhi della gente. Dopo aver osservato a lungo come Saddam Hussein e i suoi figli si erano aiutati con chiunque e con qualsiasi cosa facesse loro comodo, molti iracheni comuni sentirono di aver ottenuto il diritto di prendere qualche cosa anche loro. Ma Londra non è Baghdad, e il primo ministro britannico, David Cameron, non è proprio come Saddam, quindi sicuramente qui non abbiamo niente da apprendere.

Parliamo allora di un esempio democratico? Argentina, più o meno nel 2001. L’economia era in caduta libera e migliaia di persone che vivevano in quartieri fatiscenti (che erano fiorenti aree produttive prima dell’era neoliberista) assaltarono i supermercati di proprietà straniera. Se ne uscivano spingendo carrelli della spesa stracolmi di beni che non si potevano più permettere, vestiti, elettronica, carne. Il governo indisse uno "stato di assedio" per ripristinare l’ordine; la gente non gradì e rovesciarono il governo.

Il saccheggio di massa in Argentina fu chiamato “el saqueo”, il saccheggio. Aveva una valenza politica, perché è la stessa parla usata per descrivere quello che le élite della nazione avevano fatto svendendo i beni del paese nel corso di privatizzazioni palesemente corrotte, nascondendo i soldi all’estero, e poi passando il conto da pagare alla gente con un brutale pacchetto di austerità. Gli argentini compresero che il saqueo dei centri commerciali non sarebbe avvenuto senza il più grande saqueo della nazioni, e che i veri gangsters erano quelli al potere. Ma l’Inghilterra non è in America Latina, e le sue rivolte non sono politiche, o più o meno questo è quello che avviamo sentito dire. Si tratta solamente di pischelli sregolati che sono riusciti a sfruttare una situazione per prendere quello che non era loro. E la società britannica, ci dice Cameron, aborre questo tipo di comportamenti.

E questo con la massima serietà. Come se i cospicui salvataggi alle banche non fossero mai successi, seguiti dai provocatori benefit che si sono corrisposte. Seguiti dalle riunioni di emergenza del G8 e del G20, quando i dirigenti decisero, collettivamente, di non fare niente per punire i banchieri, né di fare niente di serio per prevenire che una crisi simile possa accadere di nuovo. Invece, se ne sono tornati ciascuno nel proprio paese, costringendo ai sacrifici i più vulnerabili. Avrebbero fatto questo licenziando i lavoratori del settore pubblico e gli insegnanti designati come capri espiatori, chiudendo le biblioteche, innalzando le iscrizioni all’università, abolendo i contratti sindacali, creando privatizzazioni affrettate di beni pubblici e diminuendo le pensioni, i servizi necessari per vivere. E chi va in televisione per annunciare la necessità della fine di questi "diritti"? i banchieri e i gestori dei fondi hedge fund, ovviamente.

Questo è un saqueo globale, un periodo di grandi profitti. Alimentato da un senso patologico dei propri diritti, questo saccheggio è stato condotta alla luce del giorno, come se non ci fosse niente da nascondere. Ci sono comunque paura che assillano. All’inizio di luglio, il Wall Street Journal, citando un nuovo sondaggio, ha riportato che il 94% dei milionari hanno paura della "violenza nelle strade". E questa, chiaramente, è una paura ragionevole.

Naturalmente le rivolte di Londra non erano una protesta politica. Ma sono sicura che le persone che hanno commesso i furti durante la notte sanno che le loro élite stanno commettendo rapine a cielo aperto. I saqueos sono contagiosi. I Tories hanno ragione quando dicono che le rivolte non riguardano i tagli. Ma hanno molto a che vedere con quello che i tagli rappresentano: essere tagliati fuori. Imprigionati in una sottoclasse sempre più ampia con le poche vie di fuga prima offerte – un lavoro a condizioni sindacali, l’accesso a una buona educazione– vengono rapidamente sigillate. I tagli sono un messaggio. Stanno dicendo a interi settori della società: dovrai stare dove sei ora, quasi come i migranti o i rifugiati che mandiamo via alle nostre frontiere trasformate in fortezze.

La risposta di Cameron alle rivolte è quella di rendere manifesta questa segregazione: gli sfratti dagli alloggi pubblici, la minaccia di tagliare le comunicazioni e termini di detenzione oltraggiosi (cinque mesi a una donna per aver ricevuto un paio di pantaloncini rubati). Il messaggio è stato inviato una volta per tutte: scomparite, e fatelo in silenzio.

Al “summit per l’austerità del G20 dello scorso anno tenuto a Toronto, le proteste si sono trasformate in sommosse e diverse auto della polizia sono state incendiate. Non era assolutamente vicino agli standard di Londra 2011, ma è stata comunque una cosa per noi canadesi. L’aspetto controverso era che il governo aveva speso 675 milioni di dollari per la “sicurezza” del summit (e comunque la cosa non sembrava in grado di provocare conseguenze simili). All’epoca, molti di noi evidenziarono che il nuovo costoso arsenale che la polizia aveva acquistato – cannoni ad acqua, cannoni sonori, gas lacrimogeni e proiettili di gomma – non erano destinati alle proteste nelle strade. Il suo uso a lungo termine sarà la regola per i poveri, per quelli che nella nuova era dell’austerità avranno pericolosamente poco da perdere.

Questo è il punto su cui Cameron si sbaglia: non puoi tagliare i fondi alla polizia allo stesso tempo in cui li tagli a tutto il resto. Perché quando derubi la gente di quel poco che ha, per poter proteggere gli interessi di quelli che hanno più di quanto meritano, ti devi aspettare una resistenza, che siano proteste organizzate o saccheggi spontanei. E non si tratta di politica. Ma di fisica.

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Fonte: Looting with the lights on

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE