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Ridistribuzione terreni demaniali, 180 000 agricoltori in più

di Luca Bernardini - 06/09/2011


 
 
 
 
178 000 persone lavorano su 1.2 milioni di ettari di terreni che fino a poco tempo fa erano improduttivi. Questo il risultato della ridistribuitone di terreni incolti iniziata tre anni fa e promossa per cercare di rivitalizzare la produzione agricola, uno dei punti deboli dell'economia cubana.

Secondo il Centro nazionale di controllo della terra: «più del 77% delle terre incolte di proprietà dello stato che sono state distribuite a singoli o a cooperative sono attualmente messe a coltura».

Cuba conta una superficie agricola di 6.6 milioni di ettari, dei quali solo 3 milioni erano utilizzati nel 2007, secondo l'Ufficio nazionale di statistica (ONE). Nel 2010, 920000 cubani erano impiegati nel settore agricolo.

La produzione del settore primario ha registrato un aumento del 6.1% nel primo semestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ciononostante in luglio il presidente Raul Castro davanti al Parlamento ha denunciato delle carenze, che ha attribuito a «errori di pianificazione», alle lungaggini burocratiche e a una disorganizzazione dei mezzi di produzione. Gli agricoltori cubani continuano a doversi confrontate con un mercato molto centralizzato e con innumerevoli difficolta' per quanto riguarda la commercializzazione dei propri prodotti.

Da quando è succeduto a suo fratello Fidel alla testa del Paese, il presidente Raul Castro ha posto la produzione alimentare in cima alla "priorità strategiche", dato che Cuba continua a importare l'80% del suo fabbisogno alimentare, a prezzi che pesano notevolmente sulle sue finanze.
Cuba ha previsto per il 2011 delle importazioni di generi alimentari per un'equivalente di 1.2 miliardi di dollari, una cifra rivista al rialzo in aprile, a causa dell'aumento dei prezzi dei generi alimentari al livello mondiale, e che ha raggiunto 1.5 miliardo di dollari – esattamente la stessa cifra del 2010.