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Il cristiano che servì l' Islam

di Dario Fertilio - 09/09/2011

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Farà la gioia di molti psicoanalisti, oltre che di storici cinquecenteschi, il nuovo romanzo di Pietrangelo Buttafuoco. Perché Il lupo e la luna in uscita mercoledì da Bompiani (pp. 280, 17,50) inalbera dall' inizio, sul gonfalone del suo protagonista Scipione Cicalazadè, il simbolo per eccellenza dell' Es, l' istinto selvaggio che si ribella alle regole della civiltà e dell' equilibrio: appunto il lupo. Ma l' altra metà dell' endiadi, quella lunare, è parte integrante dello stesso personaggio, simbolo di un' insopprimibile aspirazione alla purezza e alla pace. Istinto contro ragione, ma anche violenza contro amore e islam contro cristianesimo: è forte la tentazione di stendere il protagonista di questo romanzo avventuroso, ambientato nella seconda metà del Cinquecento, sul lettino dell' analista. Magari con l' intento di sottoporre allo stesso esame anche il suo creatore, Buttafuoco, per scoprire se la sua personalità sia altrettanto divisa in due. Ma prima è giusto ricostruire la trama, tanto avventurosa da sembrare inverosimile (invece i libri di storia chiariscono che tutto, o quasi, è avvenuto nella realtà). Dunque, Scipione Cicala nasce a Messina nel 1552 da una nobile famiglia ligure trapiantata in Sicilia; il padre era un capitano genovese agli ordini dei Doria, la madre una turca montenegrina che aveva rinunciato alla fede originaria per amore del marito. Il giovanissimo Scipione, dapprima istruito nei valori tradizionali, viene rapito durante una scorreria dei turchi insieme al padre, ma a differenza di lui non viene rilasciato; diventa giannizzero agli ordini degli Ottomani, abiura alla sua fede per abbracciare quella musulmana, dimostrandosi poi tanto spietato, valoroso e fedele verso la nuova patria da entrare nelle grazie dell' imperatore Solimano, e da vedersi assegnare importanti compiti militari fino alla nomina a Gran Vizir. Terribile come un Gengis Khan, Scipione imperversa un po' in tutto il Mediterraneo, assalta, distrugge, impicca e saccheggia, meritandosi indubbiamente presso i cristiani il titolo di Rinnegato; allo stesso tempo, però, non riesce a cancellare del tutto la nostalgia dell' origine - soprattutto per la madre ma anche per i fratelli - e comincia a cullare dentro di sé il sogno del ritorno. Impossibile ricostruire lungo un filo unico la successione di combattimenti, vendette, nefandezze spietate, amori, tradimenti e atti eroici di coraggio dei quali Scipione, a seconda dei casi, può vantarsi o vergognarsi: basti dire che, al culmine di una cupa frenesia guerriera, lo troviamo addirittura in Transilvania, impegnato in un combattimento a corpo a corpo con lo spettro resuscitato del barone Dracula. Sempre accompagnato da un lupo - incarnazione non solo degli istinti ma del suo stesso destino - Scipione scende per cerchi concentrici, in volute sempre più strette, verso la città che gli ha dato i natali: finché, prima dell' ultima epica battaglia, potrà brevemente riabbracciare la madre e l' amata. Giunti fin qui, si può osservare che la storia di Buttafuoco è di quelle che catturano perché senza tempo, proprio come i cunti , le leggende raccontate dai cantastorie siciliani alle quali esplicitamente l' autore dichiara d' ispirarsi. E se lo stile solenne e roboante dei cunti alla lunga può suonare irritante alle raffinate orecchie moderne, resta il fatto che un certo fascino sinistro presente in questa storia impone di arrivare all' ultima pagina. Gli estimatori di Buttafuoco vi ritroveranno il tema centrale dell' islam, inteso come valore e parte integrante, nel bene e nel male, della civiltà europea. Ma soprattutto la riaffermazione - centrale già nel suo pamphlet di tre anni fa, Cabaret Voltaire - della presenza del Sacro nel mondo. In fondo, tutti i protagonisti del Lupo e la luna , che si battano dalla parte dell' impero spagnolo o di quello ottomano, lo fanno perché sospinti da una passione irrefrenabile, dal sentimento di un destino, dall' obbedienza cieca a una missione. Tutto il contrario dell' oggi, dominato dall' indifferenza morale, dall' allergia a qualsiasi fede salvo quella dell' utilità personale. Chi arriccia il naso di fronte al culto degli eroi, al gusto del rito cruento - magari crudele ma esteticamente seducente - difficilmente apprezzerà Il lupo e la luna . Ma Buttafuoco è abituato da sempre a schierarsi sul fronte «sbagliato»: basti pensare a quelle Uova del Drago in cui raccontava la seconda guerra mondiale in Sicilia dalla parte dei perdenti. Chi allora è stato con lui, continuerà ad esserlo.