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Wall Street e il condono del debito agli studenti

di Ellen Brown - 28/10/2011



 

Tra le richieste dei contestatori di Wall Street c’è il condono del debito degli studenti, un “giubileo” del debito. Occupy Philly ha un “Gruppo di Lavoro Studentesco sul Giubileo dei Prestiti” e altri gruppi stanno studiando l’argomento. Alcuni commentatori hanno detto che il condono del debito è impossibile. Chi pagherebbe il conto? Ma c’è un portafoglio gonfio che ce la potrebbe fare, la Federal Reserve. Nel suo primo programmi di alleggerimento quantitativo (QE1), la Fed ha eliminato 1,3 trilioni di asset tossici dai libri delle banche di Wall Street. Con il QE4, potrebbe stralciare un trilioni di dollari di debito tossico dalle spalle di milioni di studenti.

All’economia non farebbe altro che bene, come dimostrò il G.I. Bill, che ha fornito un’alta formazione praticamente gratuita per i veterani di ritorno dal fronte, oltre a prestiti a basso interesse per le abitazioni e le attività d’impresa. Il G.I. Bill ha avuto un ritorno positivo pari a sette volte il capitale impiegato. È stato uno dei migliori investimenti mai fatti dal Congresso.

Ci sono argomenti contro uno stralcio totale del debito degli studenti, come quello che ritiene che le università private stiano già pesando fin troppo e che sarebbe ingiusto escludere altre forme di debito dal condono. Ma la cosa si potrebbe fare e questa (o una qualche forme simile di “giubileo” dei consumatori) potrebbe rappresentare uno stimolo significativo all’economia.

Il debito tossico degli studenti: il prossimo “cigno nero”?

Il movimento di Occupy Wall Street è formato prevalentemente da studenti. Molti senza un lavoro, si stanno lamentando del fardello impossibile del debito degli studenti che è stato escluso dalla consueta protezione verso i consumatori. Un’intera generazioni di giovani è stata sedotta dalla schiavitù del debito con la promessa di posti di lavoro migliori nel caso che avessero investito in una migliore formazione, per poi scoprire che i posti di lavoro non c’erano una volta laureati. Se non riescono a pagare i propri debiti, i prestatori possono far schizzare alle stelle i tassi di interesse e i premi di iscrizione, fare trattenute dagli stipendi e distruggere le valutazione del credito, oltre al fatto che i debiti non possono più essere depennati in caso di bancarotta.

Il debito totale degli studenti degli Stati Uniti è salito a un trilione di dollari, più di quello delle carte di credito. I stanno aumentando di pari passo. Secondo i dati del Dipartimento dell’Educazione, l’8,8 per cento di percettori di prestiti federali per gli studenti non hanno rispettato i pagamenti nell’anno fiscale 2010, dal 7 per cento dell’anno precedente. Con una ripresa anemica dopo una dura recessione e la difficoltà nel mercato del lavoro, ci si aspetta che la situazione vada a peggiorare. La minaccia di massicci default sui prestiti degli studenti che necessita di un altro salvataggio da parte dei contribuenti è ritenuto un rischio sistemico tanto rischioso quanto i fallimenti bancari che hanno portato l’economia statunitense sull’orlo del collasso nel 2008. per prevenire un altro disastro come quello provocato dal debito tossico sui libri delle banche di Wall Street, dobbiamo disinnescare la bomba del debito studentesco prima che esploda. Ma come?

La Federal Reserve potrebbe farlo nello stesso modo in cui ha smorzato la crisi creditizia del 2008: indirizzando il getto dell’acqua di un credito a tassi molto bassi nella direzione della popolazione studentesca che ha problemi. Dal settembre del 2008 la Fed ha concesso trilioni di dollari alle istituzioni finanziarie a una frazione dell’un cento di interesse; e da allora, nelle revisioni di bilancio, abbiamo visto come la Fed sia capace di sopraggiungere con qualsiasi ammontare di denaro che sia richiesto o auspicato. Per la Fed si tratta di registrazioni di contabilità, disponibili schiacciando un tasto di un computer.

Alla Fed non è consentito di prestare agli individui in modo diretto, ma può acquistare i titoli del Tesoro; e con lo Student Aid and Fiscal Responsibility Act (SAFRA) del marzo 2010, il Tesoro è ora formalmente nel business dei prestiti agli studenti. La Fed può anche rilevare titoli garantiti da asset, compreso il debito studentesco securitizzati; e ci sono voci per un altro giro di quantitative easing indirizzato proprio a questi asset.

Dopo il QE3: i mercati ne vogliono ancora

Quando l’atteso QE3 della Federal Reserve si è mutato nella tiepida e inefficace “Operation Twist, il mercato azionario ha reagito con un tonfo. Per calmare gli investitori, il direttore Ben Bernanke ha poi assicurato che la Fed era “pronta a fare di più”. Quanto più e in che modo non è stato specificato, ma Alan Blinder, ex vicedirettore del Federal Reserve Board of Governors ha suggerito alcune possibilità. Ha scritto sul Wall Street Journal il 28 settembre:

Per mantenere il volume del proprio bilancio, la Fed ha reinvestito poi le entrate in titoli del Tesoro. Ma iniziando "ora" (testuale della Fed) e continuando in modo indefinito, queste entrate verranno invece reinvestite in obbligazioni di agenzie sponsorizzate dal governo e del settore MBS. […] È ora immaginabile una prossima fase di quantitative easing che si concentri sui titoli del settore privato MBS, invece che su quelli del Tesoro. […] In effetti, se indulgiamo col pensiero positivo, potremmo immaginarci una Fed che applica i QE sulle obbligazioni private, sui prestiti sindacati, sui crediti dei consumatori e così via.

I prestiti sindacati dei consumatori includono asset-backed securities (ABS) del tipo di quelli acquistati dalla Fed tramite la sua Term Asset-backed Securities Loan Facility (TALF) creata nel novembre del 2008. Secondo il sito web della Fed, “i collaterali aventi diritto inizialmente hanno incluso ABS denominati in dollari che […] si basano sui prestiti concessi agli studenti, sui prestiti per le auto, sui prestiti per le carte di credito e sui prestiti garantiti dalla Small Business Administration (SBA).”

Comprare titoli che si basano su mazzette di prestiti concessi agli studenti ricade quindi nell’ambito della Fed. L’alleggerimento quantitativo è uno strumento riservato alle crisi economiche e il debito tossico degli studenti sembra essere il prossimo “cigno nero” all’orizzonte.

Rilevare un trilione di dollari di prestiti agli studenti potrebbe essere un buon pacchetto di stimoli per l’economia. Si stima che l’emissione di moneta si sia ridotta di circa 3 trilioni di dollari dal collasso del sistema bancario “ombra” del 2008 (una gamma di istituzioni finanziarie non bancarie che comprende banche di investimento, hedge funds, fondi di mercato monetario, prodotti strutturati, cartolarizzazioni e assicurazioni sugli investimenti). Nel luglio del 2010, la New York Fed ha postato sul suo sito web un report di gruppo intitolato “Shadow Banking”, che dimostra come il sistema bancario ombra si sia contratto di 4 trilioni di dollari dal suo picco del marzo 2008, quando veniva valutato a circa 20 trilioni, in effetti più grande del sistema bancario tradizionale, che era allora solo di circa 12 trilioni. Nel luglio 2010 il sistema ombra era sceso di circa 16 trilioni e il sistema tradizionale era salito a circa 13 trilioni, riempiendo una forbice di 3 trilioni di dollari. Sommare un trilione di dollari per gli aiuti agli studenti potrebbe fare molto per colmare questa differenza.

Il condono del debito come stimolo economico

Cosa potrebbe fare uno stimolo del genere all’economia? Considerando il G.I. Bill, che ha fornito formazione tecnica e sostegno educativo gratuiti - assieme a prestiti sovvenzionati dal governo e sussidi di disoccupazione – per quasi 16 milioni di personale di servizio tornato in patria. Alcuni economisti hanno determinato che, ogni 1944 dollari investiti, la nazione ha ricevuto approssimativamente 7 dollari di ritorno, grazie a un incremento di produttività economica, di spesa dei consumatori e di entrate fiscali. Il G.I. Bill non solo ha reso accessibile a tutti una più alta educazione, ma ha creato una nazione di proprietari, nuove tecnologie, nuovi prodotti e nuove aziende, mentre la Veterans Administration garantiva 53.000 prestiti per le imprese. Eliminare, ridurre o posticipare il debito degli studenti potrebbe alleggerire il budget di milioni di studenti, consentendogli di spendere di più per beni e servizi, aumentando la domanda e creando posti di lavoro. Maggior lavoro comporta più tasse per il governo, e una forza lavoro più formata e preparata potrebbe significare lavori che vanno a ricadere in più alte aliquote di reddito.

Quello di cui l’economia ha maggiormente bisogno oggi è il potere di acquisto. Senza consumatori per comprare i loro prodotti, le aziende non possono espandersi e non possono assumere. E per ottenere il potere di acquisto necessario, i consumatori devono avere più soldi nelle loro tasche. Arrivare a questo punto grazie a un alleggerimento quantitativo viene ritenuto pericolosamente inflazionistico, ma con un buco di 3 trilioni di dollari nell’emissione di moneta oggi abbiamo bisogno di un’iniezione di soldi freschi. Fino a che il denaro viene speso in beni e servizi invece che in schemi finanziari di capitali che si moltiplicano da soli, il risultato non sarà inflazionistico. I venditori al dettaglio ordineranno più merci, facendo produrre di più e facendo assumere più lavoratori allo scopo. L’emissione si alzerà assieme alla domanda, tenendo i prezzi stabili. I prezzi assoluti non incrementeranno fino a che la nazione non giungerà alla piena occupazione, una cosa molto lontana dalle prospettive odierne.

Un'altra alternativa: i prestiti privi di interesse

Molti paesi offrono istruzione gratuita nell’educazione superiore, tra cui Argentina, Brasile, Danimarca, Finlandia, Grecia, Norvegia, Scozie e Svezia. Un altro programma che ha provato di essere funzionale è un programma di prestiti agli studenti sgravati dagli interessi. Il governo della Nuova Zelanda ora offre ai suoi studenti prestiti allo 0%, e i rimborsi dovranno essere prelevati dai redditi ottenuti dopo la laurea. Negli ultimi venti anni il governo australiano ha finanziato con successo gli studenti, concedendo quelli che erano in pratica mutui liberi da interesse.

I prestiti dell’Australian Higher Education Loan Programme (o HELP) non hanno interesse, ma al governo viene restituito più di quanto ha prestito, perché the principal è indicizzato al Consumer Price Index (CPI), che sale ogni anno. Il tasso di indicizzazione era del 2,8% nel 2006 e del 3,4% nel 2007. Per evitare questi incrementi, i mutuatari potrebbe versare pagamenti volontari, per i quali potrebbero ottenere una riduzione del 10% del montante. Quindi, se una persona ripaga di sua volontà 1000 dollari, il debito viene ridotto di 1100. I prestiti sono quindi “contingenti”, e vengono ripagati solo se e quando il reddito del beneficiario raggiunge un certo livello. Se il mutuatario muore, i rimborsi obbligati devono essere prelevati dal suo patrimonio, ma il debito rimanente viene cancellato dalla morte.

Seguendo il modello australiano, la Federal Reserve potrebbe acquistare un trilione di dollari di debito degli studenti USA, rinunciare agli interessi e iniziare a ricevere le restituzioni solo quando gli introiti dei beneficiari hanno raggiunto un certo livello. Nel frattempo, i soldi prestati circolerebbero nell’economia, stimolando l’attività economica.

Anche considerando un tasso di default del 10%, la Fed riceverebbe indietro 900 miliardi del suo anticipo di un triliardo. La differenza di 100 miliardi di dollari è solo un settimo dell’ammontare del bailout autorizzato dal Congresso per salvare le banche di Wall Street e andrebbe a stimolare l’economia più che i soldi del bailout, che puntellano solo i bilanci delle banche insolventi di Wall Street, banche che da allora si sono rifiutate di restituire il favore concedendo i prestiti a Main Street. Se l’investimento della Fed generasse qualcosa di simile agli effetti del G.I. Bill, il suo esborso di 100 miliardi di dollari potrebbe produrre un ritorno di alcune centinaia di miliardi di dollari.

Per prevenire abusi del sistema, i college dovrebbero rimanere all’interno di parametri ben definiti per fornire un educazione di alta qualità abbordabile, e gli studenti dovrebbero soddisfare allo stesso tempo standard ben definiti.

Se correttamente monitorato, un investimento federale nell’educazione superiore potrebbe portare vantaggi a tutti, all’economia, al governo e alla popolazione. Un generoso programma di prestiti creerà posti di lavoro, aumenterà le entrate fiscali e dare ai giovani una possibilità di entrare nel “sogno americano”, un sogno che è diventato un miraggio per il 99 per cento della popolazione.

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Fonte: Wall Street and Student Debt Foregiveness - QE4: Forgive the Students


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE