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Il mantra della crescita: ma il limite è nel 2012

di Debora Billi - 28/10/2011

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Tutti si flagellano per via che abbiamo fatto una figuraccia con la UE, che ci aveva chiesto misure e riforme strutturali "per la crescita" ottenendo invece soltanto una letterina in stile Totò e Peppino. D'altronde, non si può negare che sia in corso una grande morìa delle vacche.

Nessuno però, neppure tra i più critici, si sofferma a pensare quanto sia opportuno continuare ancora con questo magico mantra della crescita.

Mantra, perché sembra proprio che occorra evocarla almeno dieci volte al giorno per fare sì che resti tra noi e non ci abbandoni proprio adesso.

Invece, sembra che malgrado le continue orazioni e i buoni propositi, la crescita sia fisiologicamente destinata ad lasciarci molto presto, forse nel 2012. I numerini li mette insieme Gail the Actuary di TOD, e non sono tranquillizzanti. Gail isola sette crisi convergenti:

  1. Prezzi alti del petrolio, o recessione;
  2. La crisi del debito pubblico USA;
  3. La crisi dell'euro;
  4. Il problema del debito cinese;
  5. Il delevraging in USA e altrove;
  6. Problemi politici in Medio Oriente e Africa;
  7. Conflitti tra il bisogno di risorse e l'inquinamento dell'ambiente.

Richiamandosi a "Limiti dello sviluppo" del 1972, uno dei libri più bipartizanamente infamati della storia (gli ufficialisti l'hanno definito "sbagliato", i complottisti "pericoloso"), Gail ricorda che la situazione è persino peggiore: gli autori del testo non considerarono infatti né l'impatto del debito, né quello dei prezzi del petrolio e delle altre risorse sul sistema. Questo è il grafico dei limiti:

Limits to_Growth_Forecast

Una convergenza di fattori: aumento di popolazione, nascite e inquinamento, crollo delle risorse, del cibo, della produzione industriale, picco dei servizi pro capite, a cui vanno aggiunti appunto il debito e i prezzi dell'energia. Dice Gail:

Il modello non considera la possibilità di spostarsi da una situazione di "debito crescente" a una di "debito decrescente". Se ciò accade proprio quando siamo al limite delle risorse, ci si possono aspettare curve e discese più ripide di quelle che vediamo nel modello.

Tutto ciò ha buone chances di verificarsi nel 2012. Entriamo nel 2012 con molte nuvole sulla testa, conclude Gail. Ha senso allora basare tutti i nostri programmi per il futuro su un'improponibile e irrealizzabile "crescita"? Stiamo sprecando il nostro tempo nel perseguire strade e consigli sbagliati, pretese sbagliate, dottrine del tutto sbagliate. Il guaio è che la sensazione è che gli addetti ai lavori non siano nell'incoscienza, ma viceversa ne siano perfettamente al corrente. Perché allora continuare a far finta di credere in questa favoletta, che la bacchetta magica della crescita tutto risolverà? Non si sa. Forse perché come si fa con i bambini, dire la verità mette paura.