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Effetti speciali e cause reali

di Stefano Moracchi - 09/11/2011

Fonte: terzalinearossobruni




Inutile nutrire false speranze nel momento particolare che stiamo attraversando, e che conclude una lunga fase di transizione – preparata insieme agli ex-Pci e confluita nel colpo di Stato chiamato eufemisticamente “Mani Pulite” – dagli esiti nefasti per il Paese, per la popolazione in generale, ma in particolare per la formazione sociale costituita dalla “disoccupazione organizzata” scaturita dal progetto criminale Usa chiamato prima “globalizzazione” e adesso “crisi globale”.
Gli stessi protagonisti di quella stagione si ritrovano oggi nei posti chiave a dirigere la “crisi globale”, come ad esempio Draghi, esaltato per avere abbassato di mezzo punto i tassi d’interesse, i cui sinistrati si sono ben guardati dal far osservare che i vantaggi di quella scelta economica, proprio perché politica, sono indirizzati a rafforzare gli speculatori, cioè gli affossatori di sovranità nazionale.
Nel momento stesso in cui si esalta il ruolo indipendente della Bce, a scapito degli stati nazionali per le scelte di natura “economica”, si sta di fatto dicendo che il ruolo politico che permette di sviluppare determinate scelte economiche è riservato alla potenza politica in grado di perseguirle, ovvero gli Usa. Si continua a fingere e persistere nella vergognosa reticenza.
Allora, dovrebbe essere chiaro, anche ai marxisti innamorati dell’esproprio di plusvalore (pluslavoro), finiti miseramente nell’imbuto propagandistico “Noi la crisi non la paghiamo”,  e dire dove risiede, oggi, il conflitto aggiornato capitale/lavoro, visto e considerato che il primo esproprio avviene proprio nei confronti di una formazione sociale particolare, cioè lo Stato italiano.
Questa prima forma di esproprio di plusvalore (pluslavoro) avviene grazie al soggetto della mediazione nato dal cilindro criminale dei convenuti sul panfilo Britannia, dal quale tirarono fuori il progetto Unione Europea per trasformarlo in un utile cavallo di troia con all’interno gli agenti Usa.
Progetto che non poteva essere realizzato con la vecchia classe politica, e che quindi andava azzerata con un colpo di mano “giudiziario” sapendo che avrebbe visto la totale maggioranza degli italiani favorevoli e plaudenti.
Abbiamo già detto, in altra occasione, come questo progetto europeo fosse stato tutt’altro che favorevole all’Italia e agli italiani, lo sapevano benissimo sia Prodi che gli altri “beati costruttori” sinistri e in parte destri.
Il ruolo dell’Unione Europea, come soggetto mediatore degli Usa, per spogliare gli Stati delle loro prerogative nazionali, implica di fatto un ripensamento stesso del concetto di sfruttamento così come è stato ereditato dal passato.
Continuare a parlare di sfruttamento, riferendosi ai vecchi rapporti sociali di produzione, oltre a non far minimamente avanzare la consapevolezza “operaia”, crea un totale abbaglio su quelle che sono le “nuove forme” dei rapporti sociali tra dominanti e dominati sia a livello internazionale, sia a livello di ricadute sociali a livello nazionale, di cui gli operai (tute blu) sono totalmente estromessi, rappresentando di fatto il soggetto ideale per compiere la transizione e la svendita totale dei beni materiali e immateriali degli italiani, e quindi la morte definitiva degli stessi operai così come sono ora organizzati attraverso le strutture sindacali “reazionarie”.
Il livello di bassezza è stato raggiunto proprio da questi esaltati dello “sfruttamento operaio”, di cui gli operai sono la carne da macello ideale per il compiersi dell’attuale scempio, grazie proprio all’appoggio incondizionato verso coloro che hanno ideato ed attuato per conto degli Usa il progetto criminale.
Il vero sfruttamento si compie solo nei due aspetti della mediazione criminale: Unione Europea come copertura Usa, per quanto riguarda i rapporti internazionali; attraverso il caporalato istituzionalizzato rappresentato dalle holding del lavoro, come soggetto della mediazione tra i lavoratori e i datori di lavoro per spogliare i lavoratori stessi delle loro prerogative lavorative.
Gli sciacalli del professionismo del disagio che si riempiono la bocca, adesso, di precariato dovrebbero essere linciati, visto e considerato che oltre a non indicare le cause della nascita del precariato (mentre bisognerebbe parlare di disoccupazione organizzata), sfruttano (nel vero senso della parola) la precarietà per continuare nella loro funzione di totale smantellamento di qualsiasi idea di sovranità nazionale.
Invece si continua a rincorrere l’idea di democrazia, di difesa della costituzione che sono solo le forme che rendono possibile l’uguaglianza appunto formale, mantenendo il totale silenzio su ciò che rende possibile sostanziarle: l’indipendenza nazionale.
Indipendenza nazionale appunto come sostanza della forma giuridica che qualunque Stato esprime.
Ma ciò che sostanzia la formale espressione giuridica sono le due realtà che esprimono concretamente, e quindi concretizzano scientificamente, la totale sottomissione dello Stato ad una potenza dominante, nel nostro caso gli Usa: il rapporto sociale mascherato dagli Usa nei confronti dell’Unione Europea, e quella della ricaduta sulla formazione sociale particolare espressa dal progetto criminale, quindi la formazione sociale antimperialistica per costituzione propria.
Quando una specifica formazione sociale (Stato) perde il controllo reale dei mezzi produttivi, la forma giuridica di Stato, privata della prerogativa nazionale (sovranità), esprime solo formalmente la forma giuridica della facoltà di disporre di scelte autonome, la cui conseguenza è l’atto formale e non sostanziale dell’uguaglianza degli individui all’interno dello Stato, dove solo una formazione sociale specifica riflette in toto tale forma, in quanto il rapporto sociale di produzione è la conseguenza dell’appropriazione capitalistica dello Stato dominante (Usa).
Come altrimenti leggere le affermazioni di Draghi: “La Bce è indipendente dai governi, nessuno ci può obbligare, facciamo le nostre scelte…”.
E come leggere l’attivismo del Presidente della Repubblica nel rendersi “garante” delle decisioni “autonome” della Bce? E’ normale che Napolitano eserciti il ruolo di garante di un organismo economico che riflette la politica di uno Stato straniero tutto a discapito della nostra sovranità? Come mai i difensori della Costituzione e della Democrazia non sono scesi in piazza difronte all’atto palesemente antinazionale di Napolitano nel consultare i partiti di maggioranza e minoranza a dispetto delle sue stesse ammissioni nel definirli “ due giorni di consultazioni non protocollari” in quanto “non ne esistevano i presupposti”?