Gli aymara del deserto di Atacama, nel grande nord cileno, contro i canadesi della Barrick Gold. Una scelta difficile per Bachelet
Migliaia di indigeni cileni Aymara e Daguita rischiano di dover lasciare la propria terra, quella dell'altipiano di Atacama a ridosso della cordigliera che divide il Cile dall'Argentina. Lo spettro è l'intenzione avanzata dalla multinazionale canadese Barrick Gold che ha acquistato in modo poco trasparente terre reclamate dagli indigeni Diaguita e che, come parte del progetto Pascua Lama, prevede lo «spostamento» (cioè la distruzione) di due ghiacciai per rendere possibile lo sfruttamento minerario della zona. Martedì 13 giugno la Commissione nazionale cilena dell'ambiente (Conama) ha dato il via libera respingendo in pratica 44 dei 46 ricorsi presentati contro il progetto. Manca ancora il parere delle autorità argentine. L'estrazione e lo sfruttamento dei bacini acquiferi a scopi industriali è il problema che oscura dai primi anni '90 il futuro delle comunità che vivono sull'altipiano di Atacama, e più volte denunciato dall'associazione dei Municipi rurali di Tarapacà , formatasi proprio per contrastare l'espansione delle multinazionali minerarie e la conseguente distruzione degli equilibri idrici della regione. «Quando c'è contrasto fra un diritto consuetudine e la legislazione vigente, a uscirne perdenti sono sempre i popoli indigeni», spiega Antonio Ma mani dell'associazione. Secondo le associazioni aymara, lo sfruttamento minerario ha già seccato buona parte del territorio e abbassato il livello del lago Cocotani, complice le lacune della legislazione vigente e talvolta in malafede: fra il '92 e il 2000, il governo autorizzò la costruzione di 7 pozzi, ufficialmente per rivitalizzare l'attività agricola nella valle di Azapa, ma che di fatto sarebbero servite a fornire alle miniere l'acqua necessaria al processo di estrazione e di lavorazione primaria. Una mobilitazione congiunta di tutte le comunità indigene e di organizzazioni ambientaliste smascherò la natura del progetto e riuscì a farlo sospendere; ma, di nuovo nel 2003, l'impresa statale Codelco annunciò che avrebbe cominciato a estrarre acqua dalla falda sotterranea nei pressi di Moncha, un paesino dell'altipiano. Sarà da vedere come l'amministrazione cilena , già sotto accusa per la questione Mapuche in Patagonia, gestirà il contrasto fra gli aymara e i soldoni promessi dalla Barrick Gold (1.5 miliardi di dollari) che vuole cominciare a estrarre l'oro della Pascua Lama dal 2009.