Falsità e mistificazione nel “terrorismo islamico”
di Miguel Martinez - 28/11/2011
IL LIBRO: Carlo Corbucci, Il terrorismo islamico falsità e mistificazione. All’esito dei casi giudiziari, delle risultanze oggettive e delle indagini geo-politiche, storiche e sociologiche. Agorà, Roma 2011. Richiedere il libro a libro.islam@gmail.com, Euro 25.
Da qualche anno, seguiamo il lavoro di Carlo Corbucci, un avvocato romano che si è trovato quasi per caso a difendere gli accusati di terrorismo islamico. In genere poveri disgraziati immigrati alla ricerca di lavoro, che si sono trovati da un giorno all’altro nel mirino, non solo dei magistrati, ma dei politici, della stampa, della televisione, dei servizi- segreti e non – di tutto il mondo, delle lobby neocon e della più grande potenza economico-militare del pianeta.
Carlo Corbucci è andato oltre la semplice difesa dei suoi clienti, smascherando, caso dopo caso, gli incredibili trucchi con cui i casi erano stati costruiti. Una folla di Sacco e Vanzetti, di Dreyfus, di Valpreda, che però non hanno interessato quasi nessuno.
Innanzitutto, ha scoperto che esiste alcuni meccanismi sempre presenti nella costruzione di questi casi.
Le vittime appartengono a due categorie piuttosto diverse, per le quali tracciamo due profili immaginari, ma molto reali.
Il signor Mahmud è un immigrato dal Marocco, che lavora da anni in fonderia. Intercettato e spiato, non si sa bene per quale motivo, si scopre che una sera, ascoltando un telegiornale, ha espresso ad alta voce ciò che nelle carte processuali vengono chiamati “sentimenti antioccidentali” (non ci inventiamo nulla). Passa a “terrorista” quando, durante una perquisizione, si scopre un documento: basta ad esempio una semplice mappa della città in cui abita. Il sentimento espresso costituisce la prova delle intenzioni; e qualunque cosa si trovi sulla mappa, il suo presunto obiettivo.
Il signor Mohammed è un immigrato dall’Algeria, che non ha nulla a che fare con ambienti religiosi, che campa di espedienti, spacciando documenti falsi per immigrati nei guai. Basta avanzare il sospetto che quei documenti servano ad al-Qaida, e un piccolo reato di quelli che avvengono quotidianamente si trasforma in un caso clamoroso.
Carlo Corbucci ha cominciato a ricostruire anche il clima in cui ciò avviene, i fattori che spingono tutti verso la costruzione del mito del “terrorismo islamico in Italia”. Dove agiscono certamente forze internazionali, ma anche innumerevoli spinte individuali.
Solo un esempio: pensate a un funzionario di polizia di un paese di provincia, che sorprende il signor Mohammed con una patente palesemente falsa. Agevolerà di più la sua carriera futura, potersi vantare di aver arrestato un innocuo falsario, oppure un terrorista internazionale?
Amplificate questo meccanismo per tutti gli attori coinvolti, risalendo piano piano dal piccolo informatore a cottimo, il traduttore, il poliziotto, al magistrato, al giornalista, al ministro degli interni, allo stesso governo italiano che può fare bella figura nella “lotta al terrorismo”, ai funzionari statunitensi all’estero che devono anche loro dimostrare di essere produttivi…
Da anni, Carlo Corbucci raccoglie queste storie, le documenta, le analizza, le scrive. Nel computer di casa, e poi in un primo libro che abbiamo recensito alcuni anni fa: nella nostra recensione, potrete leggere alcune storie significative.
Adesso, diversi anni dopo, Carlo Corbucci ha pubblicato un nuovo testo. Di ben 1750 pagine.
Ora, 1750 pagine sono 1750 pagine (e con un po’ di refusi sopravvissuti), e Corbucci non ha mai preteso di essere uno scrittore brillante. Il linguaggio è un po’ avvocatesco e difficile, quindi siete avvertiti. Né il lettore condividerà necessariamente tutte le conclusioni più generali sulla società moderna che l’autore presenta.
Ma questo libro fornisce una documentazione unica su uno degli aspetti più inquietanti dell’ultimo decennio. Resterà come fonte storica senza paralleli.
Interessanti sono poi le riflessioni su come funziona davvero la macchina della giustizia, dal ruolo di informatori e “pentiti” fino al carcere. Una macchina vista dall’interno, e questo è un tema che va anche oltre la questione del cosiddetto “terrorismo islamico”.
Se non vi fate intimidire dal linguaggio un po’ tecnico, scoprirete poi in questa opera delle vicende umane assolutamente straordinarie: ci sarebbe materiale per venti romanzi, lì dentro.
E se chiedete il libro direttamente all’editore, scrivendo a libro.islam@gmail.com, vi costerà appena 25 euro anziché 30.