Hanno di nuovo venduto l'Italia
di Etleboro - 08/07/2006
Nel 1992 sul panfilo della corona britannica ormeggiato a Civitavecchia, sono state decise le grandi privatizzazioni dello Stato italiano.
Dal 1993 hanno dato inizio alle grandi svendite, regali, ai potentati bancari internazionali.
Oggi gli stessi signori (da Romano Prodi in sù fino Mario Draghi) sono partiti con la seconda fase...
Prossimo passaggio? Declassamento del debito italiano da parte delle agenzie (lobbies) di rating: Standard & Poor's, Moody's e Fitch?
Così Eni ha ceduto la proprietà di Snam Rete Gas e delle attività di stoccaggio, perché è stato individuato come primario obiettivo dividere le imprese che gestiscono diverse fasi all'interno della filiera produttiva; questa cosa ha reso così contenti gli alti dirigenti, che il titolo si è subito riapprezzato lasciando comunque il dubbio che dietro vi sia invece una grande speculazione visto le grandi ambizioni della Goldman Sachs. Quest'ultima, tra le altre cose, si sta muovendo anche trasversalmente verso la Finmeccanica, provocando il crollo del titolo mediante la vendita sul mercato dei titoli in portafoglio.
La Russia chiude così anche i ponti di intermediazione con società terze come era stato chiesto dall'Europa con la ratifica della carta dell'Energia, che avrebbe permesso agli Stati Europei di comprare il gas del Turkmenistan senza passare per il governo russo.
Chiusi i rubinetti del gas, bruceremo le bollette in nome delle quali ci siamo venduti uno Stato, e quel piccolo gioiello che Mattei ci aveva donato per dare una fiaccola di energia al proprio Paese, per evitare che la dipendenza energetica potesse renderci schiavi di altre potenze. Possibile che nessuno riesca a fermare questo scempio? Possibile che proprio quando i servizi segreti subiscono un'altra aggressione, l'Italia viene di nuovo venduta?
Per quanto tempo ancora questa politica deleteria andrà avanti, davvero occorrerà aspettare il tracollo?
Etleboro Italia http://etleboro.blogspot.com/2006/07/hanno-di-nuovo-venduto-litalia.html