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Articolo 18, ovvero un problema sinistro e maldestro

di Stefano Moracchi - 23/03/2012

Fonte: attuazionista.blogspot


I fantasmi che vengono agitati intorno alla questione dell'articolo 18 sono, come molte volte accennato, una verità presa a pretesto per affermare una falsità concreta capace, diversamente da quella apparentemente vera, di accendere il processo riproduttivo del nuovo assetto sociale in fase di assestamento.
Naturalmente è più facile credere ai fantasmi che svolgere una complessa opera di ricognizione delle dinamiche che muovono le suggestioni. Tuttavia, comprendendo la difficoltà dello sforzo, non possiamo sottrarci a questo compito.

Per farlo adeguatamente dobbiamo inquadrare la più volte richiamata “questione nazionale” che, agli occhi dei più, essendo vista come il “lupo cattivo”, fa perdere di vista il ruolo diabolico giocato dall'agnello sacrificale Stato nazionale.

Se inquadrata nella giusta prospettiva, la questione politica dovrebbe essere capace di accendere il riflettore su quella economica e, nel nostro specifico caso, sull'inefficacia nel porre un problema economico fuori della prospettiva politica.

La confusione che finora si è fatta strumentalmente tra pubblico e privato, cioè tra politica ed economia, adesso viene alla luce in maniera distorta volutamente, perché il ruolo dei lavoratori rappresentati sindacalmente è stato quello di essere pervenuti politicamente in gioco perdendo ogni ruolo essenziale da un punto di vista economico. Ma se si perde il ruolo essenziale in economia come si può affermare di essere divenuti politicamente determinanti? Solo chi detiene il potere politico può determinare scelte economiche. Allora, i sindacati si sono mai posti, o meglio, hanno posto ai loro associati la questione di fondo, cioè di avere uno Stato nazionale capace di fare scelte economiche in piena autonomia? Hanno posto la questione di cosa significhi concretamente per la sorte dei loro iscritti appoggiare le guerre criminali in corso come la Siria oggi, o la Libia ieri? Si sono posti il problema fondamentale, prima di fare manifestazioni per buttare giù governi come quello di Berlusconi, di capire con che cosa sostituirlo? La Cgil ha manifestato apertamente con un gruppo di siriani, “dissidenti” di Assad, favorevoli alla criminale aggressione internazionale guidata dagli Usa. Questa posizione “politica” veramente si pensa non abbia nessuna conseguenza economica?

Landini, alla guida Fiom-Cgil, ha elogiato la Cgil per aver fatto cadere Berlusconi. Bel capolavoro. Allora, veramente si crede che la posta in gioco sia l'articolo 18? Si sono fatti due calcoli su quanti posti di lavoro si sono perduti pur avendo la tutela giuridica (formale) dell'articolo 18?

Certo, fa molto più scena mediatica farsi fotografare con una militante, o militonta, con la scritta “Fornero al cimitero”, come nel caso di Diliberto, salvo poi scordarsi che proprio il suo partito è stato quello che sui manifesti elettorali indicava con tanto di falce e martello vota Bonino, quella del referdum sull'abolizione dell'articolo 18.

Perché si accetta con tanta superficialità di farsi prendere in giro, sia pure se a farlo sia un sindacato come la Cgil, o un suo surrogato come la Fiom?

Adesso siamo arrivati al punto che la grande conquista sia non toccare l'articolo 18? Con questo fumo negli occhi che cosa si vorrebbe ottenere?

Ci si rende conto che, quella che chiamano crisi, non è ancora veramente avvenuta?

Lo si vuole comprendere che la carta costituzionale dell'Unione Europea sancisce un principio di vincolo economico (cioè di esproprio Politico) a tutti gli Stati membri che sovrasta quello del patto politico costituzionale dei singoli Stati sancito con voto popolare, mentre quello europeo non ha avuto nessuna approvazione popolare?
Il referndum sull'acqua pubblica non ha insegnato proprio nulla?

Qui si stanno definendo nuovi rapporti sociali di produzione, cioè un nuovo assetto sociale che non sarà assolutamente scalfito dall'articolo 18, comunque sia.

La posta in gioco è molto più alta che, restare impigliati su delle variabili totalmente estranee alla loro composizione determinante, è praticamente criminale.

Dopo anni di “lotte al ribasso” questa veramente è di una bassezza inaudita.