Il Lingotto nelle casseforti di Goldman Sachs
di Etleboro Italia - 14/07/2006
Vola il titolo della Fiat in Borsa, con una quotazione che le vale tutto quel titolo di Lingotto che è sempre stato un vanto per gli Italiani, mentre viene annunciato il "sostegno" che
Lascia senz'altro attoniti il fatto che in questi ultimi mesi il titolo viene quotato sempre con ottimi rendimenti, nonostante l'esistenza di grandi difficoltà sia dal punto di vista finanziario che produttivo. La situazione, da quel che può vedersi in quest'ultimo semestre è comunque problematica, e non farebbe dormire alcun analista finanziario che possegga anche solo una manciata delle azioni della Fiat. Dopo il cambio di dirigenza e la nomina di Marchionne, anche l'azionariato ha subito un inaspettato stravolgimento:
Dopo di lei anche San Paolo IMI ha liquodato , senza che questa manovra finanziaria abbia minimamente sollevato dubbi sulle autorità di vigilanza, sulla Consob, sul governo o gli stessi organi sindacali, anzi il titolo era lautamente remunerato per cui le Banche hanno realizzato anche importanti plusvalenze. Ora che le due grandi banche d'affari detengono il pieno controllo della situazione le quotazioni si sono stabilizzate intorno a valori medio alti, e le previsioni sono ancor più incoraggianti dopo che
Tra l'altro la proiezione che viene data dalle Banche e dalle agenzie di rating, non sembra ben corrispondere alla reale situazione aziendale, considerando che la produzione cala al più piccolo problema che avviene nella filiera produttiva, solo pochi mesi fa rischiava la liquidazione, e le imprese estere da tempo avanzano proposte di collaborazione che fanno insinuare gruppi esterei nelle produzioni giù da tempo delocalizzate. Evidentemente il titolo Fiat è sostenuto proprio dalle stesse banche, che sono al tempo stesso proprietari, finanziatori, e consulenti, con un conflitto di interesse perenne dovuto proprio al fatto che una banca acquisti delle partecipazione in imprese e industrie: la tratta come un investimento finanziario, manipola le informazioni per un proprio tornaconto e se ne disfa prima che cominci a perdere valore.
Tra l'altro mentre le Banche aumentano la quotazione di Fiat, il titolo della Juventus crolla per via degli scandali calcistici, ma non bisogna tralasciare il fatto che milioni di euro provenienti da operazioni di calciomercato, o anche dai fondi neri delle imprese e poi ritrasferite nelle società di calco, a mezzo dei calciatori plruringaggiati, sono spariti dai bilanci. I fondi neri delle squadre di calcio scompaiono ancora una volta nei circuiti bancari utilizzando come prestanome i calciatori: gli ingaggi calcistici miliardari probabilmente non esistono, perché essi vengono subito rinvestiti dai calciatori stessi in Fondi e Banche, così come le leggi spalma-debito delle società di calcio servono solo a coprire altre truffe.
Occorre che di questo stato di cose tutte le persone siano informate e che dunque sappiano che stiamo solo giocando ad un risiko, tenuto in piedi dalle Banche che finchè vorranno terranno il gioco, ed in caso contrario la cessione del pacchetto azionario porterà con sé anche un rating negativo con conseguenze ben più ampie dell'uscita di un semplice azionista.
È questo quello a cui siamo arrivati dopo anni di cassa integrazione e di scioperi, dopo anni di finanziamenti di Stato e di decreti salva-Fiat, dopo che milioni di italiani si sono sacrificati per non vedere mai cadere il loro "lingotto", dopo che uomini importanti hanno cercato invano di lasciare all'Italia una forza produttiva. Ora siamo nella situazione che delle Banche decidono il bello e il cattivo tempo, sul destino dei piccoli centri che ancora oggi vivono solo in dipendenza della Fiat, come prima era Ivrea per
Mentre le Banche ci comprano ogni cosa, anche l'aria che respiriamo, il Ministro di Pietro ha dichiarato, con la freddezza di uno statista, nonostante questa carica non gli si addice, che sta studiando il caso di Trenitalia ed è giunto alla conclusione che la soppressione della Holding capogruppo della Fs, e dunque lo spezzettamento della società in tanti comparti, porterà a maggior efficienza sul mercato e una riduzione dei costi per i consumatori. Insomma quest'uomo va fermato, perché di questo passo porterà a tutti alla rovina, perché non ha più pallida idea di cosa lui stia parlando. Vorremmo allora sapere dal Ministro delle Infrastrutture, come mai sia riuscito a giungere in così poco tempo alti vertici di poteri? Forse perché si è fatto portavoce di interessi che non sono propriamente dei cittadini, ma di coloro che premono in prima fila per avere le liberalizzazioni.