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L'ultima tentazione

di Luciano Fuschini - 21/06/2012

 


 

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Le più recenti rilevazioni dei demografi credono di individuare una linea di tendenza per la quale anche nel resto del mondo si starebbe verificando quella diminuzione delle nascite e quel prolungamento della vita che caratterizzano l’Occidente. Se questo fenomeno sarà confermato, ci si può attendere una diminuzione nella crescita della popolazione. Si badi bene: non diminuzione della popolazione, ma diminuzione del tasso di crescita.Nel rapporto fra natalità e mortalità si possono dare i seguenti casi:

bassa natalità e bassa mortalità (variante A); bassa natalità e alta mortalità (variante B); alta natalità e bassa mortalità (variante C);alta natalità e alta mortalità (variante D).

Tre di queste combinazioni sono micidiali per qualunque comunità, la più vasta delle quali è l’umanità nel suo complesso. La situazione ottimale di equilibrio si otterrebbe quando in media ci fossero due figli per ogni coppia. Si tratta di un equilibrio più teorico che reale. Tenuto conto delle coppie sterili e degli individui che per varie ragioni si sottraggono alla procreazione, per ottenere la media di due figli per coppia occorrerebbe che molte coppie avessero più di due figli. Chi se ne accollerebbe l’onere?  Per quali motivazioni? A quali strati sociali apparterrebbero queste coppie? Per questo possiamo limitarci allo schema che prevede le quattro varianti principali e chiarire perché tre di esse sono esiziali. Lo è la variante A perché genera una percentuale altissima di anziani rispetto ai giovani. Così la società perde vitalità e troppe risorse devono essere destinate alla sopravvivenza di individui improduttivi. Questa è la nostra condizione attuale, un portato della modernità.                                                                                                                                       Lo è la variante B per l’ovvio motivo che porterebbe all’estinzione della comunità stessa.             Lo è la variante C perché provocherebbe un eccesso di popolazione non sopportabile  data  l’impossibilità di una crescita illimitata  in un sistema finito, esattamente come la continua crescita economica entra in contraddizione con la limitatezza delle risorse di un sistema chiuso come è un pianeta.   L’unica soluzione che garantisce un futuro alle società umane è dunque la variante D, quella che ha caratterizzato i millenni della premodernità.

Come tutti gli schemi, anche quello proposto è una semplificazione della realtà. Si danno situazioni più complesse, in cui per esempio l’alta natalità e l’alta mortalità caratterizzano solo i ceti sociali più bassi, mentre quelli privilegiati godono di bassa natalità e bassa mortalità. A questo probabilmente pensano i Poteri che governano il mondo senza passare al vaglio del voto e dei Parlamenti. Le prospettive aperte dalla genetica e dalla bioingegneria lasciano intravedere la possibilità di creare una sorta di Oltreuomo capace di vivere secoli e di essere immune da malattie, la razza dei dominatori quasi divini a cui sarebbero assoggettate le moltitudini esposte alla malattia e alla morte, le generazioni dell’alta natalità e alta mortalità. Tuttavia il dominio classista in questo caso sarebbe tanto esplicito e brutale che provocherebbe rivolte incontenibili.  Da parte nostra non possiamo che appellarci alla ragione, quella ragione che ci dice come l’attuale tendenza a ridurre le nascite e prolungare la vita dei vecchi sia pura demenza autodistruttiva. Occorre favorire la natalità aumentando gli assegni familiari, dando un salario alle madri che scelgono di lasciare il lavoro extradomestico per allevare i figli, destinando più risorse all’infanzia e agli asili. Occorre creare una mentalità per la quale appaia riprovevole che vecchi i quali ormai trascinano stancamente un’esistenza penosa, siano mantenuti in vita fino all’estremo delle possibilità: una mentalità, garantita dalle leggi, che renda prassi normale l’eutanasia. Mi rendo ben conto che proposte simili significherebbero avventurarsi in un terreno minato, ma la situazione è giunta  a livelli tali di insostenibilità che bisogna essere rigorosi nelle conclusioni come nelle premesse del ragionamento.

È ragionevole essere pessimisti. In epoca premoderna l’alta natalità e l’alta mortalità erano garantite dalle condizioni stesse dell’esistenza, la prima dalle esigenze della produzione agricola in assenza di macchinari e dalla famiglia allargata, la seconda dalle condizioni igieniche precarie, da  carestie e pestilenze. Oggi per indurre alta natalità e alta mortalità occorrono provvedimenti legislativi sempre perdenti perché in contraddizione con le tendenze in atto.Non passeranno le proposte dolorose ma ragionevoli, né passeranno i disegni folli di chi volesse creare in laboratorio la razza dei nuovi padroni. È più probabile che il problema demografico sia risolto per la via di quel nichilismo che è la tentazione ultima della modernità: un massacro che ridurrebbe l’umanità a un piccolo residuo di disperati vaganti fra veleni e macerie.