Così parla Israel Shamir
di Israel Shamir - 20/07/2006
Scopro in ritardo un articolo magistrale e coraggioso di Israel Shamir, l’ebreo fattosi cristiano, la voce della verità in Israele.
Il titolo è «Uomini e Topi».
Ne traduco una parte.
Maurizio Blondet
[…] «Le grida di gioia e dolore seguite al finto ritiro [dei coloni ebraici da Gaza] non erano ancora svanìte, che è cominciato il vero assedio e bombardamento di Gaza.
Qualche mese di bombardamenti, la vera conquista di Gaza e l’arresto dei leader palestinesi ha completato l’immagine del grasso gatto che gioca col topo.
I nostri lettori forse ricordano che al culmine dell’ammuina sul ritiro, noi, in ‘Tanto rumore per Gaza’, invitammo tutti a diminuire le aspettative: un ritiro israeliano è sempre seguito da una spinta in avanti, come accade negli stupri.
Non vi aspettate che sia l’ultimo: un detto ebraico dice che un inglese se ne va senza dire addio, un ebreo dice addio e non se ne va.
I lettori delle mie pagine hanno avuto, come sempre, la giusta previsione: gli ebrei sono tornati.
E anche l’intermezzo è stato triste.
Gaza dopo il ritiro era il posto più triste della terra, con fame diffusa e grande disoccupazione, e non per colpa della gente di Gaza: sia governata da Hamas o da Fatah, Gaza non può sopravvivere per sé; questa esigua striscia di terra è circondata da soldati israeliani e filo spinato, e gli abitanti di Gaza non hanno altro modo per vendere le loro merci o importare che attraverso i porti controllati da Israele.
Gli ebrei hanno distrutto con il loro assedio l’industria e il commercio di Gaza: i fiori e le frutta di Gaza coltivati per l’export sono andati a male al posto di blocco di Kami, e un investimento di molti milioni di dollari è finito nel cesso.
[…]La Gaza ‘indiperndente’ è stata assoggettata a incessante bombardamento.
Centinaia di missili e proiettili d’artiglieria sono lanciati contro la piccola striscia di terra ogni giorno, uccidendo alcuni, ma rovinando i nervi di tutti i residenti. […]
Gli abitanti di Gaza, donne, bambini, uomini, hanno sopportato quasi un anno di persecuzione peggiorata dai bombardamenti aerei. […]
Se gli ebrei bombardassero centomila abitanti di Gaza uccidendoli, probabilmente ci sarebbe un’ondata di sdegno; ma distruzione, messa alla fame e alla sete sono altrettanto efficienti, e non turbano più di tanto la coscienza del mondo.
La distruzione della centrale elettrica di Gaza è stata anche un’astuta decisione d’affari: questa centrale costruita dall’America competeva con la compagnia elettrica israeliana… anche andando a mezza potenza, essa minava il monopolio del fornitore ebreo.
Ora è andata, e quelli di Gaza dovranno comprare la loro elettricità dagli ebrei a prezzo molto più alto.
Questa distruzione, unendo l’utile al dilettevole, ha consentito agli ebrei anche di mettere alla sete i palestinesi oltre che alla fame - Gaza non ha fiumi, e per far funzionare le pompe dei pozzi serve l’elettricità.
E tuttavia, nel breve periodo della loro ‘indipendenza’, gli abitanti di Gaza hanno dimostrato di non essere topi, ma uomini.
Il loro ostinato lancio di Kassam era segno del loro spirito non spezzato: rifiutavano di obbedire per fame.
Il Kassam non è un’arma nel senso moderno della parola.
E' un’arma medievale, una catapulta: una massa di ferro lanciata da un semplice apparecchio che non porta esplosivo.
Beninteso, una massa di ferro può uccidere nel caso improbabile di un colpo diretto, ma le probabilità sono minime.
Il loro ardito e ben preparato attacco ad una unità d’assedio israeliana ha rivalutato la nostra stima nella combattività della gente di Gaza.
Non è facile attaccare un carro armato a mani nude.
D’accordo, Israele ha usato questo attacco coraggioso per scatenare una nuova invasione di Gaza, ma non collegate troppo le due cose.
Haaretz del 29 giugno 2006 ha rivelato che i piani per gli arresti di massa dei governanti palestinesi e per la re-invasione erano stato preparati molto tempo fa. […]
Beh, quando gli ebrei aggrediscono, è una guerra; quando sono attaccati, è terrorismo.
Uri Avneri la chiama ‘guerra unilaterale’, sullo stesso piano dei loro ‘ritiri unilaterali’.
Questo unilateralismo è un dato costante dei rapporti fra ebrei e nativi: quando gli ebrei aggrediscono i nativi, è giusta vendetta; quando i nativi rendono pan per focaccia, è un pogrom. Molto prima che gli ebrei infamassero i palestinesi come terroristi, essi hanno infamato i loro conterranei nativi del tempo, polacchi, ucraini, russi, spagnoli, tedeschi come antisemiti odiosi e sub-umani.
Se rigettiamo la loro diffamazione dei palestinesi, potremmo riesaminare le loro accuse agli altri, e l’intera narrativa delle sofferenze ebraiche crollerà.
Allora il problema di Palestina, o meglio il problema dei maltrattamenti ebraici dei loro goym, apparirà come un vecchio problema.
Molto prima che il muro dell’apartheid tagliasse la Palestina, gli ebrei non lasciavano entrare spagnoli di nascita nella città di Lucena.
Molto prima che bombardassero Gaza, riempirono la piscina di Mamilla a Gerusalemme del sangue di cristiani massacrati. […]
Lo stupro di Gaza ricalca un sentiero battuto per secoli.
Il governo ebraico non ha mai voluto davvero dare ai loro goym prigionieri la possibilità di condurre una vita normale. […]
Nel 1880 circa, Dostoyevsky profetizzzò: se e quando gli ebrei prenderanno il potere, ci spelleranno vivi.
In Palestina, questa profezia si avvera.
Non è questione di innati caratteri ebraici: un ebreo può essere buono e fare il bene, un ebreo può pentirsi, ma ‘gli ebrei’ no, perché questo corpo politico esiste precisamente per combattere gli indigeni, siano palestinesi o di altrove.
Ideologicamente, uno Stato ebraico farà la cosa ebraica, ossia combatterà i nativi e la Chiesa, sia cristiana o islamica.
‘Se gli antichi ebrei tornassero’, scrisse Simone Weil, ‘distruggerebbero le nostre chiese e ci massacrerebbero tutti’.
‘La tradizione ebraica è occultamente etnocentrica e disumanizza gli estranei con un piacere insuperato’, ha scritto Ed Herman.
Nello Stato ebraico, gli ebrei antichi sono tornati, e la tradizione ebraica è diventata assoluta.
Sicchè Hamas aveva ragione a non riconoscere lo Stato ebraico: un simile Stato non può diventare un vicino sopportabile.
Questo Stato dev’essere smantellato, come lo fu lo Stato extraterritoriale degli ‘Assassini’ che un tempo controllarono il Medio Oriente.
Gli ‘Assassini’ traevano il loro potere dalla capacità e prontezza ad assassinare capi crociati o musulmani, lasciando vivi solo governanti deboli che non osavano toccarli.
Gli ebrei fanno lo stesso: a volte con la spada, a volte col denaro, a volte coi media, sicchè nessun leader forte sorga nella loro sfera d'influenza.
L’assassinio coi media è il più comune e tipico.
Se decidono di ammazzare una persona coi loro media, eliminano ogni riferimento al suo nome; se non basta, lo aggrediscono ‘ad hominem’, diffondendo menzogne e distorsioni sul suo conto.
I politici americani che hanno tentato di opporsi agli ebrei sono stati assassinati dai media e distrutti.
L’assassinio per mezzo del denaro è parimenti usuale: basterà ricordare l’industriale americano Henry Ford, che tentò di contrastare l’influenza ebraica.
Egli ricevette un’offerta che non potè rifiutare, bruciò i suoi libri, si pentì pubblicamente, preferendo far questo che vedere distrutto il suo impero dell’auto.
L’assassinio per spada si è fatto quando nient’altro bastava: Folke Bernadotte, lo sceicco Yassin… centinaia di leader palestinesi sono stati assassinati dagli ebrei.
Haaretz ha parlato del piano Zarzir come di ‘un vasto piano operativo, un programma nazionale di assassinio’ di leader nemici, politici e o militari.
Nei tempi antichi la salvezza venne da un lato inatteso: i mongoli conquistarono l’Asia e questi guerrieri spietati strapparono gli ‘Assassini’ dalle loro montagne e ne distrussero la società segreta.
I loro discendenti, gli ismailiti, sono innocui.
Se non si risolve il problema, qualche nuovo mongolo distruggerà lo stato di Sodoma e renderà
i discendenti degli ebrei innocui come gli ismailiti.
Una cronaca medievale riporta che il re ebreo di Khazaria disse a un visitatore musulmano: ‘Vorremmo distruggere tutte le moschee e le chiese nel nostro regno, ma non possiamo per paura che distruggano le sinagoghe a Baghdad e a Costantinopoli’.
Effettivamente, se in risposta alla centrale elettrica distrutta a Gaza fosse distrutta una centrale israeliana a Cesarea, e gli ebrei dovessero passare la nostra estate senz’aria condizionata, non lo rifarebbero.
Se agli ebrei in Europa fossero dati i ‘diritti’ che i loro confratelli concedono ai palestinesi, la Palestina sarebbe libera domani.
Ma perché sognare?
Chi potrebbe fare una cosa simile?
Gli arabi sono vinti, la conquista dell’Iraq ha eliminato l’ultimo Stato arabo indipendente.
L’Iran è minacciato e quel grande Stato musulmano è contento che un giorno passi senza essere bombardato.
La Siria è nel mirino, gli Hezbullah, nobili combattenti, hanno slavato la dignità araba con le loro imprese di auto-sacrificio, ma non possono ferire il mostro; mai prima il Medio Oriente è stato così impotente e senza speranza.
L’Europa e l’America sono parimenti assoggettate… chiunque abbia parlato ad alta voce è stato diffamato come antisemita e neo-nazista, ha perso la reputazione e anche i mezzi di sussistenza.
Io lo so, ho provato a difendere i palestinesi e sono stato pugnalato alla schiena da un paio di attivisti palestinesi, Ali Abumina e Nigel Perry di Electronic Intifada. (1) […]
I palestinesi non hanno futuro, se non liberiamo le nostre anime dal controllo ebraico.
Per questo, dobbiamo volgerci a un’altra parola che comincia con ‘J’, più potente della prima (Jew): Gesù.
L'attuale assogegttamento dell’Occidente cominciò con un atto apparentemente minimo.
Nel 1960, le Chiese d’Occidente tolsero dalla liturgia la preghiera ‘Oremus pro perfidis judaeis’: ‘Preghiamo per gli ebrei spergiuri che il Signore nostro Dio tolga loro il velo dal cuore, affinchè possano anch’essi comprendere la luce della tua verità, che è il Signore Gesù, e possano essere liberati dalla loro tenebra’.
Questa formula fu definita ‘antisemita’, benchè sia molto lontana dalla preghiera ebraica ‘Shepokh Hamatha’, che dice: ‘Signore, scatena la tua furia contro i goym che non conoscono il tuo nome’. Ma gli ebrei hanno mantenuto la loro preghiera di vendetta, mentre cristiani assoggettati e malaccorti hanno smesso la loro preghiera di grazia e compassione.
Diciamo questa preghiera oggi, ditela nella vostra chiesa, mandate via il prete che non ne abbia il coraggio, e domani non tremerete davanti alla ostilità ebraico, e Gaza, e l’anima vostra, saranno salve.
E se la vostra preghiera sarà ascoltata, saranno salvi anche gli ebrei.
Israel Shamir
Note
1) Electronic Intifada è un sito apparentemente pro-palestinese, ampiamente finanziato da sapete chi. I musulmani «moderati», a volte, sono i musulmani pagati.