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Libano: l’Iraq di Israele?

di Giancarlo Chetoni - 25/07/2006

Fonte: giancarlo chetoni

  

A distanza di 13 giorni dal via ai bombardamenti di Tel Aviv sulla fascia di confine abbandonata nel 2000 da Tsahal  con la coda tra le gambe, torna ad affacciarsi  qualche cono d’ombra sulle capacità  militari dell’esercito di  “Israele”.

Nonostante le migliaia di proiettili da  155 mm. sparati dai semoventi , l’uso continuato degli UAV per la  mappatura  degli obbiettivi “ sensibili “  , la ricognizione aerea di zona, la disponibilità di immagini satellitari,  l’appoggio di fuoco degli “ Apache” e degli F 16 dotati di armamento di precisione a guida laser,  l’utilizzo di  giganteschi  buldozzer, di  blindati di appoggio e l’uso  dei Merkava,  le unità di èlite Magan ed Egoz, specializzate in azioni di commando, di interdizione e soppressione oltre le linee nemiche di strutture statiche e mobili come bunker e lanciarazzi, hanno dovuto incassare nel confronto con Hezbollah   un altra  imprevista e sonora sconfitta tattica.

Nelle 3 occasioni in cui si sono spinte in territorio libanese, nella zona di Marun Al Ras, per una profondità peraltro limitata a 1-2 km, le perdite di Tsahal  sono state  tali da sconsigliarne al generale Halutz  l’ulteriore impiego sul campo.

Gli analisti militari hanno addebitato la mancata sorpresa delle unità Magan ed Egoz alla prima linea di difesa del Paese dei Cedri a una miriade di motivazioni : scarso coordinamento tra le pattuglie,  una imperfetta conoscenza del terreno, la presenza di tunnel scavati in profondità, la predisposizione di  vie di fuga, approntamenti di depositi di munizioni, armi leggere e controcarro,  semina di trappole esplosive tra la vegetazione, il  posizionamento di mine stradali  interrate sotto asfalto.

Sono osservazioni che non convincono del tutto.

Sorprende  invece, in questo contesto di forze e di mezzi enormemente sbilanciato a favore di Tsahal come la totale assenza di qualsiasi difesa antiaerea dell’esercito libanese, la capacità di sopravvivenza della milizia sciita a Marun al Ras e in tutta l’area di confine per una profondità di 15-20 km.

Mentre le perdite in materiali e uomini  via, via per “ Israele” si allungano, con elicotteri che … si urtano in volo …, con serbatoi supplementari  che cadono in fiamme,  con carri da battaglia …che si incidentano  … per  “ fuoco- amico “, con  navi … che vengono  rimorchiate a Haifa “,  Tsahal, sta conoscendo il  punto più basso, dal  1967, della sua deterrenza militare e della sua efficacia  bellica.

“ Israele”  con i suoi Merkava  batte il passo appena qualche centinaio di metri oltre il confine. Tergiversa, si offre ai media, in assetto da parata,  guardandosi bene dal far mordere ai cingoli dei suoi … 30 … carri da battaglia altro Terra del Libano.

Accende e spenge i motori,  richiama divisioni (che nessuno vede in concentramento ) di… soldati di leva e …riservisti-afferma- per utilizzarli sullo stesso terreno dove hanno clamorosamente fallito le sue unità di commandos.

Hezbollah ha una struttura militare ed organizzativa di prim’ordine  e larghe dotazioni di sofisticate armi anticarro che riescono a perforare 14 mt di cemento armato.  

La strada per la periferia di Beirut, al  contrario del 1982, è ormai  impercorribile. Tentare di avventurarsi su quel tracciato porterebbe Tel Aviv a dover affrontare perdite insostenibili in uomini,  mezzi e risorse finanziarie.

Perdite, che sarebbero molto più gravi di  quelle  che stanno sbriciolando l’apparato militare Usa in Irak.

Come “ stato “ assistito da Wastinghton, con una struttura economica e produttiva precaria, potrebbe reggere i costi di una guerra di logoramento per non più 3-6 mesi quando in Medio Oriente e nel Golfo Persico è in via di consolidamento un riequilibrio militare e tecnologico e finanziario che sta già imponendo sul terreno i suoi effetti strategici.

La distruzione dell’infrastruttura civile del Libano è un segnale che “Israele “ intende mandare molto, al di là del Medio Oriente nel tentativo di arginare l’implosione della sua deterrenza militare.

Ci sono in  ballo sistemi d’arma come Iskander E, S -300, S-400, Su 30-R77, SSN 22 suscettibili di annullare qualsiasi capacità offensiva di “ Israele “.

Non è un caso che la guerra di aggressione al Paese dei Cedri sia temporalmente coincidente con il summit del G-8 allargato e multipolare di S. Pietroburgo.

L’invito a Mosca di Hamas e la visita a Gaza di un funzionario del Ministero degli Esteri della Cina ha disancorato l’ANP dalla tutela paralizzante, ricattatoria, dell’ Europa di Barroso e Solana per ormeggiarla in un quadro di alleanze centroasiatiche ben più solide ed politicamente affidabili.

Dopo la vittoria di Hamas alle elezioni legislative pur in assenza di qualsiasi “ attentato “ , prendendo a pretesto il lancio di qualche tubo di Qassam verso Sderot, “ Israele “ ha –liquidato- 87 palestinesi e ne ha feriti 650 allargando la “rappresaglia “ a interi complessi residenziali e istituzionali di Gaza.

Infliggendo sofferenza e distruzione a Comunità, a Popoli disperatamente fragili, assediati,  a Paesi già  segnati da altre guerre di aggressione , calpestando diritti individuali, collettivi e internazionali, quando la sua sprezzante arroganza lo porterà a confrontarsi con nemici di ben altro peso, “ Israele “  si troverà fatalmente costretta a dover saldare i conti in sospeso che ha con la storia e l’attualità.