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La condanna dei giuristi: «Israele colpevole di crimini di guerra»

di redazione - 25/07/2006



«In base al diritto in tempo di guerra, attacchi internazionali contro la popolazione civile come quelli compiuti finora in Libano, contro civili che non prendono parte al conflitto costituiscono un crimine di guerra. La distruzione dell'aeroporto di Beirut e di aerei civili sono due esempi palesi». Lo afferma una
nota ufficiale diffusa dalla Commissione internazionale dei giuristi (Icj) che riunisce sessanta eminenti giuristi di tutto il mondo. Per l'Italia, Antonio Cassese, già presidente del Tribunale internazionale per l'ex Yugoslavia.
Il documento condanna sia le operazioni militari israeliane sia i bombardamenti degli Hezbollah: «Negli ultimi giorni prosegue la nota le forze aeree israeliane hanno distrutto un numero infinito di edifici civili, di infrastrutture e mezzi di trasporto in operazioni che hanno ucciso almeno trecento persone, la maggior parte delle quali civili, creando il caos nelle città libanesi e portando allo sfollamento di oltre mezzo milione di persone. Esterrefatti dall´impatto di operazioni militari così violente, la Commissione internazionale dei giuristi (Icj) ricorda che Israele ha l'obbligo di rispettare senza alcuna condizione di vita la sicurezza dei civili come stabilito dalla convenzione di Ginevra di cui è firmatario». Nel documento i giuristi chiedono l'intervento urgente delle Nazioni Unite e si dicono stupiti della «inattività e dell'apatia della comunità internazionale» nei confronti delle azioni militari condotte da Israele in Libano o a Gaza, che stanno causando la morte e la sofferenza di molti civili innocenti.
Includendo i lanci di missili da parte dei miliziani di Hezbollah, i giuristi aggiungono: «Allo stesso modo bombardare città indifese, villaggi e strutture che non sono obiettivi militari costituisce un crimine di guerra per cui alcuni individui potranno essere incriminati come responsabili». Federico Andrei-Guzman, vicesegretario generale dell'Icj ha aggiunto: «Se Israele ha il legittimo diritto di difendersi da rapimenti e dal lancio di missili sul proprio territorio, questo diritto non è illimitato ed è soggetto alle restrizioni del diritto internazionale… Invece, le sproporzionate e indiscriminate reazioni dell'esercito israeliano sono rappresaglie contro la popolazione civile e assomigliano molto a una sorta di punizione collettiva». «Nel diritto internazionale, le punizioni collettive costituiscono un crimine di guerra», ha concluso Andrei-Guzman.