Ecco i segreti del cervello femminile
di Peg Tyre e Julie Scelfo - 25/07/2006
Il testo analizza la maggiore emotività e il più alto livello
di sensibilità tipici delle donne: può aiutare a comprendere meglio i propri comportamenti
La settimana scorsa per la neuropsichiatria californiana Louann Brizendine e i colleghi una normale riunione di routine si è trasformata in un'occasione di insegnamento. La dottoressa Brizendine, che lavora al Langley Porter Psychiatric Institute di San Francisco, ha ascoltato raccontare da un collega la storia clinica di una nuova paziente: signora di successo, diventata madre da poco, lamentava perdita di memoria a breve termine e un'ansia insistente.
Il medico aveva riepilogato le informazioni: analisi normali, stato mentale buono, in famiglia non vi erano stati casi di Alzheimer precoce. I colleghi erano sconcertati, poi la dottoressa Brizendine ha chiesto: "Allatta ancora?" Il medico ha controllato i suoi appunti e ha annuito. "E come dorme? Suo marito l'aiuta?". Brizendine ha quindi spiegato che una donna che allatta è imbottita di ormoni ossitocina e prolattina, che la rendono più sveglia, meno interessata al sesso e talora iper-vigile.
Della questione donne e ormoni Brinzedine ha fatto la sua specialità di medico: da circa 20 anni la dottoressa sta mettendo a punto quella che ama definire una corrente di psichiatria tutta al femminile, e si concentra in particolare sulla complessa interazione tra salute mentale femminile e struttura e chimica cerebrale.
Il suo primo libro, "Il cervello femminile", uscirà nelle librerie tra un mese. L'autrice è consapevole che solleverà polemiche: "So che non è politicamente corretto affermare una cosa simile, ma credo che le donne percepiscano il mondo in modo differente rispetto agli uomini".
Per scrivere il suo libro, la dottoressa ha attinto alla sua ricca esperienza clinica e a migliaia di ricerche e di studi. Per alcuni le conclusioni alle quali è pervenuta risulteranno ovvie, per altri suoneranno come un'eresia: Brizendine discute le ragioni biologiche che fanno sì che le bambine si sentano maggiormente attratte dalle bambole che dalle macchinine, descrive le ragioni neurologiche in virtù delle quali le donne pensano al sesso meno degli uomini, ma spiega che istintivamente, volendo far nascere bambini geneticamente migliori, possono avere molte più relazioni extraconiugali dei mariti.
Idee destinate ad accendere controversie tra dottori e sociologi che reputano i libri come il suo destinati a rafforzare stereotipi sessuali di vecchio stampo. Secondo coloro che criticano Brizendine esaminare i presupposti biologici della differenza tra i sessi è superfluo, perché non ce ne sono molte.
Ma la dottoressa non è d'accordo: 53 anni, studia la relazione fra il cervello femminile e gli ormoni dai tempi dell'università. Dodici anni fa ha aperto una clinica che oggi cura circa 600 donne l'anno con terapia ormonale sostitutiva, psicofarmaci e terapia comportamentale cognitiva. Oggi si avvale anche di moderne tecniche di indagine neurologica e in neuroendocrinologia, che hanno iniziato a fornire dimostrazioni di come le donne e gli uomini usano differentemente il loro cervello.
I risultati che ottiene da queste indagini scandalizzano alcuni suoi colleghi, ma lei resta imperturbabile: l'autunno prossimo è intenzionata a ingrandire la sua clinica per accogliere anche le adolescenti oltre alle donne. Predice che a differenza delle donne di oggi, quelle della prossima generazione non daranno per scontato che la differenza di cervello tra i due sessi implichi necessariamente inferiorità.
(Copyright Newsweek - La Repubblica. Traduzione di Anna Bissanti)