Formaldeide negli imballaggi degli alimenti
di la nuova ecologia - 25/07/2006
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Un contenitore di albicocche ne contiene 20,7 milligrammi per chilogrammo, uno di zucchero a quadretti 16,6. In un quaderno grande se ne trovano 2,1, in un libro 22. La formaldeide, composto riconosciuto certamente cancerogeno per l’uomo dallo Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, è presente negli imballaggi in cartone e cartoncino utilizzati per confezionare pasta e riso, o per contenere panini dei fast food, e in alcuni prodotti di carta, come quaderni, fazzolettini e cartaspugna. Lo rivela un’indagine condotta dal professor Marco Baldi, del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pavia in collaborazione con il Laboratorio Analytica, per conto di Legambiente e del Gruppo dei Verdi in Regione Lombardia. I risultati sono stati illustrati da Carlo Monguzzi, Capogruppo dei Verdi in Regione Lombardia, Andrea Poggio, Vice Direttore Generale di Legambiente e Edoardo Bai, del Comitato scientifico dell’associazione. Trentuno i campioni prelevati nei supermercati e analizzati nel corso dell’indagine che ha rivelato una allarmante quantità di formaldeide, pericolosa per inalazione e ingestione, e quantità molto più contenute di fenoli, sostanza comunque non cancerogena. Le quantità di formaldeide variano da valori molto bassi, come quelle rilevate nei bicchieri di carta (1,3 milligrammi per chilogrammo) a quantità decisamente più alte, come quelle riscontrate in una confezione di fette biscottate (52,0), in una confezione di sale marino (45,3), in un contenitore di un panino di un fast food (44,7). Quantità più contenute sono state riscontrate anche in un contenitore per pennette integrali (31), in un contenitore per bustine di tè deteinato (30,2) e in un contenitore per soia vegetale (30). Il capogruppo dei Verdi in Regione Lombardia Carlo Monguzzi ha scritto al ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, chiedendo di individuare di concerto con il ministero della Salute, più efficaci limiti di esposizione a sostanze come la formaldeide per i lavoratori e per i cittadini. Andrea Poggio, vice direttore di Legambiente, ha scritto invece ad Assocarta, Federalimentare, Federlegno e Fieg, tutte associazioni che raggruppano le aziende dei settori coinvolti, chiedendo che promuovano immediatamente l’individuazione di additivi e collanti alternativi alla formaldeide da impiegare per alimenti, nella filiera produttiva dei mobili e degli imballaggi in carta e cartone. 24 luglio 2006 | ||
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